Un romanzo inedito per i lettori del Caffè quotidiano: “Le inchieste del Commissario Falconara”, mini-giallo d’estate, che Lillo Ariosto ci dà il privilegio di leggere in anteprima, per accompagnare i fine settimana estivi dei nostri lettori.
Lo proporremo in brevi “pillole” settimanali, sviluppando alcuni episodi delle sue numerose inchieste e avventure, ricostruendo un contesto di ambientazione che ricorda molto, in filigrana, la nostra città.
Falconara ha l’intelligenza sorniona della classe dirigente reale, quella che non si esibisce nelle parate mondane, quella che pensa e comprende i processi, spesso senza farlo capire. Immerso nella complessità di un microcosmo di periferia che ha conosciuto miseria e nobiltà, il Commissario Falconara distilla la sapienza secolare dell’aristocrazia della cultura, l’unica che si sia espressa nella storia della Sicilia, raramente e sempre in estrema minoranza.
Lo conosceremo in una delle sue indagini, casi particolari che contengono, e nascondono, intrighi più complessi, che lui affronta con apparente distacco, senza lasciarsi coinvolgere, ma riuscendo a individuarne il fil rouge, dove gli altri vedono soltanto particolari insignificanti.
Dobbiamo la sua origine alla penna felice di un avvocato nisseno, Lillo Ariosto, che negli ultimi mesi ci ha presentato tante figure interessanti di nisseni illustri e sconosciuti ai più, e che ha accettato di proporci, per tutta l’estate, le indagini della sua creatura, il Commissario Filippo Falconara.
Il Caffè Quotidiano riprende così la tradizione illustre del romanzo d’appendice, che nei secoli passati ha lanciato grandi nomi della letteratura, da Dickens a Dumas, fino a Vitaliano Brancati con il suo romanzo dedicato a Nissa, “Sogno di un valzer”, uscito a puntate su una rivista, nel 1938.
Oggi che i “dispositivi” hanno sostituito in gran parte la carta stampata nell’informazione e la letteratura fatica a svolgere la sua antica funzione di laboratorio dell’immaginario collettivo, vogliamo proporre un esperimento “contro-corrente”, un test, se volete, a cui i nostri lettori avranno il privilegio di partecipare in esclusiva.
Puntate brevi, cercando di mantenere la suspence, storie intrise di misteri, in una città di provincia che somiglia tanto alla nostra. Vedremo come va a finire
Conosciamo meglio l’Autore
Calogero, Lillo, ARIOSTO, sessanta anni passati da più di un lustro, avvocato civilista, (soprav)vive nella sua Sicilia e nella sua Caltanissetta che si ostina ad amare. Divide la sua attività professionale tra il capoluogo nisseno e Palermo.
Appassionato da sempre di vetture da corsa, scrive di automobilismo (ma non solo) per passione. Ha iniziato a pubblicare alla fine degli anni Novanta con un pamphlet fotografico sulla storia dell’automobilismo nisseno (“Uomini e Rombi della Nissena”, edizioni Circolo del Tritone, Cl 1998).
Curioso di storia della sua città, si è dedicato alla ricerca di documenti sulla Caltanissetta di inizio Novecento, recuperando notizie, scritti e immagini sulle tre edizioni del Circuito Automobilistico di Caltanissetta, corso negli anni 1922, 1923 e 1924, conosciuto come “Coppa Nissena”, confluiti nel 2011 in “Arditi, rombi, nisseni”, pubblicato da edizioni Qanat di Palermo.
Per lo stesso editore, nel 2014, ha realizzato “Una cravatta da corsa”, sul Giro della Cravatta e la nascita dell’autodromo di Pergusa.
Consapevole che il tempo è destinato a cancellare dalla memoria collettiva personaggi ed eventi che hanno preceduto le odierne generazioni nel 2022 pubblica “Il ritorno dell’audace Coppa”, sulla prima edizione della cronoscalata “Capodarso-Caltanissetta”, IV Coppa Nissena, del 1949, per edizioni Lussografica, Cl.
Quanto pubblicato ad oggi non è però quanto scritto da Lillo Ariosto. Appassionato di “gialli”, sin dalle prime letture dei classici di Mondadori, mantiene nel cassetto alcune spy story e alcuni “trhiller” in episodi che vedono protagonista il personaggio da lui ideato, il commissario Filippo Falconara, atipico e singolare investigatore presso la Questura di Calatorre, che non è difficile identificare con la sua Caltanissetta.
Sulla scia di ben più alti autori ha voluto cimentarsi nel “noir” della piccola provincia isolana, quella interna, quella più in apparenza accidiosa, silenziosamente invocante un essere e una vita più solare ma – forse per apparente destino – condannata a rimanere nell’ombra.
Ha dato quindi vita a un paio di manoscritti di cui rinvia perennemente la pubblicazione.
Si è adesso convinto di far conoscere il suo Commissario ai lettori de IlCaffeQuotidiano.online, con una serie di episodi – semplici – che come un piccolo gioco di lettura ci accompagneranno per i fine settimana della imminente estate.

Filippo Falconara
di Lillo Ariosto
E’ un personaggio di fantasia ideato in un pomeriggio autunnale, volutamente sottratto al “solito” domenicale burraco di beneficenza.
Guardando dalla finestra sul corso la leggera pioggerellina che accompagnava il calare della sera ebbi a notare un individuo in impermeabile dalla vaga foggia britannica verso cui si dirigeva una giovane donna in trench bianco.
Dopo una breve conversazione sotto i rispettivi ombrelli i due si congedarono scambiandosi un bacio sulla guancia.
Qualche minuto dopo il crepuscolo vespertino venne spezzato dal lampeggiare di una “volante” della Polizia, per qualche motivo fermatasi sul punto dove la coppia si era lasciata.
Dalla “volante” vidi scendere un funzionario in borghese anche lui in impermeabile “waterproof” inglese, che con una andatura dinoccolata si recava verso il grande androne di un antico palazzo.
La scena mi apparve come quella di un film, forse già visto, e nella mia mente iniziò a farsi spazio la figura di fantasia di un commissario di Polizia operante nella mia città di provincia, con tutti i suoi apparenti difetti che, se bene compresi, possono rivelarsi come singolari e atipiche qualità, proprio come Filippo Falconara.
Istruito, colto, munito di personali capricci che manifesta nel suo modo di vestire (ama i maglioni con i piccoli buchi provocati dalle tarme), indossando con nonchalanche capi che potrebbero essere ammirati nelle vetrine dei negozi di Jermyn Street, la strada a senso unico nel quartiere di St James’s, nella City of Westminster a Londra.
Nutre la passione per la musica con le note pop-country di James Taylor e Carole King.
Tutta sua la idiosincrasia al matrimonio, pur coltivando una profonda relazione con Maria Stella, inseguendo un sentimento cerebrale ma altresì elegantemente appassionato.
Nel lavoro Falconara è preciso ma non pedante, scevro da conformismi investigativi a volte suggeriti e mai sopportati dalle “Autorità” preposte, verso cui nutre un rispetto “per convenzione” ma da cui rimane deliberatamente emancipato.
Nelle sue indagini mette lo stesso impegno sia che si tratti del gatto “rapito” dalla pensionata dirimpettaia di piano, sia che il caso riguardi un vecchio delitto irrisolto.
Quello che forse più caratterizza Falconara è l’amore per la sua città, per il suo territorio, per il suo “ambiente” forse un po’ “agè” che accompagna la sua vita con una continua emozione “vintage”.
Abita infatti nel palazzetto di metà Ottocento nel centro storico di Calatorre, frequenta caffè storici e antiche ditte di abbigliamento, preferisce la cucina tradizionale al sushi food.
Sullo sfondo una permanente cosciente rassegnazione al tempo che scorre e che rende tutto in fondo inutile e transitorio, con la altrettanto consapevolezza che tutto va vissuto. Inesorabilmente.

(lmmagine dal web senza indicazione dell’autore)