Uno spazio per la scultura di Gino Ciulla a Palazzo Moncada

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Girolamo Ciulla, “Gino” per tutti a Caltanissetta, è stato uno degli scultori italiani più importanti tra ‘900 e terzo millennio, conosciuto e celebrato a livello internazionale, con esposizioni in tutta Europa e un invito prestigioso alla Biennale di Venezia nel 2011. È scomparso due anni fa in questo giorno a Pietrasanta, a pochi chilometri dalla casa dove morì Rosso di San Secondo, come uno di quei fili sottili e tenaci, che legano tanti artisti siciliani alla loro terra anche quando ne sono lontani.

Come Michele Tripisciano tra ‘800 e ‘900, Gino Ciulla ha portato il nome di Caltanissetta nel mondo attraverso quell’arte scultorea che con i materiali della natura riesce ad esprimere il mito, la poesia e la visione di un universo interiore senza bisogno delle parole, con un segno di solida stabilità, incentrato sull’essenza da rappresentare.

Come Tripisciano ha scontato a lungo la sottovalutazione dei suoi concittadini e delle istituzioni che li rappresentano, anche se in alcuni casi la lungimiranza di qualche amministratore ne ha proposto la committenza per lo spazio pubblico, come per i mensoloni che sono stati collocati davanti al palazzo dell’Università, per volontà del Sindaco Messana.

Da più parti si chiede di valorizzarne l’opera in maniera duratura e non occasionale, come richiesto anche da una mozione presentata in Consiglio comunale.

Sarebbe significativo e indispensabile dedicargli uno spazio, con la presenza di alcune sue opere significative, all’interno del Palazzo Moncada che ospita la Civica Galleria Tripisciano, dove sono presenti anche opere di Frattallone e Scarantino, scultori ottocenteschi rinomati e da valorizzare.

L’arte contemporanea non è sempre ben compresa dal grande pubblico, ma nel caso di Gino Ciulla questo pregiudizio è sfatato dalla limpida potenza plastica delle sue figure e delle sue forme, primigenie e futuristiche al tempo stesso, capaci di rappresentare il mito invisibile che rende da sempre inesorabilmente attuali i simboli della terra di Sicilia, rielaborati e stilizzati secondo un canone libero di contemporaneità.

Si costruirebbe così un legame forte che passa attraverso la scultura tra due epoche diverse della nostra storia, nell’arco di poco più di un secolo, rappresentata come un percorso plastico nelle sale del Palazzo più prestigioso della città, un palazzo barocco, l’epoca in cui la scultura italiana ha dato i suoi frutti più significativi e spettacolari, riuscendo a parlare al grande pubblico e non soltanto agli addetti ai lavori.

Con la disponibilità della nuova ala recentemente ristrutturata di Palazzo Moncada non dovrebbe essere difficile realizzare questo progetto, valorizzandone anche la potenza architettonica con un segno di arte contemporanea riconoscibile a livello internazionale e iconico per la città del presente e del futuro.

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