dal Collettivo Letizia riceviamo e pubblichiamo:
Nella sequenza finale del film “Apocalypse now” il colonnello Kurts pronuncia in modo ossessivo solo una parola:“orrore”, “orrore”.
E questo è il sostantivo (l’unico) che noi possiamo utilizzare guardando e ascoltando quello che da quasi due anni sta succedendo a Gaza, sotto i nostri occhi. Come nel villaggio “surreale” e dalle atmosfere “sulfuree” ideate dal regista Coppola, anche Gaza è ormai una terra fuori dal tempo e dalla storia. Un luogo dove non esistono più legge, giustizia, umanità, dove non esistono diritti, dove non esistono differenze tra terroristi, simpatizzanti di Hamas e semplici e inermi cittadini, siano essi vecchi, donne, bambini.
Gaza è ormai uno sguardo sull’abisso.
I crimini del governo di Netanjahu sono ormai conclamati e ben delineati: genocidio o se vi sembra che possa creare confusione con altri crimini storici (la shoah per intenderci) useremo “strage di massa”.
Lo scopo di tutto ciò? È stato teorizzato e spiegato: buttare fuori dai territori a loro destinati dagli accordi internazionali tutti i palestinesi e creare il grande israele (dal fiume al mare), sogno centenario dei sionisti estremisti!
Le supposte e inconsistenti argomentazioni portate a sostegno dell’azione criminale non meriterebbero neanche di essere considerate. Come si può legittimare il bombardamento sistematico delle città che insistono nella striscia di Gaza, sol perché bisognava stanare i terroristi di Hamas? Come dire che, come è stato osservato da alcuni, per catturare il clan dei corleonesi, si poteva radere al suolo Corleone e poi, casa per casa, acciuffare tutti i cittadini di quel paese e costringerli con le cattive a denunciare covi e latitanti (quello che hanno fatto i francesi in Algeria nel 1960).
Non si può mai giustificare l’assassinio di donne e bambini che aspettano soltanto di poter prendere gli aiuti alimentari, in un’area dove la malnutrizione sta già mietendo vittime, che si aggiungono a quelle causate dai soldati israeliani.
E noi cosa facciamo? Stiamo a guardare, senza nemmeno invocare l’isolamento immediato del governo israeliano e additare anche i suoi complici (Trump? Per esempio). Tra poco tempo i fatti di Gaza saranno sui libri di storia, dobbiamo decidere ora se essere dalla parte di chi chiede che si ripristini il Diritto Internazionale, o, in caso di silenzio, diventeremo complici di tali crimini. (il male non è soltanto di chi lo fa, è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce – Tucidide di Atene) Collettivo Letizia
