Indagine su Caltaqua: dieci indagati tra i vertici. Barbagallo (PD) “Recedere dalla convenzione con Siciliacque S.p.A.”

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L’indagine della Procura della Repubblica a Caltanissetta sulla cattiva gestione dell’emergenza idrica sta procedendo sul doppio percorso di Caltanissetta e Madrid: coordinata dal Procuratore della Repubblica Salvatore De Luca e affidata alla Guardia di Finanza di Caltanissetta guidata dal colonnello Stefano Gesuelli, ha individuato una decina di indagati, i legali rappresentanti e di dirigenti tecnici di Caltaqua e Aqualia, la società spagnola collegata, i responsabili tecnici e amministrativi e il presidente dell’ATI di Caltanissetta.

I reati che vengono contestati riguardano l’inquinamento ambientale e il concorso in frode nelle pubbliche forniture. Quest’ultimo reato potrebbe comportare “malafede contrattuale” da parte di Caltaqua nell’adempimento del contratto di affidamento idrico integrato trentennale che è stato sottoscritto nel 2006 e della successiva Convenzione di gestione che regolamenta i rapporti tra il gestore idrico e l’Assemblea Territoriale (ATI).

Peraltro una relazione dell’Arpa del 27 gennaio 2023 aveva certificato, dopo una serie di campionamenti, l’inquinamento ambientale causato da diversi impianti di depurazione, nei quali, tra settembre e ottobre 2022, si erano riscontrati nella quasi totalità dei casi, livelli di agenti inquinanti che portavano a pensare che le acque reflue urbane finissero nella rete dell’acqua potabile con livelli minimi e insufficienti di depurazione.

Su tutta la vicenda l’on. Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD, ha dichiarato: “Il blitz della Guardia di Finanza nella sede di Caltaqua a Caltanissetta, è l’ennesimo atto che dimostra la gestione torbida attorno all’erogazione idrica a fronte di servizi insufficienti e costi elevati per i cittadini. Lo abbiamo denunciato da tempo e continueremo a farlo, ricordando che proprio la provincia di Caltanissetta è una delle più colpite dall’emergenza idrica, determinata non solo dalla carenza di piogge ma soprattutto dalle reti colabrodo e dalla scarsa manutenzione degli invasi”.

Barbagallo rincara la dose, ricordando che la commissione tecnica che condusse verifiche sul servizio e sugli inadempimenti contrattuali, istituita sei anni fa, concluse i suoi lavori con la proposta di rescindere il contratto che lega all’azienda italo-spagnola, ma non se ne fece nulla. “È un fatto che la commissione tecnica di verifica degli inadempimenti contrattuali, attivata anni fa su nostre sollecitazioni, evidenziò una serie di disfunzioni che la Regione e l’Ati hanno sottaciuto. Per questo, invitiamo la Regione a valutare – conclude Barbagallo – la sussistenza dei presupposti per l’eventuale diritto di recesso dalla convenzione con Siciliacque spa, ai sensi dell’ articolo 6 della legge regionale 19 del 2015”.

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