Un dato emerge con rilevanza preoccupante dalla relazione del Procuratore Generale della Repubblica di Caltanissetta Fabio D’Anna nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario:
“C’è una elevatissima propensione alla violenza e alla disponibilità di ingenti quantitativi di armi nel mandamento di Gela. In relazione al numero di residenti è forse la più ‘armata’ d’Italia ed ha disponibilità di molte armi, anche da guerra, fra i quali i micidiali kalashnikov che, com’è noto, non sono mai stati utilizzati da ‘Cosa Nostra’ in Sicilia per colpire obiettivi ‘ordinari.
Il mandamento di Gela ha un modus operandi apertamente ‘corleonese’ con una chiara propensione al ricorso alla violenza più efferata”. Il Procuratore D’Anna ha sottolineato come «continua comunque ad essere molto forte il senso di appartenenza ai sodalizi mafiosi… si pensi, per esempio, che l’affiliazione alla “Stidda” si era già tradotta in comportamenti iconici da parte di alcuni giovani i quali, mutuando condotte proprie di altre tradizioni mafiose, si sono tatuati una “stella a cinque punte” a rimarcare l’appartenenza all’organizzazione».
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti: Giuseppe Melisenda Giambertoni (presidente reggente Corte d’Appello di Caltanissetta), Felice Giuffrè (rappresentante CSM), Giusi Bartolozzi (rappresentante Ministero della Giustizia), Fabio D’Anna (procuratore generale della Repubblica di Caltanissetta), Alfredo Saia (presidente Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta), Antonio Gagliano (consigliere Consiglio Nazionale Forense), Salvatore De Luca (procuratore della Repubblica di Caltanissetta), Santi Bologna (presidente sezione distrettuale ANM), Silvia Iacona (delegato FEDER.M.O.T), Sergio Iacona (presidente Camera Penale di Caltanissetta), Franca Quattrocchi (delegato Coordinamento Nazionale Direttori del Ministero della Giustizia), Vincenza Cammaleri (delegato Comitato Cancellieri Esperti).

