di Francesco Daniele Miceli
Ieri sera 20 giugno la parrocchia di San Pietro di Caltanissetta si è mostrata come comunità viva e abbastanza vivace con la terza – e forse ultima – edizione del “Quasi Uguali Show”.
Un evento unico, interamente “nisseno”, che coniuga intrattenimento e spirito di aggregazione, ispirato al celebre format Rai “Tale e Quale Show”, ma con un’anima tutta propria.
Il “Quasi Uguali” non è stato soltanto uno spettacolo, ma un’espressione autentica del potenziale
creativo che può nascere quando una comunità si stringe attorno a un’idea condivisa. Niente format
preconfezionati ma un logo esclusivo, grafiche inedite e – soprattutto – con protagonisti assolutamente fuori dal comune: i parrocchiani.
La serata ha avuto l’energia di una festa di paese e la qualità di una produzione professionale. E mentre il pubblico assisteva in una gremita Arena San Pietro, un’altra fetta di pubblico poteva vedere tramite l’emittente televisiva TFN la serata in diretta.
Lo spettacolo si è aperto con un momento di grande intensità emotiva: la voce calda e profonda di Ilenia Giammusso ha interpretato la canzone “Canta Ancora”, che in più interviste Arisa ha dichiarato di dedicare alla sua mamma, dando così il via a uno spettacolo che ha celebrato fin dall’inizio la bellezza dei legami familiari: sul palco, ad accompagnare la sua esibizione, una mamma e una figlia danzavano insieme: Paola Pecoraro e Francesca Gallina, in una coreografia delicata e piena di significato.
Contemporaneamente, un’altra mamma e un’altra figlia – Sofia Rap e Ornella Cortese – portavano in scena un momento di recitazione l’una di fronte all’altra, con la musica dal vivo di Clara Scarlata, Mario Ferrara e Claudio Rap.
Fin dalle prime note, è apparso chiaro il cuore pulsante dello spettacolo: le famiglie. Famiglie che si raccontano, si mettono in gioco, salgono sul palco per condividere con la comunità il loro esserci.
A guidare il pubblico per tutta la serata è stato Ivano Cereda, presentatore d’eccezione e autentico mattatore, che con il suo carisma ha tenuto il ritmo dello show tra gag, introduzioni, momenti di riflessione e puro divertimento. Al suo fianco, il giovanissimo Aureliano Cereda, in veste di co-conduttore: con disinvoltura e simpatia ha saputo affiancare il padre, regalando al pubblico un bellissimo esempio di collaborazione familiare sul palco.
Ivano, già colonna portante dell’organizzazione e regista dietro le quinte, è anche salito sul palco nei panni di uno scatenato Blues Brother, al fianco di don Rino, il giovane parroco protagonista e motore dell’intero progetto. Dopo le interpretazioni passate nei panni di Stanlio e Ollio, Bud Spencer e Terence Hill, con il tuttofare Valerio, ieri don Rino ha confermato il suo “talento” umano, dimostrando che il palco può essere anche terreno di una comunicazione creativa.
Il livello tecnico dello show è stato sorprendente: ascensore scenico per l’ingresso degli artisti, basi musicali curate nei minimi dettagli, costumi e trucco professionali grazie alla collaborazione del CIRS. Nulla è stato lasciato al caso. L’effetto? Un piccolo miracolo di arte e organizzazione.
Sette le esibizioni in tutto, con parrocchiani di ogni età che hanno interpretato i loro “vip” con ironia, passione e tanto cuore. Dietro ogni performance, l’impegno di settimane, la collaborazione di famiglie, amici, volontari. Uno spettacolo che ha fatto ridere, riflettere e, soprattutto, sentire parte di qualcosa di grande.
Il “Quasi Uguali Show” è la dimostrazione che la parrocchia può e deve essere centro di aggregazione, piazza d’incontro, spazio di festa. Quando musica, teatro e spirito comunitario si fondono, si costruisce molto più di uno spettacolo: si costruiscono relazioni, si rafforza il senso di appartenenza, si educa alla bellezza.
Tre edizioni splendide per un evento che merita di essere ricordato – e magari replicato. Perché Caltanissetta ha bisogno di momenti come questi. E ben vengano, sempre, il teatro e la musica come strumenti di unione e rinascita.

