Il PD di Caltanissetta a Congresso: Circolo unico e La Rocca Segretario

redazione
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Questa terra è la tua terra” è stato il titolo e il filo conduttore del Congresso del PD della città di Caltanissetta, domenica 25 maggio, concluso con l’approvazione di un documento programmatico (che riportiamo integralmente) illustrato nella relazione introduttiva da Carlo Vagginelli, e con l’elezione nuovo comitato direttivo, della Segreteria e del Segretario cittadino, l’architetto Giancarlo La Rocca.

Nel corso dell’evento sono intervenuti la deputata PD Giovanna lacono, la deputata regionale Valentina Chinnici che ha presentato il programma regionale del candidato Antony Barbagallo, il consigliere comunale Armando Turturici per l’associazione politica Futura- costruiamo insieme la città, il presidente di Slow Food Fabio Di Francesco, per il Movimento 5 Stelle Lisa Faraci, per Governo di Lei Loredana Rosa, per
Area Civica Annalisa Petitto. Hanno portato i loro saluti anche Gianfranco Cammarata del Collettivo Letizia e il gruppo di Sinistra Italiana.

La decisione più rilevante e immediata è stata la riunificazione in un unico Circolo cittadino, superando la bipartizione in due circoli, che a loro volta erano gli eredi dei quattro circoli esistenti quando il Partito Democratico era nato.

Del resto, con soli 120 iscritti nella città capoluogo, un unico Circolo sarà probabilmente più funzionale. Il nuovo Comitato Direttivo è composto da circa 30 persone, e la Segreteria da 11 componenti, con maggioranza femminile e nuove presenze con deleghe tematiche:

Giancarlo la Rocca Segretario, Greta Tassone Vice-Segretaria, Francesco Munda Tesoriere, Carlo Vagginelli Consigliere comunale, Roberta Bocca e deleghe tematiche a Ester Vitale, Davide Chiarenza, Lidia Trobia, Lilly Corda, Martina Zagarella, Aurelia Speziale ed Ivo Cigna.

L’obbiettivo è quello di dare senso alla unità puntando a risultati comuni, che facciano uscire il PD dalla crisi che lo ha portato a non presentarsi con il proprio simbolo nelle due ultime elezioni amministrative: diventare la lista più votata in citta nelle elezioni regionali del 2027 e costruire una coalizione ampia e coerente con le altre forze di progresso e di rinnovamento per le elezioni amministrative del 2029.

Accenti autocritici anche nell’intervento di Renzo Bufalino, Segretario provinciale uscente e vice-segretario regionale, che ha dichiarato di voler uscire dal ruolo sostanzialmente commissariale che ha rivestito in questi anni e di volersi impegnare per costruire un nuovo gruppo dirigente all’altezza delle attuali sfide sociali e politiche.

Rimane il nodo della profonda divisione che ha manifestato il PD regionale, con schieramenti contrapposti quanto frastagliati intorno alle candidature alla Segreteria. Divisione tanto più aspra quanto si è rivelato assolutamente ininfluente in questi anni il ruolo del PD a livello regionale, dentro e fuori il Parlamento. Il PD nisseno, a questo proposito, si è ritrovato nel proporre l’unità che è riuscito a riconquistare come esempio da seguire anche nel resto della Sicilia, invitando il Regionale a “cambiare passo” rispetto all’andamento degli ultimi anni.

Non sarà facile

DOCUMENTO POLITICO CIRCOLO PD CALTANISSETTA

UNA NUOVA SPERANZA

Scegliendo di convogliare le energie e le esperienze del Partito Democratico di Caltanissetta in un unico Circolo intendiamo comunicare alla città un messaggio semplice e radicale: è in campo una nuova speranza.

Lungi dall’essere una semplice scelta organizzativa, la nostra decisione crea le condizioni per la costruzione di un’offerta politica nuova, per la promozione di una credibile alternativa al declino cui Caltanissetta sembra essere rassegnata, per la realizzazione di un futuro più giusto per la nostra città e per chi la vive.

Noi scegliamo di unire e rinnovare il Partito Democratico di Caltanissetta perché crediamo nella funzione trasformativa che la politica può esercitare se agisce nell’interesse dei molti e non dei pochi, perché siamo convinti che anche in questa terra aspra e sofferente posta al centro della Sicilia sia possibile un cambiamento, perché vogliamo costruire un destino felice per noi e per gli altri, nel luogo in cui abbiamo scelto di vivere e che chiamiamo casa.

Il nostro non è un ottimismo incosciente. Siamo pienamente consapevoli dei tanti problemi che affliggono la nostra comunità: il declino demografico, le diffuse povertà economiche, sociali e culturali, la sistematica negazione di fondamentali diritti di cittadinanza, lo stato di abbandono cui versa gran parte del suo territorio, l’annidarsi di consorterie estrattive, rendite di posizione, grumi di potere legale e illegale.

Sappiamo, però, che fare politica non può ridursi alla semplice descrizione dello stato di cose esistente, ma vuol dire muoversi ed agire per governare la realtà e orientarne i mutamenti; fare politica, al fondo, vuol dire “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Per questo motivo, di fronte all’alternativa tra la fuga, la rassegnazione passiva e l’impegno politico scegliamo con convinzione e determinazione quest’ultima strada.

NOI, DEMOCRATICHE E DEMOCRATICI

Ci riconosciamo nelle culture politiche che hanno animato la Resistenza antifascista, hanno consentito la nascita della nostra Repubblica e che sono confluite nel Partito democratico: l’originale esperienza del comunismo italiano, il cristianesimo democratico e popolare, il riformismo socialista, quello laico e liberale, il femminismo e l’ambientalismo.

Crediamo che la grande sfida di questo tempo riguardi la sopravvivenza della democrazia, una straordinaria conquista del Novecento da difendere ed espandere, combattendo le disuguaglianze, diffondendo i diritti, realizzando un modello di sviluppo giusto e sostenibile, custodendo la pace.

Pensiamo che questa sfida debba essere affrontata e vinta anche nella nostra città e nella nostra provincia, la cui condizione di marginalizzazione va collocata dentro un contesto nazionale e globale sempre più caratterizzato dall’allargarsi dei divari territoriali, con aree in stato di abbandono e grandi poli urbani destinatari di risorse ed investimenti in quanto ritenuti i soli capaci di avviare efficaci processi di modernizzazione.

È anche questo uno dei risultati della lunga stagione neoliberista, segnata dal primato del mercato e della finanza nella scelta dei territori ove indirizzare i grandi investimenti, da politiche pubbliche cieche ai luoghi e alle loro differenze, da una visione della libertà declinata in termini di esclusiva exit e non di voice.

La questione nissena si inserisce quindi dentro una sfida politica più grande, che riguarda la messa in discussione del modello di sviluppo fino ad oggi dominante, la costruzione di un assetto istituzionale e di rapporti di potere pienamente democratici, l’allargamento ed il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza.

Proprio da territori come il nostro, del resto, può e deve partire un vero e proprio cambio di paradigma: la qualità della vita in luogo della mera parametrazione della ricchezza in termini di reddito, la generatività, la sostenibilità e la tutela delle diversità ambientali in luogo di un’economia estrattiva che sta mettendo in discussione la sopravvivenza della vita umana nel pianeta, la coesione sociale e la solidarietà in luogo di disuguaglianze sempre più immorali.

La “questione nissena” va collocata in questo scenario ed assume quindi un valore politico e culturale straordinario, che investe direttamente la natura e la ragione storica di forza politica democratica e di sinistra.

Pur riconoscendo l’originale contributo proveniente da diverse esperienze civiche, sentiamo quindi la necessità di affermare che il nostro impegno deriva da una precisa scelta di campo politica e poggia, anche nella sua dimensione locale, su solide basi culturali e valoriali.

Essere democratiche e democratici, del resto, vuol dire innanzi tutto battersi per promuovere e difendere la dignità di ogni persona, indipendentemente dal luogo in cui questa viva, dal colore della sua pelle, dalla famiglia alla quale appartiene, dalle sue condizioni personali e sociali.

Essere democratiche e democratici vuol dire impegnarsi affinché una bambina, uno studente, una lavoratrice e un anziano nati nella campagna di Caltanissetta abbiano lo stesso diritto di giocare, studiare, lavorare e ricevere cure dignitose di chi nasce e vive al centro di Milano.

Essere democratiche e democratici vuol dire lavorare ed impegnarsi perché il paesaggio, l’ambiente ed il patrimonio artistico di un territorio non vengano dilapidati da logiche di profitto, ma siano preservati e valorizzati, affinché possano essere goduti anche dalle generazioni future.

Essere democratiche e democratici vuol dire combattere la dittatura del bisogno, difendendo la democrazia da ogni ricatto mafioso e clientelare, promuovendo la cultura della legalità, contrastando ogni forma di abuso del più forte sul più debole e favorendo il sorgere reti partecipative civiche e solidali.

Essere democratiche e democratici vuol dire riconoscere che senza parità di genere non c’è vera democrazia. Siamo e saremo un partito femminista, perché crediamo che l’uguaglianza tra donne e uomini non sia un tema secondario, ma un fondamento imprescindibile per costruire politiche pubbliche capaci di rendere la nostra città più giusta, più equa, più inclusiva e più competitiva. Crediamo che serva un cambiamento profondo e urgente: vogliamo una società in cui ogni donna possa vivere libera da violenze, discriminazioni, stereotipi e ricatti.

Libera anche dal peso sproporzionato del lavoro domestico e di cura, che oggi continua a ricadere in gran parte su di lei, a causa di un sistema di welfare inadeguato e sbilanciato. Ci impegniamo affinché l’uguaglianza di genere sia al centro delle politiche del lavoro, con interventi concreti: abbattimento del divario retributivo, contrasto delle prassi discriminatorie, tutela contro la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro. Presidieremo ogni diritto delle donne, affinché la parità e l’autodeterminazione non siano solo enunciazioni di principio, ma realtà vissute ogni giorno, nella vita concreta di ciascuna.

Essere democratiche e democratici vuol dire parlare di diritto a restare. Avere la possibilità di restare nella propria terra, con accesso a lavoro dignitoso, istruzione di qualità, sanità efficiente e trasporti adeguati. Diritti spesso negati nel Sud, soprattutto in province come Caltanissetta. Difendere questo diritto significa garantire pari opportunità, ovunque si nasca.

Perché restare deve essere una scelta, non una rinuncia. Noi crediamo che la vera sfida democratica sia questa: ricucire il Paese, garantendo a tutti e tutte le stesse possibilità, ovunque vivano. Perché la libertà di restare è parte integrante della libertà di scegliere. E nessuna democrazia è davvero compiuta finché lascia indietro interi territori e le persone che li abitano.

Essere democratiche e democratici, al fondo, vuol dire esercitare una critica radicale agli attuali assetti del mondo, mettendone in discussione gli equilibri di potere e lavorando per la sua ricostruzione civile e sociale. Questa è l’altezza della nostra ambizione, il senso profondo del nostro impegno, il significato, intellettuale e morale della nostra militanza politica.

CALTANISSETTA GIUSTA E SOSTENIBILE

Caltanissetta ha bisogno di una svolta all’insegna della giustizia sociale ed ambientale. La nostra città vive da anni un lungo declino, caratterizzato da tre gravi crisi di ordine demografico, sociale e identitario. La prima deriva dalla riduzione e dall’invecchiamento della popolazione, la seconda è data dalla crescita dei divari sociali e dalla negazione di fondamentali diritti di cittadinanza, la terza è causata dallo smarrimento della sua identità culturale, politica e produttiva.

Per invertire la rotta è necessario sciogliere i nodi che soffocano il nostro territorio e lo tengono stretto in uno stato di marginalizzazione: amministrazioni incapaci di offrire i servizi con la dovuta efficienza, alto tasso di disoccupazione giovanile e femminile, lavoro precario e mal pagato, diffusa povertà educativa, sistema sanitario inadeguato, rete infrastrutturale arretrata, forti condizionamenti di interessi privati, sia legali che illegali, sulle decisioni pubbliche.

Questi nodi possono essere recisi solo da una politica che metta al centro della sua azione i diritti di cittadinanza, l’uguaglianza sociale, la sostenibilità ambientale e la legalità. Come Partito Democratico di Caltanissetta ci assumiamo il compito di costruire una proposta politica che sia all’altezza di questa ambizione e che si fondi su quattro parole chiare e semplici, già indicate nella Carta di intenti che abbiamo redatto nel dicembre del 2023: persone, lavoro, ambiente e democrazia.

Riteniamo che l’analisi e le proposte contenute in quel documento, che abbiamo volutamente intitolato “Caltanissetta 2030”, costituiscano una traccia di lavoro utile anche per i prossimi anni, al netto degli aggiornamenti e degli approfondimenti che si renderanno via via necessari.

In questa sede – quindi – non intendiamo riproporre puntualmente la nostra piattaforma programmatica, vogliamo però ribadirne l’ispirazione di fondo: realizzare una città più dinamica e moderna, ma anche più inclusiva e sostenibile.

Per farlo vogliamo porre al centro dell’azione amministrativa le politiche per l’infanzia, la tutela del diritto all’istruzione e di quello alla salute, la costruzione di un welfare di prossimità e generativo, la rimozione delle disuguaglianze di genere, di quelle generazionali e di ogni barriera legata all’orientamento sessuale, al credo culturale e religioso o al paese di provenienza.

Allo stesso tempo intendiamo promuovere politiche di sviluppo territoriale che consentano di fare sistema con il resto della Sicilia centro meridionale, investendo sul nostro patrimonio culturale, sul turismo, sulla presenza universitaria, sulla riconoscibilità dei nostri prodotti, sull’innovazione tecnologica, sulla di5usione dei saperi, sui nostri impianti sportivi, sul potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, sul lavoro buono, stabile, sicuro e ben retribuito.

Anche l’ambiente cittadino va ripensato radicalmente, riducendo il volume di edificato per restituire suolo e spazio alla natura ed alla socialità, rimodulando la mobilità al fine di renderla più sostenibile, potenziando il trasporto pubblico, valorizzando, curando e mettendo in rete il verde urbano, promuovendo i beni comuni.

Caltanissetta deve assumere il paradigma della transizione ecologica tramite la costituzione di comunità energetiche, realizzando un ciclo dei rifiuti sostenibile che incentivi il risparmio, il riuso ed il riciclo, riducendo il consumo d’acqua e favorendone il recupero, adottando una food policy urbana.

Va costruito un nuovo rapporto tra centro e periferia, lavorando alla rigenerazione dei quartieri storici di Caltanissetta, che devono trovare una nuova vocazione mediante la crescita della presenza universitaria e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Al contempo, però, occorre procedere alla bonifica delle tante zone di degrado ed insicurezza.

Per rigenerare Caltanissetta, infine, pensiamo che sia necessario valorizzare la partecipazione democratica in ogni settore della vita amministrativa, coinvolgendo i cittadini, le reti associative ed i Comitati di quartiere in tutte le scelte di carattere strategiche e scommettendo su forme di sussidiarietà nella gestione dei servizi comunali.

Promuovere la democrazia vuol dire anche riorganizzare nel profondo la macchina amministrativa comunale dotandola di personale e di metodi efficienti, affermare la necessaria equità fiscale contrastando l’alto tasso di evasione dei tributi locali, e vuol dire mantenere alta l’attenzione sulla difesa della legalità e sul contrasto alle mafie.

È attorno a queste idee che vogliamo sviluppare l’azione politica ed il radicamento sociale del Partito Democratico di Caltanissetta, in stretta connessione con il Partito provinciale, regionale e nazionale.

UN PARTITO APERTO E RINNOVATO

Per ricostruire un rapporto positivo con la nostra comunità non sarà sufficiente presentare un decalogo di proposte programmatiche, per quanto efficaci e convincenti queste possano essere, servirà una forza organizzata, un soggetto politico capace di raccogliere e mobilitare migliaia di concittadine e concittadini attorno ad un’idea di riscatto ed emancipazione morale, intellettuale e materiale.

Per questo vogliamo costruire un Circolo aperto ai cittadini, interprete dei loro bisogni e delle loro idee, capace di progettare il cambiamento nella dimensione istituzionale come in quella sociale ed organizzato per agire attorno ad obiettivi riconoscibili e verificabili.

Vogliamo che il nostro Circolo sia in grado di realizzare campagne di ascolto e di mobilitazione, attività di formazione culturale e politica ed iniziative di approfondimento su temi locali, regionali e nazionali.

Immaginiamo, quindi, il Circolo del Partito Democratico di Caltanissetta come una “rete di reti”, capace di promuovere e coordinare il lavoro di tante realtà diverse: forum tematici aperti al contributo di simpatizzanti, i Giovani democratici, la Conferenza Donne Democratiche, un’apposita associazione dedicata alla formazione ed alla cultura politica, un Centro di solidarietà ed informazione che promuova forme di mutualismo e volontariato Una democrazia sana ha bisogno di strumenti concreti e canali stabili per garantire la partecipazione. I partiti hanno un ruolo insostituibile di mediazione sociale e, proprio per questo, devono favorire il dialogo con la società civile, i corpi intermedi, il mondo dell’associazionismo e il terzo settore, mettendoli nelle condizioni di contribuire alle scelte pubbliche. La nostra idea di partito è quella di una forza aperta e accogliente, capace di abbracciare le energie e le esperienze dei territori, di ascoltare e costruire insieme le decisioni che riguardano il futuro della città di Caltanissetta.

Allo stesso tempo, però, vogliamo che il Circolo del Partito Democratico di Caltanissetta possa agire libero da condizionamenti e da interessi particolari, valorizzando appieno la sua democrazia interna e la partecipazione delle donne e degli uomini che vi militano.

CONCLUSIONI: QUESTA TERRA È FATTA PER TE E PER ME

In un tempo segnato dalla rassegnazione noi vogliamo proporre parole di speranza e di fiducia: esistono ancora ideali per cui vale la pena impegnarsi ed obiettivi per cui spendersi.

Nel lontano 1940 Woody Guthrie, il padre del folk statunitense, rese famosa una canzone dal titolo assai suggestivo: This land is your land. Quel brano, al fondo, offre un messaggio di condivisione ed uguaglianza capace di andare oltre le differenze di etnia e di ceto sociale.

Ma quel brano invita anche a riscoprire il senso di appartenenza ad una comunità nei confronti della quale si è responsabili.

Con il nostro impegno vogliamo riproporre il medesimo concetto, ricordando che questo Mondo in fiamme è il nostro Mondo, questo Paese disilluso e stanco è il nostro Paese, questa Sicilia ferita ed oBesa è la nostra Sicilia, questa terra di Caltanissetta, spesso rassegnata alla sconfitta, è la nostra terra.

Questa terra è la nostra terra, e ne avremo cura.

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