I ritratti dei Nisseni illustri del M° Guadagnuolo in esposizione permanente a Palazzo Moncada dal 20 dicembre

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Palazzo Moncada si arricchisce di una nuova collezione: 24 ritratti di nisseni illustri, opera del maestro Francesco Guadagnuolo, sono stati recuperati, classificati con didascalie a cura della prof. Vitalia Mosca, vice-presidente della Società di Storia Patria, e saranno esposti permanentemente in una delle sale del Palazzo recentemente restaurate.

Figure importanti della storia della Città, alcune celeberrime altre meno, comporranno un percorso espositivo inedito, che permetterà ai visitatori di scoprire i legami tra la nostra storia locale e la grande storia alla quale questi concittadini hanno contribuito con la loro opera, anche in territori molto lontani. Dieci religiosi, missionari, frati e cardinali,  due scultori, quattro deputati ottocenteschi, due musicisti, uno scienziato candidato al Nobel, due docenti, studiosi, scrittori e un attore

Non è stato semplice recuperare tutti i ritratti, che erano 40 quando sono stati donati al Comune dal M° Guadagnuolo, negli anni ’70, allora artista emergente, oggi affermato a livello internazionale ma sempre profondamente legato alla sua città. Sedici ritratti sarebbero quindi scomparsi nei meandri degli uffici comunali nel corso degli anni, e si potrebbe sperare che ora, di fronte ad una esposizione museale permanente, qualcuno possa ritrovare silenziosamente “la strada di casa” e ricomparire.

La mostra permanente sarà inaugurata e presentata dalla prof. Vitalia Mosca sabato 20 dicembre, dalle ore 10, nel corso della manifestazione “Lapidarium” che avvia la fruizione museale dei mensoloni barocchi che sosteneva i balconi del Palazzo Moncada, anch’essi decimati dall’incuria e dai “prelievi” più o meno misteriosi.

Un rilancio importante del Palazzo Moncada, il monumento barocco non religioso più importante della Sicilia, ancora non adeguatamente valorizzato in tutte le sue notevoli potenzialità di attrattore culturale che potrebbe qualificare un progetto di sviluppo duraturo per il territorio.

Intanto, accanto al museo dei gessi di Tripisciano e ai mensoloni barocchi, i ritratti dei nisseni illustri di Guadagnuolo integreranno le opere esposte permanentemente con il filo rosso della Storia, raffigurata con il linguaggio artistico della contemporaneità, ricostruendo una biografia intellettuale dell’identità nissena particolarmente preziosa per il futuro.

La prof. Vitalia Mosca ha curato una scheda biografica di Francesco Guadagnuolo che pubblichiamo integralmente:

Francesco Guadagnuolo

        Guadagnuolo nasce a Caltanissetta nel 1956.

        Conseguita la maturità all’Istituto d’Arte Filippo Juvara di San Cataldo, ha continuato gli studi a Roma dove ha frequentato con successo l’Accademia di Belle Arti e dove vive e lavora attualmente. A soli sedici anni realizza una scultura ad altorilievo in ricordo degli emigrati siciliani all’estero, ispirandosi al film neorealista di Germi “Il cammino della speranza”, ricavato dal romanzo “Cuori negli abissi” del sommatinese Nino Di Maria.

        A Caltanissetta organizza, tra le altre, una mostra di ritratti di Uomini illustri nisseni, acquistati dall’Amministrazione comunale in vista dell’allestimento di una pinacoteca e oggi esposti a Palazzo Moncada. Negli stessi anni Settanta realizza, nei modi del realismo, paesaggi siciliani, immagini della città natale, ritratti umani che attingono alla cerchia familiare o riconducono alla condizione dei lavoratori della terra e del sottosuolo zolfifero; talvolta reinterpretano il pathos religioso e il sentimento popolare attraverso la rievocazione della Settimana Santa nissena.

        Negli anni immediatamente successivi completa sei acqueforti dal titolo Humanitas sul tema della condizione umana, ricche di contenuti simbolici e rimandi alla classicità, di allegorie e metafore. Si tratta di immagini allusive reimpostate alla luce di una sensibilità artistica profondamente radicata nel presente e impastata di un umanesimo che sa di poter accostare all’umano il divino senza fraintendimenti dissacratori, in nome dell’alleanza salvifica tra Dio e l’uomo. In tale prospettiva la ricerca di ciò che è bene per l’uomo si coniuga strettamente con lo studio del bello.

        La volontà di comprehendere le azioni umane nella loro universalità e contemporaneità, è peculiare di tutte le sue opere, è cifra distintiva dei temi scelti dal suo linguaggio visivo che sono spesso di denuncia, impegno civile, anelito alla giustizia sociale. Nel concepimento di un mondo migliore, Guadagnuolo volge un imprescindibile occhio al passato, che intride tutta quanta la sua ispirazione estetica e valoriale, e un occhio al futuro, inteso come sintesi tra speranze irrisolte e impegno a superare i limiti mentali, geografici, storici dell’umano sentire e agire. L’autore sembra voler profetizzare l’avvento di un tempo nuovo in maniera ancora indistinta.

        Affina la tecnica dell’incisione con una cartella di sei acqueforti legate al dramma in tre tempi di Andrezj Jawien (Karol Wojtila, il futuro Papa e Santo Giovanni Paolo II), “La bottega dell’orefice”, commentate dal filosofo nisseno Rosario Assunto durante la presentazione avvenuta a Roma nel 1980; tre anni più tardi presenta sette acqueforti che illustrano, con elevata abilità tecnica e decisa sensibilità narrativa, l’opera “Il processo” di Franz Kafka; nel 1984 pubblica il ciclo intitolato “Il volto dei poeti italiani da Dante a Quasimodo”.

        Conosce l’Arcivescovo Fallani, presidente della Pontificia Commissione per l’Arte Sacra in Italia, che gli dimostra grande apprezzamento e gli commissiona diversi lavori a tema religioso, e Mons. Ennio Francia, storico dell’arte vaticana.

        La decade seguente, che inaugura un lungo periodo proteso verso temi di carattere sacro, risulta ricca di incontri culturali e umani. Ne scaturisce un fervido impegno artistico nel quale è possibile cogliere la volontà di mediare tra il costante anelito umano all’Assoluto e le inquietudini e le ambivalenze che caratterizzano il mondo d’oggi. L’arte di Guadagnuolo, costantemente informata all’idea religiosa, rinnova il linguaggio sacro e ne reinventa l’iconografia, come nella potente, famosa “Crocifissione” del 1988 esposta a Roma nella sede dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, definita una delle opere più significative del Novecento e del dopo Guttuso. Vi si aggiungono i numerosi ritratti di San Giovanni Paolo II e dei Papi Paolo VI, Benedetto XVI, Francesco, Leone XIV.

        Pittore, scultore, incisore, ceramista, creatore di vetrate, cultore di musica, si occupa anche di cinema, teatro, fotografia. Ha tenuto mostre in musei, accademie, gallerie e filarmoniche del mondo, manifestando forza comunicativa, espressione pittorica personalissima, tematiche colte e raccogliendo consensi e riconoscimenti prestigiosi.

        Come la gran parte degli artisti, Guadagnuolo ha incrociato correnti e movimenti vari, sperimentato tecniche e stili diversi. La sua vastissima produzione consta di migliaia di lavori sparsi per il mondo. Il suo nome è oggi collocabile nell’ambito del Transrealismo, teorizzato da Rudy Rucker nel Manifesto del 1983 e riformulato nel 1995 da Guadagnuolo, che è considerato suo autorevole rappresentante.

                                                                                                                                 Vitalia Mosca

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