Quando si dice: volere è potere.
Siciliacque comunica: “Realizzato in tempi record da Siciliacque il bypass da 1,5 chilometri dell’acquedotto Blufi. L’opera, necessaria al funzionamento dell’acquedotto in senso inverso, è stata portata a termine in appena 5 giorni (dalla mattina di sabato 30 novembre a quella di giovedì 5 dicembre).
Nel complesso sono state 10 le imprese che, sotto il coordinamento di Siciliacque, hanno lavorato contemporaneamente impiegando complessivamente 79 operai, 18 escavatori, 21 furgoni attrezzati e 19 stazioni di saldatura.
Nel corso della mattinata di ieri, 6 dicembre, subito dopo aver terminato i lavori, sono state effettuate le manovre finalizzate al riempimento della tubazione che da questo pomeriggio sta portando l’acqua dai pozzi di Butera (realizzati da Caltaqua) sino al serbatoio di Cozzo della Guardia, per consentire l’approvvigionamento di Caltanissetta e San Cataldo. La nuova infrastruttura andrà a regime nell’arco della giornata di oggi 7 dicembre”.
La notizia è una boccata di ossigeno per i cittadini di Caltanissetta e S. Cataldo, ma soprattutto dimostra che se nei vent’anni in cui Siciliacque è stata responsabile della rete di sovrambito e degli invasi per la raccolta delle acque, molti dei quali sono ancora da collaudare, si fossero tenuti questi ritmi di intervento, molto probabilmente mezza Sicilia non sarebbe assetata come sta emergendo drammaticamente in questi mesi.
La lezione servirà a mettere mano alla revisione totale delle condutture, nelle quali si perde il 52,5% (fonte Eurispes)? È un compito istituzionale di Siciliacque, dovrebbe essere eseguito d’ufficio, non quando esplode l’emergenza.
Perché ancora non si procede a realizzare il progetto di trivellazione sub-orizzontale alla base delle Madonie, già validato dall’università di Palermo, che permetterebbe di immettere subito nel potabilizzatore di Blufi e nelle condutture già esistenti 300 litri al secondo, come da mesi segnalano i geologi siciliani e in particolare il prof. Francesco Mangiavillano?
O dobbiamo pensare che siano necessarie azioni di pirateria istituzionale come quella dei sindaci dell’ennese che hanno occupato la centrale dell’Ancipa e chiuso i rubinetti per Caltanissetta e S. Cataldo?
In Sicilia la cosa più difficile da garantire è sempre l’ordinaria amministrazione. Speriamo che si possa voltare pagina. Almeno per quanto riguarda l’acqua