Inaugurata la via Ottavio Rizza: insieme nel ricordarlo la prima e la seconda Repubblica

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Si sono incontrate la prima e la seconda Repubblica, al bivio di via Libertà dove è stata intitolata una strada a Ottavio Rizza (1919-2012) già Sindaco di Caltanissetta dal 1956-1957, più volte assessore provinciale e comunale (la prima volta nel 1944), protagonista della vita politica cittadina dal dopoguerra agli anni ’70.

Ma ciò che gli è valso l’intitolazione della strada, deliberata dalla giunta Gambino su richiesta del Consiglio di Istituto dell’Istituto “S. Mottura”, è stato un atto di eroismo civile compiuto nell’esercizio della sua professione di funzionario del Corpo Regionale delle Miniere.

Nel 1962, nella miniera di Sacchitello, nei pressi di Racalmuto, un disastro nel sottosuolo aveva causato la morte di alcuni minatori ed il rischio di una vera e propria strage. Ottavio Rizza non ha esitato a scendere nel sottosuolo, che non era più in sicurezza, per guidare la squadra di soccorso che permise di salvare la vita a tanti altri zolfatai.

Apparteneva alla generazione che ha ricostruito il Paese dopo il fascismo e la seconda guerra mondiale, vivendo la politica, come la professione, come rappresentanza autentica dei bisogni e degli interessi di un popolo che in Sicilia con molta fatica si era avviato sulla strada della democrazia e dello sviluppo.

Dirigente della Democrazia Cristiana, abbastanza “anomalo” per il suo non inquadrarsi stabilmente in nessuna delle correnti in cui si organizzava il partito al potere per oltre 40 anni, profondamente legato al popolo lavoratore e al mondo delle miniere, aveva la capacità di dialogare con tutte le posizioni politiche, senza recedere dalle sue posizioni, nella stagione segnata dalla guerra fredda, quando il dialogo non era la modalità principale nella prassi politica e amministrativa.

Da amministratore della cosa pubblica studiava le questioni da affrontare, e sapeva smascherare l’improvvisazione e l’approssimazione altrui con una delle sue battute spiazzanti che mettevano l’avversario KO senza apparire offensive.

Per la generazione che ha vissuto la prima Repubblica era per tutti “lo zio Ottavio”, riferimento sempre disponibile a consigliare, a proporre soluzioni, anche quando non era più impegnato in prima linea.

La sua frequentazione extra-politica più costante era stata la libreria Sciascia, il laboratorio della “piccola Atene”, di cui era assiduo frequentatore: uno dei pochissimi politici a confrontarsi con gli intellettuali che vi si riunivano quotidianamente.

All’intitolazione della strada a suo nome, oltre alla preside del “Mottura” prof. Laura Zurli, il nipote Ottavio, che si è speso infaticabilmente per questo obiettivo, i Sindaci di Caltanissetta Salvatore Messana, Rudy Maira, Michele Campisi, Roberto Gambino, telefonicamente presente Aldo Giarratano, e il Sindaco di oggi Walter Tesauro, insieme a molti componenti della Giunta e al presidente del Consiglio comunale Gianluca Bruzzaniti, tanti consiglieri comunali di ieri e di oggi, tantissimi dipendenti comunali e qualche ex parlamentare.

Due diverse generazioni della politica, figli della prima e della seconda Repubblica, due pianeti diversi nei presupposti politici, nell’esperienza amministrativa, nello stile e nel livello della testimonianza di ciascuno, che si sono ritrovati a condividere l’apprezzamento per un sindaco ed un cittadino che è stato visto da tutti più che come uomo di parte come uomo amico dei cittadini senza distinzioni sociali, culturali né politiche, pronto a combattere le sue battaglie nel merito delle soluzioni da proporre per i problemi della città, con l’apertura di chi sa accogliere quello che di buono anche gli avversari possono offrire.

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