IL PRIMO PASSO PER IL POLICLINICO A CALTANISSETTA

fiorellafalci
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È un primo passo verso il Policlinico a Caltanissetta: un protocollo, pubblicato due giorni fa in Gazzetta Ufficiale, tra Regione Siciliana e Università di Palermo aumenta da 550 a 900 i posti letto del Policlinico universitario di Palermo e UniPa decide di stabilire all’Ospedale S. Elia di Caltanissetta buona parte dei 350 nuovi posti da gestire sia nei padiglioni dell’ospedale sia in zone limitrofe adeguate.

Il percorso per il Policlinico è ancora lungo: occorrerà innanzitutto, con una apposita legge regionale, rendere autonoma la gestione del S. Elia dall’ASP. Non è una tappa facile: intorno alla gestione ospedaliera negli anni sono stati costruiti sistemi di potere tetragoni, i più ambiti per il clientelismo politico e per i comitati d’affari che ruotano intorno agli appalti, su cui il potere regionale da sempre ha raccolto consensi e profitti, e cambiare il ponte di comando di questa corazzata non sarà né indolore né scontato.

La posta in gioco è una svolta che faccia decollare finalmente Caltanissetta come città universitaria, valorizzando gli indirizzi che riguardano le scienze della salute e del benessere, e insieme dotando il territorio di professionalità e soprattutto servizi sanitari più qualificati per il diritto alla salute per tutti, il più importante tra i requisiti di cittadinanza che la nostra Costituzione prevede.

Caltanissetta è sede stabile del polo didattico dell’Università di Palermo, da oltre vent’anni ospita un corso di laurea in Medicina e Chirurgia con 600 studenti, un corso di laurea triennale in Infermieristica, uno in Ingegneria Biomedica, uno in Scienze e Tecnologie Agrarie, e dal prossimo anno accademico, un nuovo corso di Laurea in Farmacia ed uno in Medicina ad Indirizzo tecnologico, conquistati mattone dopo mattone da un lavoro silenzioso e tenace del Consorzio Universitario contro le piramidi della burocrazia regionale e dell’indifferenza di tanti addetti ai lavori.

L’ospedale S. Elia è l’unico DEA di II livello nella Sicilia interna, requisito indispensabile per ipotizzare l’istituzione di un Policlinico universitario. Ci sono quindi, da tempo, tutte le premesse concrete per realizzare il salto di qualità e fare del nostro territorio un vero laboratorio di ricerca e di eccellenza nei servizi, contrastando il degrado che progressivamente minaccia i livelli delle prestazioni sanitarie, mortificando tante professionalità che sono presenti e allontanando tante altre professionalità di giovani, costretti a prendere la strada dell’emigrazione per vedere riconosciuto il proprio merito e le proprie competenze.

La città tutto questo lo ha capito chiaramente: nei mesi passati si sono mobilitati i giovani e gli studenti, si sono costituite associazioni per la tutela del diritto alla salute in cui si impegnano quotidianamente cittadini, professionisti, volontari. Su questi obiettivi, con pazienza e con fatica, si è costruito un dialogo tra le diverse istituzioni, sono scesi in piazza con gli studenti i sindaci di tutta la provincia, la Chiesa nissena, le espressioni del volontariato, e se oggi si può registrare un passo positivo nella direzione del progetto il merito è di tutti e soprattutto di questa capacità di costruire alleanze sociali, di non fare prevalere la polemica e la propaganda, il pregiudizio della distruttività o la visibilità a tutti i costi e a buon mercato.

Al progetto-Università bisogna crederci davvero, costruire azioni politiche unitarie, misurare su questo la qualità e la responsabilità di chi si propone come classe dirigente e deve dimostrare di saper affrontare la complessità dello sviluppo con intelligenza e insistenza infaticabile.

Sarebbe ora che questo progetto di sviluppo, moderna “vocazione del territorio” come si dice in politichese, diventasse davvero la priorità quotidiana del governo e delle istituzioni locali, deputati compresi, senza intermittenze elettorali e distrazioni burocratiche

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