“L’Uomo animale tecnologico” la condizione tecno-umana in un nuovo libro presentato a Caltanissetta

redazione
redazione 65 Views
2 Min Leggere

Quattordici saggi di filosofi, antropologi, teologi e scienziati compongono il volume “L’uomo animale tecnologico. Itinerari riflessivi sulla condizione tecno-umana” edito da Sciascia e presentato a Caltanissetta a cura dell’Ufficio diocesano Cultura, diretto da padre Alessandro Rovello, che ha moderato l’incontro, nella sala Fiandaca del Museo Diocesano.

Una riflessione di acuta attualità, condotta a più voci nell’orizzonte ampio di una nuova antropologia che si fa strada insieme ai cambiamenti rivoluzionari che le tecnologie stanno determinando nella nostra vita quotidiana, nel volume curato da Salvatore Barone, Roberta Gambardella, Gaspare Pitarresi e Angelo Tumminelli, edito nella collana diretta da Calogero Caltagirone, docente alla LUMSA di Roma.

A presentare il percorso argomentativo del volume il prof. Fabio Mazzocchio, docente di Filosofia morale all’Università di Palermo, che ha evidenziato come la pervasività del digitale ha mutato la condizione relazionale umana, aprendo la strada alla tecnocrazia (di cui ha scritto Papa Francesco nelle sue encicliche). Con un equivoco di fondo: contrapporre cioè l’umanità alla tecnologia, mentre invece la tecnica, da sempre atto trasformativo della realtà messo in atto dall’uomo, non è estranea alla naturalità umana. Quindi l’uomo diventa “naturalmente artificiale” e questa prospettiva permette di superare i dualismi da sempre iscritti nel pensiero umano, sin dalla distinzione tra corpo e anima di Platone, o dalla concezione salvifica della tecnica di Bacone contrapposta ai “lati oscuri” del progresso.

Il prof. Salvatore Barone, autore del saggio “La trasmutazione dell’uomo come compimento dell’umanità. L’enhancement mistico di Jean Guitton” contenuto nel volume, ha sottolineato il concetto dell’artificialità come parte della naturalità umana, concetto necessario per superare la tecnofobia in favore di una tecnofilia intelligente, un potere che va governato eticamente. Chiedendosi, come Bergson già nel 1932, se è vero che la tecnologia ha ingrandito il corpo umano, c’è stato anche un incremento sul piano morale, un “supplemento d’anima”? L’Intelligenza Artificiale, ha concluso Barone, è un ausilio, non un soggetto, per cui non può esistere un’etica delle macchine, ma un’etica per chi le governa.

Condividi Questo Articolo