San Michele Arcangelo a Caltanissetta

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di Massimo Dell’Utri

C’era una volta, tra le colline dorate e le strade antiche di Caltanissetta, un tempo in cui l’oscurità tentava di prendere possesso dei cuori degli uomini. La città, orgogliosa e fiera, era avvolta da un velo di inquietudine, e i suoi abitanti sentivano un freddo inspiegabile nelle notti più silenziose.

Dal cielo, tra le nuvole dorate dal tramonto, scese un angelo. Era San Michele Arcangelo, guerriero celeste, armato di spada fiammeggiante e scudo luminoso. Il suo sguardo era potente e pieno di compassione: non era venuto per distruggere, ma per proteggere.

L’arcangelo apparve in visione a un frate cappuccino, che pregava nella sua cella silenziosa. Il frate, stupito e tremante, riconobbe subito la maestà e la bontà dell’angelo. San Michele gli parlò con voce ferma ma dolce, rivelandogli che doveva scendere sulla città per scacciare il male e proteggere gli abitanti di Caltanissetta.

Atterrò poi in piazza, dove i bambini giocavano ignari e le campane suonavano a festa. Il male, invisibile agli occhi umani, si aggirava tra le strade, cercando di seminare discordia e paura. San Michele levò la sua spada verso il cielo, e un vento caldo e luminoso si diffuse tra i vicoli, scacciando le ombre.

Ogni passo dell’angelo era una benedizione: le case si illuminavano di speranza, i fiori si aprivano sulle terrazze, e le acque dei pozzi riflettevano la luce del suo scudo. Gli abitanti, stupiti e pieni di gratitudine, sentivano crescere nel cuore un coraggio nuovo, capace di resistere a qualsiasi paura.

Quando la missione fu compiuta, San Michele si fermò sulla collina di Santa Croce, guardando la città che respirava finalmente in pace. Con un ultimo sorriso, tornò verso le nuvole, lasciando dietro di sé una scia di luce e protezione.

Da quel giorno, ogni anno, gli abitanti di Caltanissetta ricordano il giorno in cui l’angelo guerriero scese dal cielo per difenderli dal male, sapendo che la luce del bene è sempre più forte di qualsiasi ombra. E così, la leggenda di San Michele Arcangelo rimase viva, tramandata di generazione in generazione, come promessa che la giustizia e il coraggio celeste vegliano sempre sulla città.

Massimo Dell’Utri

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