Pasqua di “passaggio”

Tonino Cala
Tonino Cala 237 Views
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A volte le emozioni umane agiscono nel profondo inconscio, generando atteggiamenti e comportamenti individuali e collettivi che non sono razionali o che non ci sembrano maturi. Emozioni che durano poco, qualche istante, qualche giorno e poi vanno via per fare posto a situazioni più ragionevoli e meno coinvolgenti e più logiche.

La paura non è l’angoscia e come tutte le emozioni dura poco! Il pensiero scientifico ci suggerisce una certa cautela nel valutare comportamenti collettivi che rappresentano una regressione all’infanzia, l’infanzia dell’umanità primordiale, circa i dubbi che possiamo provare per talune condotte arcaiche che ci sembrano
incomprensibili.

Quando era ragazzo, mi raccontavano delle storie inverosimili che narravano di uomini che ululavano la notte, fantasmi notturni che vagavano per le strade e per le campagne di Mussomeli, storie di miracoli e di tante altre fantasticherie, causate anche dal mistero divino. E non si capiva neanche la retorica devozionale del potere politico e religioso.

Narrazioni collettive che traumatizzavano la mente suggestionabile dei ragazzi.
Papa Francesco, diversamente dal coro statico dei fedeli, consiglia di praticare una fede più “matura” che, secondo il pensiero di tanti, non può essere unicamente vincolata ai miracoli o alle promesse della vita eterna.

Non conosciamo nulla dell’aldilà, ma del mondo attuale sappiamo che è tanto violento, falso, crudele, cinico, segnato da guerre e da poca compassione per i deboli.
Non bisogna temere la solitudine, anzi taluni ragionamenti e comportamenti emancipati fanno dire alle persone avvedute che i veri cristiani non parlano la lingua dell’omologazione di massa. Anzi, si prende la distanza dalla massa. Con accorto discernimento e non per la presunzione di chi si professa intellettuale.

Non lo so, come non so della vita e della morte. So che finite le feste, tutti ritornano alle loro quotidiane faccende, alle loro umane preoccupazioni. Mi sembra giusto.
L’adulto affronta la vita con senso di responsabilità. Almeno, ci sembra dovuto il pane quotidiano dell’impegno personale. E comprendiamo anche che bisogna avere sincero rispetto per quelli che credono e che praticano le religioni, pur ragionando noi in modo diverso da loro. Tolleranti per cultura e per rispetto delle leggi.

Ma se la fede è amore ed è spirito fraterno, devoto unicamente alla carità e alla grazia degli uomini e tra gli uomini, per il “passaggio” delle nostre ricche feste pasquali parliamo anche delle splendide tradizioni popolari che ci ricordano la lontanissima infanzia ma non diciamo, per gentilezza umana, che siamo pii e devoti cristiani.

Certamente, siamo umani, fatti di un’umanità limitata, errante e peccatrice che si rivolge a Dio, pregandolo di essere indulgente e compassionevole nei nostri confronti, padre affettuoso per i suoi tantissimi figli “distratti” che presi sono dai loro pensieri e dai loro guai quotidiani. Ne abbiamo conosciuti tanti di “atei cristiani”.

In questo momento, il nostro pensiero affettuoso va a papa Francesco, una persona meravigliosa che sa interrogarsi, pensare ed essere spirito critico versus una società frenetica che corre senza riflettere, profondamente disumana, poco cristiana, viziata dall’ingranaggio produttivo e consumistico dell’ego collettivo.

Cristiani per formazione e umani per convinzione! A ciascuno la sua fede e la sua rispettabilissima opinione.


Tonino Calà

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