L’on. Carlo Auteri aderisce alla Democrazia Cristiana, Cuffaro gli consegna il codice etico

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A volte la realtà supera l’immaginazione, soprattutto in Sicilia, nella terra di Pirandello e di Sciascia, del paradosso e dell’impostura.

La notizia è di poche ore fa: l’on. Carlo Auteri aderisce alla Democrazia Cristiana

L’ufficializzazione è avvenuta, questa mattina, durante una conferenza stampa all’Assemblea regionale siciliana alla quale hanno partecipato Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC, i deputati e gli assessori regionali della DC.

Salgono, così, a sette i deputati della Democrazia Cristiana nel Parlamento siciliano. “Ringrazio il segretario nazionale Totò Cuffaro, il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo della Dc Carmelo Pace per avermi accolto nella Democrazia Cristiana, un partito che si fonda sulla vicinanza con il territorio e l’inclusione – dichiara l’on. Carlo Auteri È per me un onore far parte di una formazione che, come me, crede fermamente nell’importanza dell’interlocuzione con i cittadini. La DC sta vivendo una fase di crescente crescita in tutta la Sicilia, e questa energia positiva mi sprona a continuare il mio impegno, contribuendo allo sviluppo di un partito di area moderata, che promuove valori di dialogo, responsabilità e progresso per il territorio”.

Su Auteri la Procura della Repubblica di Palermo a novembre aveva aperto un’indagine sui contributi regionali a una serie di associazioni culturali come la “Progetto Teatrando”, che in tre anni ha ottenuto 418 mila euro, e che secondo le accuse erano intestate a familiari e persone vicine ad Auteri, all’epoca deputato regionale di Fratelli d’Italia, dalla quale era stato sospeso in seguito alle indagini. Grande era stata l’eco mediatica di tutta la vicenda, anche per le minacce che l’on. Lavardera aveva pubblicamente denunciato di avere ricevuto da Auteri.

Il segretario nazionale Totò Cuffaro mette le mani avanti: “Siamo consapevoli che questo cambiamento possa suscitare reazioni e attacchi mediatici – ha dichiarato in conferenza stampa – È una dinamica alla quale non siamo nuovi, e che riconosciamo per ciò che è: uno strumento volto a delegittimare e a distogliere l’attenzione dal merito delle scelte politiche. È bene chiarirlo con fermezza: il cosiddetto ‘caso Auteri’ riguarda esclusivamente il periodo in cui il deputato militava ancora in Fratelli d’Italia. Nulla a che vedere con la nuova pagina che oggi intendiamo scrivere insieme nella Democrazia Cristiana. Il passato di Carlo Auteri riguarda lui, la sua coscienza e le sue responsabilità. A noi interessa il presente e il futuro, e su questo terreno lo giudicheremo. A lui consegniamo il codice etico della Democrazia Cristiana, che rappresenta per tutti — nessuno escluso — un punto di riferimento vincolante. Saremo attenti e rigorosi con lui, così come lo siamo sempre con ogni nostro rappresentante. In un tempo in cui la politica rischia di trasformarsi in una caccia continua al nemico interno, è bene ricordare a chi oggi lancia accuse e anatemi che ‘a furia di fare i puri, troverai sempre qualcuno più puro che ti epura’. È una logica sterile e pericolosa, che allontana la politica dalla realtà e dai problemi concreti delle persone. La Democrazia Cristiana nuova non rilascia patenti di moralità a nessuno ma non è, e non sarà mai, rifugio per scorciatoie personali o ambiguità. Di errori ne abbiamo fatti tutti — più di altri, chi vi parla — ma il senso della responsabilità sta anche nel saper riconoscere e correggere, nel guardare avanti con onestà e coerenza. Ed è questo spirito che ci guida anche oggi”.

L’ingresso nella DC “nuova”, come l’ha definita Cuffaro, sarebbe dunque una sorta di lavacro purificatore in un simbolico fiume Gange, che separa passato e presente, vissuto concreto e prospettive future, fiducioso, Cuffaro, che il vincolo del Codice etico del partito possa essere di garanzia rispetto a reiterare i comportamenti che hanno reso l’on. Auteri una delle figure più discusse dell’attuale panorama politico siciliano.

L’on. Cuffaro, di cui recentemente avevamo apprezzato la posizione politica di ferma condanna della “strage degli innocenti” in Palestina, non resiste alla tentazione tipica della fine della prima Repubblica, la raccolta indifferenziata per irrobustire l’apparato di consensi della sua formazione politica. E’ un DNA quasi impossibile da cancellare, e su queste modalità di relazioni con gli elettori e di aggregazione del consenso su basi clientelari, che hanno portato proprio alla fine ingloriosa della prima Repubblica, una presa di coscienza approfondita e intellettualmente onesta non è ancora stata messa in pratica

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