Mercoledì 31 ottobre, alle ore 12.00, lo spazio sovrastato dal Castello Pietrarossa, antistante il cimitero monumentale “Angeli” e la fiancata laterale di Santa Maria degli Angeli sarà intitolato “Largo Contessa Adelasia”.
L’attribuzione dell’odonimo, deliberata dalla Giunta Comunale lo scorso 14 aprile 2024, riprende la proposta avanzata nel 2023 dall’Associazione Alchimia con l’intento di offrire un valore simbolico e culturale al piazzale che, ancora oggi, non ha alcuna identificazione.
La contessa morì a Caltanissetta nel 1150 e venne seppellita nel castello di Pietrarossa, lo stesso che ancora oggi, con i suoi ruderi, è visibile dallo stesso piazzale.
“Il sistema stradale di una città è, in qualche modo, specchio della sua storia – hanno spiegato il Presidente di Alchimia Giuseppe Giugno e la vice presidente Marina Castiglione -. Sebbene Caltanissetta porti nel suo stesso nome (il composto qal’at + an-nisā ‘la rocca delle donne’) una forte impronta della legata al medioevo, il sistema non registra immagini odonimiche legate a quella fase, anche per mancanza di certezze storiche e di personaggi che siano entrati nell’immaginario narrato della città. Piace pensare, con una vox populi priva di fonti documentarie, che, presso il castello oggi diruto, sia stato prodotto il primo cannolo della storia”.
Di certo – come spiegano in una nota i referenti dell’associazione – lì albergò e venne seppellita una figura storica di epoca normanna, ossia Adelasia di Adernò (ca. 1090 – dopo il 1142) figlia di Emma di Altavilla, figlia a sua volta del gran conte Ruggero I e della prima moglie Giuditta d’Evreux. Non sono note immagini storiche ma sembra che, alla sua morte, venne seppellita con un vestito di velluto verde e in testa una corona di rame con una medaglia recante inciso il suo nome e la progenie. Una leggenda vuole che la sua vita sia stata infelice e che abbia continuato a vagare post mortem attorno al castello. L’inquietezza perdurò nei secoli e disturbò il suo riposo eterno. Nel sec. XVI, infatti, la contessa Luisa Moncada ordinò di trasferire i resti mortali di Adelasia, rinvenuti durante un crollo di una porzione del castello, nella Chiesa di San Domenico, ubicata nello stesso quartiere, nel nucleo medievale della città. Oggi, purtroppo, non se ne conservano né lapide né altre tracce materiali e non è possibile distinguere i suoi resti da quegli altri preservati nella cripta di san Domenico.
Nonostante la storia si confonde con la leggenda e molti tratti di questa vicenda restano oscuri, Adelasia, viene confermata come prima presenza certa della storia nissena, donna e signora del castello dal quale si è sviluppato il quartiere “Angeli”, uno dei primi luoghi abitati della città e che, grazie a questa intitolazione, verrà ulteriormente valorizzato.
PER APPROFONDIRE:
La presenza normanna in Sicilia conta almeno due Adelasie, entrambe morte nell’isola.
La prima fu Adelasia del Vasto (1074-1118), figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato, contessa di Sicilia, e regina di Gerusalemme. Fu la terza moglie di Ruggero I d’Altavilla, gran conte di Sicilia e Calabria e madre di Ruggero II, che fu nonno e precursore di Federico II, lo Stupor mundi. Ella morì a Patti il 16 aprile 1118. Il suo corpo fu deposto in un semplice sarcofago nella Cattedrale di Patti. Al suo titolo di regina di Gerusalemme si dovrà, decenni dopo, la concessione che porterà l’Abbazia di Santo Spirito a divenire suffraganea del monastero di monte Sion a Gerusalemme, grazie a Papa Alessandro III (1178).
La seconda fu Adelasia di Adernò (ca. 1090 – dopo il 1142) – per la quale si chiede l’intitolazione – figlia di Emma di Altavilla, figlia a sua volta del gran conte Ruggero I e della prima moglie Giuditta d’Evreux.
Emma si sposò due volte. Certamente Adelasia non fu il frutto delle nozze con Guglielmo di Clermont, ma di quelle con Rodolfo Maccabeo di Montescaglioso. Emma risulta essere già moglie del conte di Montescaglioso nel 1099. Nelle numerose donazioni fatte da Emma dopo la morte del marito Rodolfo, viene citata esplicitamente come contessa figlia del conte Ruggero (Emma comitisse comitis Rogerii filiæ). Da questo secondo matrimonio nacquero Adelasia e Ruggero. Notizie incerte appaiono di una terza sorella di nome Giuditta.
Adelasia sposò a sua volta il conte normanno Rinaldo d’Avenel, da cui ebbe un figlio, Adam, che morì precocemente ed una figlia, Matilde, che sposò Costantino II Paternò, Conte di Butera e di Martana.
Dopo la morte del fratello Ruggero, le vennero assegnate dalla corte normanna alcune terre presso Paternò, Aidone e Caltanissetta: il suo dominio su queste terre venne confermato dallo zio Ruggero II di Sicilia (figlio di Ruggero I e di Adelasia del Vasto) nel 1142. Morì poi a Caltanissetta nel 1150 e venne seppellita nel Castello di Pietrarossa. Sembra che il corpo della donna avesse un vestito di velluto verde e in testa una corona di rame con una medaglia recante inciso il suo nome e la progenie.
La Contessa Adelasia non riuscì a vedere la consacrazione dell’Abbazia di Santo Spirito, avvenuta tre anni dopo la sua morte, mentre era feudatario un suo nipote, Goffredo Licio di Montescaglioso, la prima figura storica di cui abbiamo notizie certe attraverso lo Pseudo-Falcando, che fu signore di Caltanissetta, Noto e Sclafani, nonché probabile signore di Lecce.

