I cento anni del “Compagno Camilleri”

redazione
redazione 329 Views
3 Min Leggere

Cento anni fa nasceva Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano contemporaneo che negli ultimi decenni ha avuto il maggior successo di pubblico in Italia, tradotto in almeno trenta lingue di tutto il mondo, immortalato, oltre che nei suoi romanzi, nella più lunga serie televisiva della TV italiana, 37 film sul Commissario Montalbano trasmessi dal 1999 al 2021.

Ma Camilleri ha scritto anche romanzi storici, e proprio in essi ha rivelato un interesse per la storia di Caltanissetta: “Il birraio di Preston”, ispirato ad un fatto storico del 1873 intorno all’inaugurazione del Teatro Margherita, “Privo di titolo” sulla vicenda paradossale di Gigino Gattuso, ucciso per sbaglio dai suoi stessi “camerati” nel 1921 e diventato subito un “martire” fascista, “Il nipote del Negus” sul soggiorno nisseno dal 1929 al 1932 del nipote dell’imperatore d’Etiopia per studiare all’Istituto Minerario “S. Mottura”.

Il suo metodo di scrittura, tra documenti storici autentici e invenzione, modernamente “manzoniano”, ed il linguaggio originale da lui creato, né siciliano né italiano, identitario e universale nello stesso tempo quanto può esserlo la parola del popolo che racconta le storie della vita, sono stati utilizzati per costruire narrazioni in cui il potere, in tutte le sue sfaccettature, è sempre protagonista ed imputato, sia nei fatti storici quanto nelle avventure del suo personaggio più celebre, Montalbano.

Camilleri ha rappresentato un “caso” letterario positivo dalla fine del ‘900 in poi, quando ha cominciato a pubblicare con Sellerio dopo una vita da regista RAI e da docente all’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.

Positivo anche perché offriva una rappresentazione della Sicilia antiretorica, in cui le forze sane contrastano con successo contro la violenza e l’intrallazzo, in cui la mafia esiste ma non la fa da padrona, in cui abitano persone libere, con la schiena dritta, in mezzo a tanti fantocci spesso vestiti di autorità.

Di Camilleri, soprattutto in questo anno del centenario, tanto si è scritto e non spetta a noi aggiungere altro. In queste pagine speciali del nostro giornale dedicate a lui vogliamo invece mettere in evidenza un aspetto poco “frequentato” dalla saggistica che lo riguarda: il suo impegno civile e politico, la sua convinta e duratura adesione al PCI, che gli costò nel 1954 una prima esclusione da un concorso che aveva vinto in RAI (in cui riuscirà ad essere assunto nel 1957).

Di questo aspetto si sta occupando in un saggio in corso di stampa, l’on. Agostino Spataro, già parlamentare, giornalista e saggista agrigentino, che ha scritto “Il compagno Camilleri” con un ricco corredo di documenti e testimonianze, tra le quali l’intervista che nel 2004 a Mussomeli è stata realizzata dai professori Tonino Calà e Michele Morreale, che integralmente pubblichiamo oggi sia nella versione video che nella trascrizione testuale.

Buon centenario con il Compagno Camilleri!

Condividi Questo Articolo