E se Dio non era ad Auschwitz, come ha detto e scritto papa Benedetto XVI, come si spiega l’olocausto e il silenzio di Dio? A sua volta, lo sbigottito silenzio del papa che interroga l’altissimo e non ottiene risposta? La terra che era stata di Mozart e di tantissimi altri geni germanici: uno scenario tragico di morte e di distruzione?
Dio non ci poteva essere Auschwitz perché il male, come anche il bene, viene fatto dagli uomini e non da presunte presenze metafisiche. Non crediamo al demonio e non si possono deresponsabilizzare gli uomini e le donne che hanno commesso crimini orrendi, fautori di una violenza sadica e senza alcuna consapevolezza umana.
Non credo alle teorie del capro espiatorio e faccio notare che spesso il diavolo, o chi per esso, viene simbolicamente rappresentato come un caprone con le corna. Povero caprone! Non c’entra nulla.
Il male storico esiste ed è causato dagli esseri umani, senza se e senza ma. Il male nella Storia si ripete, anche se con personaggi diversi che sembrano altro. Putin non mi sembra diverso da Stalin o da Hitler o da Mussolini perché si tratta sempre di un criminale dittatore che vuole comandare e sottomettere il popolo.
Ma chi fa il male sa di fare il male. Putin lo sa. Ecco perché l’umanità deve reagire e deve ribellarsi ai dittatori sanguinari.
Tutti noi facciamo esperienza del male e del bene. A me è capitato tante volte di subire il male e di reagire allo stesso. E non credo alla storiella religiosa che negare il demonio significa subirne l’influenza malefica, la sua indiscutibile presenza che non c’è. I miti e i poemi epici sono narrati dagli uomini e solamente da loro. La storia è concreta, non è metafisica! È finito il tempo delle favolette!
Quando gli uomini attribuiscono agli uomini caratteristiche “animali”, senza essere animali, si genera un equivoco semantico, un fraintendimento del pensiero logico. L’istinto è animalesco. L’uomo è fatto di pulsioni, di desideri e di espressioni affettive e socio-emotive. Se un uomo aggredisce un altro uomo c’è un motivo scatenante che causa l’aggressione.
Non accade per caso. Capita spesso con le personalità avide, abitate e possedute dalla pulsione appropriativa ed egocentrica, dominante e prevaricatrice, come nella personalità dei dittatori, dei mafiosi e dei bulli a scuola.
Non crediamo alle rappresentazioni animalesche che sono state elaborate inconsciamente nel passato antico, addirittura preistorico. Le radici della violenza sono dentro l’uomo e lì vanno ricercate. Chiaramente, la società non ha l’obbligo di capire i criminali e di giustificarli.
La comprensione psico-antropologica dei fenomeni, degli accadimenti umani, non significa accettarli acriticamente per quello che sono. Il pensiero critico ci consente di valutare e di capire cosa può essere giusto o sbagliato, sapendo che tutti i giudizi sono soggettivi e relativi.
La formazione del giudizio morale non è la strada da seguire per intuire, percepire e ragionare di storia umana. Il giudizio morale è spesso un pregiudizio personale o ideologico. È preferibile il perdono cristiano ed umano che ha la profonda capacità di accogliere l’errore e il peccato degli uomini per farne una miracolosa salvezza. “Miracolo a Le Havre”, un film sui “buoni sentimenti”, da vedere.
Tonino Calà
