8 maggio 1999: quell’anno non si svolse la processione di S. Michele Arcangelo. La città era in lutto, prostrata, colpita nella sua speranza di un cambiamento possibile che da poco più di un anno aveva cominciato a coltivare. Da quando Michele Abbate era stato eletto Sindaco, battendo alla grande la “balena bianca”, tutto l’apparato storico della vecchia DC che si era concentrato per tentare di rimettere le mani sulla città.
La Real Maestranza sfilò al funerale del Sindaco, davanti alle più alte cariche dello Stato: il vice-presidente del Consiglio, Sergio Mattarella, il presidente della Regione Angelo Capodicasa, il segretario nazionale del PDS, Walter Veltroni, a cui Michele Abbate aveva aderito poche settimane prima.
Una folla immensa ha seguito i suoi funerali, oltre diecimila persone, migliaia di studenti, una città che quel giorno intorno a lui si è sentita nuovamente un popolo, una città che ha continuato a ricordarlo in tutti questi anni, che lo ha tenuto nel cuore, in silenzio, anche quando il contesto è cambiato, quella stagione di cambiamento sembrava ormai archiviata, e il volto progressista della città veniva lentamente divorato dalle forze vecchie e nuove dei poteri forti, e dagli errori, imperdonabili, della sinistra.
Sapeva ascoltare, Michele Abbate, da questo la sua empatia con le persone, la corrente incontenibile di simpatia che lo legava anche a chi la pensava diversamente da lui. Sapeva guardare lontano, pensare in grande, voleva fare uscire Caltanissetta dal provincialismo soffocante di una città sconfitta dalla storia che non riusciva a trovare una strada di futuro possibile.
Questo le persone lo sentivano, e lo capivano, nonostante tutto, sapendo che nessuno può fare miracoli, ma di lui si fidavano, della sua onestà e del suo essere libero da qualsiasi interesse di potere.
Oggi il sindaco Tesauro lo ha ricordato a nome della città, di fronte alla lapide che ne ricorda il sacrificio, con parole di umiltà, apprezzabili, riconoscendone il valore di simbolo, come uomo, come padre e come amministratore: “Questo è il primo anno in cui partecipo alla commemorazione in veste di Sindaco e, portando la fascia tricolore proprio come lui prima di me, l’emozione è ancora più intensa. Oggi ricordiamo non soltanto un Sindaco di questa città ma una persona che è diventata un emblema come uomo, come padre e come amministratore.
Ringrazio Michele Abbate per ciò che ha fatto per Caltanissetta. La dimostrazione dell’impegno e della passione manifestata in tutte le attività nel quale è stato coinvolto è stata evidente già all’annuncio della sua dipartita quando non ha pianto solo l’Amministrazione ma l’intera città“.
“Michele Abbate è diventato ed è ancora oggi un simbolo per la città – ha dichiarato il Presidentedel Consiglio comunale Bruzzaniti con parole estremamente impegnative – e lo possiamo costatare negli edifici pubblici a lui intitolati, negli eventi commemorativi ma anche nei commenti sui social di semplici cittadini che condividono il ricordo del nostro amato Sindaco. L’eredità che ci ha lasciato va raccolta da tutti i Nisseni ma soprattutto da noi politici.
Ha creato un solco e ha battuto una strada da percorrere non soltanto per sé stesso ma per tutti noi. Ogni politico deve seguire questo esempio cercando di restare il più possibile vicino alla gente per poter contribuire alla crescita umana, sociale, culturale ed economica del nostro territorio“.
