“I sogni di San Giuseppe” in mostra a palazzo Moncada

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Sarà il Vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russotto, ad inaugurare la grande mostra d’arte sacra contemporanea “I sogni di San Giuseppe”, nei saloni prestigiosi di Palazzo Moncada, Galleria Civica, Mercoledì 16 ottobre alle 18.

La mostra è stata curata dal prof. Atanasio Elia, con il coordinamento del parroco della chiesa di San Giuseppe padre Angelo Spilla. L’evento infatti corona le celebrazioni del centenario della elevazione a parrocchia della chiesa S. Giuseppe, nel 1924, quando il vescovo Venerabile mons. Giovanni Jacono, istituì nella città di Caltanissetta, in cui soltanto la cattedrale aveva funzioni di parrocchia, altre 4 parrocchie (S. Domenico, S. Lucia, S. Croce alla Badia e S. Giuseppe), scegliendole tra le chiese più antiche e presenti nei diversi quartieri, per potenziare la presenza evangelizzatrice della Chiesa e strutturare con il popolo dei credenti un rapporto più capillare di guida morale e di solidarietà.

Costruita nel 1609, la chiesa di San Giuseppe ha assunto una centralità sempre maggiore nell’azione pastorale nel centro storico nisseno. Retta da mons. Michele Gurrera (di cui custodisce un monumento sepolcrale), figura eminente del movimento cattolico del primo ‘900 e pastore di profonda sensibilità eucaristica, San Giuseppe era la chiesa in cui amava celebrare il Venerabile vescovo mons. Antonio Augusto Intreccialagli

Il progetto della mostra sui Sogni di S. Giuseppe è ispirato all’opera del pittore Tommaso Pollaci, che nel 1825 aveva affrescato il soffitto e le pareti della navata centrale della chiesa con scene della vita di S. Giuseppe. Suoi dipinti su tela, di grandi dimensioni, sono presenti anche in altre chiese cittadine. Pollaci visse infatti gli ultimi 30 anni della sua vita a Caltanissetta, dopo avere lavorato in diverse città siciliane, connotando con il suo tratto l’arte sacra tra la fine del ‘700 e il primo trentennio dell’800.

Alla mostra partecipano 52 artisti, provenienti da diverse regioni italiane, che esporranno le proprie opere sullo sposo della Beata Vergine Maria e patrono della chiesa universale.

Tutte le opere esposte sono presentate in un volume-catalogo della mostra, con introduzione del vescovo mons. Mario Russotto, del parroco padre Angelo Spilla e con schede di analisi critica a cura del prof. Diego Gulizia e dello storico prof. Luigi Bontà.

“Opere capaci di attivare profondi meccanismi percettivi e sensoriali, per ripensare l’ambiente circostante e rievocare immaginari dimenticati, così da mettere in discussione i codici della conoscenza collettiva e dar forma a una nuova estetica per il domani – ha scritto il prof. Atanasio Elia nell’introduzione al catalogo –  La mostra porta anche in scena una nuova generazione di artisti che, con le proprie posizioni, intende assumersi la responsabilità di osservare con sguardo critico la tendenza all’eccessiva attenzione al presente, che rischia di inghiottire ogni prospettiva futura. Le opere dispiegano un ritratto articolato e sfaccettato del contemporaneo, scegliendo di raccontare l’esistente, e ciò che apparentemente è familiare, ricorrendo a orizzonti fuori dal comune, attraversando territori tortuosi e inesplorati, per intraprendere un viaggio alla ricerca di ciò che è stato, ciò che è, ciò che sarà”

Scrive il Vescovo Mario: “Ritengo che la chiave interpretativa dei sogni di Giuseppe  possa ritrovarsi in una sorta di accettazione ragionata, prudente e, in conclusione, fedele. Non uno rassegnato sfioramento con le dita sulla fronte di Maria che racconta a Giuseppe il suo sogno, quello che avrebbe messo al mondo un figlio non suo ma di Dio; piuttosto una carezza, a Maria, col palmo della mano bene aperto, poggiato sulla guancia, senza il “timore di far troppo forte” nell’accarezzare quella fanciulla. L’immagine che ci consegna De Andrè ne Il sogno di Maria, cui ho appena fatto riferimento visto che siamo in tema di arte, è a mio parere proprio quella del kierkegaardiano “cavaliere dell’infinito”, rassegnato e triste, che va avanti scommettendo al ribasso, quando, piuttosto, la fede è un rischio che vale la pena correre, sicuri che Dio non ci abbandona e che richiede una scommessa al rialzo”.

La mostra ‘I sogni di San Giuseppe” rimarrà aperta dal 17 al 31 ottobre 2024 da martedì a sabato dalle ore 10.00 /13.00 e nel pomeriggio dalle ore 17.00 alle ore 20.00.

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