Il Festival delle Zolfare a Sommatino tra memoria e futuro

redazione
redazione 361 Views
2 Min Leggere

di Francesco Daniele Miceli

A Sommatino, ieri sera, nella leggerezza di una “festa di piazza” si è aperta una finestra sulla memoria, e da lì è passata la musica, portando con sé storie antiche, emozioni sincere e voci nuove.
Il Festival delle Zolfare, ideato da Leo Virgone, sommatinese doc e nipote di zolfataio, è stato un omaggio sentito e autentico al duro mondo della miniera e ai carusi, quei bambini che un tempo scendevano nel ventre della terra per lavorare tra buio e zolfo.
Virgone, oggi residente a Roma ma legato profondamente alla sua terra, ha costruito con cura questo evento per dare voce a chi non l’ha mai avuta, e per tenere viva una memoria che rischia di svanire.

Sul palco, a ricordare che gli spiriti dei piccoli carusi volano ancora alti, due farfalle luminose: simbolo semplice ma potente di una presenza che continua a brillare.
A rendere viva la serata, una giuria tecnica formata da professionisti siciliani e guidata dal musicista Corrado Sillitti, che ha emozionato il pubblico con sax e fisarmonica.

Ma il cuore pulsante del festival sono stati loro: i concorrenti, voci di tutte le età, dai baby ai senior, provenienti da ogni angolo dell’isola — da Trapani a Palermo, da Catania ad Agrigento. Sul palco,
le generazioni si sono incontrate, si sono ascoltate e sostenute, dimostrando che la musica è davvero un ponte tra epoche, storie e sogni.

A conquistare il primo premio assoluto è stata Aurora Matracia, sedicenne, da Capaci: una voce intensa e matura, capace di raccontare emozioni con sincerità e presenza scenica.
Il Festival delle Zolfare è stato molto più di un concorso: è stato un gesto collettivo di memoria e bellezza, un’occasione per ricordare, attraverso le note, un passato difficile e dare speranza al futuro.

Perché raccontare il mondo delle zolfare è ancora necessario. Farlo con la musica, che unisce le generazioni e attraversa i cuori, è forse il modo più potente per non dimenticare.

foto Rino Bancheri

Condividi Questo Articolo