L’ACQUA E’ IL BANCO DI PROVA DELLA DEMOCRAZIA SOSTANZIALE

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Caltanissetta ha un Sindaco eletto ed entrato nel pieno delle sue funzioni, ha un Consiglio Comunale insediato con il giuramento di tutti i componenti e l’elezione di Presidente e Vice-presidente, ma non ha l’acqua, e i turni di distribuzione da quarto mondo si allungano a poche ore ogni 5 giorni scanditi dalla ghigliottina delle rotture delle condutture di Siciliacque che portano l’acqua in città.

Nella sua prima seduta il Consiglio comunale ha deciso di non affrontare il problema, votando, su proposta del centro-destra, di rinviare l’esame dell’Ordine del giorno che era stato presentato da Roberto Gambino, sulla questione di più drammatica emergenza per la vita cittadina, che aveva chiesto di investire il Presidente della Regione con tutti i suoi poteri per la soluzione del problema in tempi certi e rapidi.

Si è sostenuto da parte della maggioranza che bisognava attendere l’incontro convocato dal Prefetto per il giorno successivo con i Sindaci e, casomai, successivamente, discuterne.

Allo stato attuale le uniche proposte di merito sull’emergenza idrica offerte alla valutazione di istituzioni e opinione pubblica provengono dall’opposizione, interna ed esterna al Consiglio Comunale.

I due consiglieri eletti nella lista Caltanissetta Futura e Democratica, Carlo Vagginelli ed Armando Turturici, hanno chiesto che la prossima seduta del Consiglio sia aperta e dedicata alla questione idrica, avanzando, in un comunicato che ha preceduto la seduta di insediamento, le seguenti proposte:

1. Richiesta urgente di fondi straordinari al Governo nazionale ed a quello regionale per mitigare gli effetti della crisi sui cittadini e sulle imprese.

2. Pianificazione di interventi immediati per migliorare la gestione delle risorse idriche locali ed il recupero delle acque piovane.

3. Collaborazione con altre istituzioni regionali e nazionali per affrontare l’emergenza.

4. Proposte per sostenere agricoltori e allevatori colpiti duramente dalla siccità.

5. Investimenti sulle dighe siciliane.

6. Utilizzo acque reflue dei depuratori per uso agricolo.

7. Riattivare dissalatori di Porto Empedocle e Gela.

Il circolo cittadino di Sinistra Italiana, segretario Andrea Alcamisi, che non ha rappresentanti in Consiglio, ha reso pubblico un documento in cui pone al centro della soluzione dell’emergenza idrica la garanzia della legalità, la tutela della salute pubblica e il regolamento del mercato, per contrastare abusivismo e mercato nero.

Si chiede che il Comune, stipuli un protocollo di intesa con gli enti deputati all’erogazione dell’acqua potabile, definisca una filiera dell’acqua, dalla sorgente al consumatore, controllata e sicura sotto il profilo sanitario, fissi un calmiere ai prezzi del trasporto di acqua a uso civile tramite il servizio di autobotte, stilando anche un apposito albo delle aziende che trasportano acqua in regola con le norme di approvvigionamento e di controllo delle acque in vista di un certificato di salubrità delle stesse.

A fronte di queste proposte concrete, in un comunicato stampa diffuso dal Comune dopo la riunione in Prefettura con i Sindaci, intitolato “Tutte le strategie in atto per affrontare la crisi” si afferma che: “Prosegue la sinergia tra istituzioni e privati per poter tamponare l’emergenza idrica e cercare di garantire a tutti i cittadini un volume d’acqua sufficiente ad assicurare le basilari esigenze igienico-sanitarie” e si aggiunge “Abbiamo chiesto a Siciliacque e alla Regione Sicilia, un incremento del volume idrico per la nostra città che sta soffrendo la carenza d’acqua”.

“Le strategie messe in campo dai vari attori coinvolti sono molteplici.

Si stanno cercando altri pozzi e falde di acqua potabile alle quali poter attingere. Si stanno valutando proposte di acquisizione o altre forme di disponibilità delle risorse idriche da formulare ai privati cittadini in modo da associare queste risorse a quelle pubbliche, aumentando il volume disponibile.

Nel contempo la Protezione Civile Regionale si è resa disponibile ad acquistare autobotti per il trasporto idrico dalla fonte individuata fino ai serbatoi nisseni e riuscire a compensare le esigenze”.

E conclude il comunicato, con una dichiarazione del sindaco Tesauro: “Le prossime settimane potranno non essere facili da gestire. Siamo pronti ad ascoltare tutte le proposte che verranno avanzate dai consiglieri comunali, dirigenti e altre figure competenti sul tema. L’emergenza idrica non ha colore politico né distinzioni di alcun genere, è un problema che riguarda tutti e va affrontato con responsabilità e spirito di collaborazione”.

Prendiamolo in parola. Subito.

È urgente andare oltre il minuetto dei tavoli tecnico-istituzionali e investire immediatamente il Consiglio comunale del compito di analizzare, insieme ai deputati del territorio, Protezione civile, Siciliacque, Caltaqua, ordini professionali, associazioni ambientaliste e tutti gli esperti in materia, i dati concreti della questione: certezza su volumi e frequenza di erogazione, distribuzioni di emergenza costanti, posizione e tipologia delle rotture che interrompono l’erogazione, rapido reperimento di fonti alternative, a breve e medio termine, con tempi certi, prevedendo sanzioni, avviando se del caso azioni legali contro i responsabili delle inadempienze, organizzando democraticamente e la protesta dei cittadini e guidandola con la forza delle istituzioni.

La legalità vera, che garantisce questo diritto fondamentale dei cittadini, che non può più essere ignorato e calpestato, sarà il primo indicatore per valutare la serietà e la buona volontà della classe dirigente che i nisseni hanno scelto con il voto e che dovrebbe rappresentarli concretamente, ogni giorno, impegnando tutte le proprie energie fino alla soluzione definitiva dei problemi, senza fermarsi di fronte a nessuna “compatibilità” politica, senza retorica e senza opportunismi e strumentalità di propaganda.

Si può fare, se si vuole.

Ognuno deve fare un primo passo, verso l’altro, senza tatticismi, con il coraggio dell’autenticità.

La democrazia formale non basta, è urgente cominciare a praticare la democrazia sostanziale

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