Il Concilio di Nicea dopo 1700 anni al centro di un Convegno di studi dell’Istituto teologico “Guttadauro” a Caltanissetta

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Venerdì 7 novembre alle 17,30, presso la Sala Fiandaca del Museo Diocesano (viale Regina Margherita, 29), l‘Istituto Teologico “Mons. G. Guttadauro” ha promosso un Convegno di studi nel 1700° anniversario del Concilio di Nicea.

Padre Angelo Spilla, Prefetto degli Studi del “Guttadauro” modererà i lavori, che vedranno alternarsi gli interventi di padre Luigi Biancheri, docente di Storia della Chiesa, (“Un’ermeneutica storica e storiografica del Concilio di Nicea“), del prof. Vincenzo Giuliana, docente di Teologia (“L’attualità dogmatica del Concilio di Nicea I (325-2025)“) e di padre Calogero Dello Spedale Alongi, docente di Catechetica (“Nicea: il primo Concilio nell’età d’oro della catechesi“).

Le conclusioni sono affidate al Vescovo mons. Mario Russotto.

Il Concilio di Nicea ha segnato una tappa fondamentale nella storia della Chiesa e della societas cristiana, sintetizzando le sue conclusioni nella preghiera del Credo, ancora oggi centrale nelle celebrazioni liturgiche, contrastando le posizioni della prime eresie e stabilendo la dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlionega che il Figlio sia creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l’arianesimo, la principale eresia dei primi secoli del cristianesimo, fu negato in tutti i suoi aspetti. Venne ribadita l’incarnazione, morte e resurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrine gnostiche che arrivavano a negare la crocifissione. Si dichiarò la nascita virginale di Gesù (nacque da Maria Vergine).

Il Concilio, convocato e presieduto dall’imperatore romano Costantino, tredici anni dopo l’editto di Milano che depenalizzava il Cristianesimo, aveva anche l’obiettivo politico di consolidare il cesaropapismo dell’imperatore, che riteneva di dover subordinare al potere politico anche l’espressione religiosa. Impostazione che si è mantenuta in diverse forme nelle chiese orientali.

Una delle disposizioni finali del Concilio di Nicea riguardava le donne diacono, stabilendo che andavano considerate come i laici, ma evidentemente documentando che nei primi tre secoli della cristianità le diaconesse erano esistite e in numero rilevante.

Dopo il Convegno del 17 ottobre, in cui si sono confrontati esponenti delle diverse chiese cristiane, la Chiesa nissena propone una nuova opportunità di approfondimento culturale e teologico aperta a tutti per consolidare una religiosità che abbia solide basi di pensiero e non si limiti alla devozione rituale.

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