Le bombe del 1943 e le bombe del nostro presente. Il ricordo del pilota della RAF su Caltanissetta

fiorellafalci
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9 luglio 1943 ore 17,30: Caltanissetta conosce il martirio delle città squarciate dalla guerra. Sei anni dopo Guernica, il primo bombardamento su città con vittime civili, la seconda guerra mondiale ha generalizzato il metodo della “guerra totale” distruggendo città, impianti produttivi, monumenti e opere d’arte e uccidendo alla fine più civili che militari al fronte.

Su Caltanissetta le “fortezze volanti” anglo-americane scaricano tonnellate di bombe che uccidono 352 persone (più di cento bambini), le vittime civili in tutta la provincia sono circa 750, bombardando a più riprese dal 9 al 17 luglio. Il 18 luglio le truppe anglo-americane faranno il loro ingresso nella città devastata, che pure le accoglie con il sollievo di chi spera che finalmente la guerra sia finita.

I bombardamenti avevano avuto carattere “terroristico” per deprimere il morale della popolazione e colpire il consenso al regime: l’ordine era infatti quello di colpire le abitazioni, per rendere impercorribili le strade. Caltanissetta non aveva obiettivi militari: la Villa Testasecca, che aveva ospitato il comando tedesco, non venne neppure sfiorata dalle bombe. Furono colpiti: la cattedrale, la chiesa di S. Lucia, l’Ospedale, la stazione, il teatro Margherita, interi quartieri del centro storico.

Uno dei piloti inglesi della RAF, in missione su Caltanissetta, Rupert Cooling, classe 1920, un giovane di 23 anni in volo con il suo bombardiere sulla città, avrebbe scritto nel suo diario che non aveva voluto eseguire alla lettera l’ordine superiore di colpire le case dei civili:Ricordo con orrore le parole dell’ordine che mi venne dato, ovvero quello di bombardare le case affinchè le macerie rendessero le strade impercorribili. (…) Più di tutto ricordo una nuvola di polvere che si stendeva sui palazzi a proteggere come uno scudo la comunità da ulteriori ferite. Sessant’anni dopo, vedo ancora negli occhi della mente quella coperta grigia e posso ancora sentire quel senso di dubbio se ho fatto il mio dovere  con tutta la cura che era necessaria a risparmiare le persone che stavano sotto di noi. Vorrei pensare che fosse così”.(da W. Guttadauria, Noi nell’inferno delle bombe, 2013 ed. Lussografica)

Mister Cooling, diventato pilota dell’aviazione civile, sarebbe tornato a Caltanissetta nel 1977 e nel 1989, in contatto con Michele Curcuruto, che ne aveva trovato le tracce nelle sue ricerche storiche presso l’Archivio di Stato e Anna Chadwick Agrò, che ne aveva tradotto la corrispondenza.

Oggi, dopo 82 anni da quei massacri, le bombe piovono ancora sui popoli innocenti, sui bambini, sulle donne, ogni giorno, a poche ore di volo dalle nostre case.

E ogni giorno la memoria delle bombe del ’43 su Caltanissetta ci deve accompagnare nell’impegno attivo per la pace, per tutti, a qualsiasi costo, con tutti i mezzi.

Fuori la guerra dalla storia! non è un’utopia buonista, è l’unica condizione perché l’umanità possa sopravvivere ancora sul nostro pianeta

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