Venerdì 27 giugno, alle 18, nella sala degli Oratori di Palazzo Moncada a Caltanissetta, Stefania D’Angelo (Presidente di SiciliAntica di Caltanissetta) e il prof Giuseppe Palermo (curatore del volume) presentano “Bucoliche- Moretum- Copa- Ladro di miele” in versi siciliani, ovvero alcune delle opere di padre Domenico Canalella tradotte in lingua siciliana ma rimaste inedite per tanto tempo.
Il volume di grande formato è anche arricchito dai disegni di Rosy Calà, Teresa Canalella e Tanino Palumbo.
Chi era dunque padre Domenico Canalella, letterato di profondissima cultura ma poco conosciuto nella sua stessa cittadina?
Egli nacque a Mussomeli il 28 giugno del 1914 e morì a Palermo il 30 luglio del 1978. Entrò giovinetto nel seminario di Caltanissetta e spese la sua vita tra le città di Palermo, Messina e Catania. Dietro segnalazione del glottologo Giorgio Piccitto, dell’università di Catania, il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferì la medaglia d’oro per la traduzione della Divina Commedia come documento linguistico della Sicilia interna.
Oltre alla Divina Commedia tradusse in vernacolo anche l’Odissea, quest’ultima ancora inedita. Invero, nel 1998, ventennale della morte di padre Domenico Canalella, si era parlato di dare alle stampe l’Odissea, titanica opera classica tradotta da questo geniale domenicano di casa nostra, ma poi non se ne fece nulla.
L’Odissea, tutt’ora inedita, grandiosa opera scritta a mano su tre quaderni conservati dai familiari, dovrebbe comunque vedere la luce proprio grazie al lavoro di riscoperta che viene portato avanti dal prof Palermo.
La traduzione in siciliano dell’Odissea è fedele a quella in italiano del Pindemonte, composta da 24 canti di 500-700 versi ciascuno che sviluppano circa 12.000 versi, rigorosamente in sestine, a rime alternate i primi quattro versi e in rime baciate gli ultimi due. Ovviamente rispettando la metrica dell’endecasillabo.
Circa la Divina Commedia, invece, anch’essa tradotta in vernacolo da padre Domenico Canalella, nel 1998 fu presentata a Palermo dalla casa editrice Nuova Ipsia, un volume di grande pregio con saggi introduttivi di Salvatore Di Marco, Salvatore Ferlita e padre Michele Fortuna, arricchito da tavole illustrate e custodito in un originale cofanetto.
Tale opera era uscita in fascicoli nel 1978 allegata a “L’alfiere”, rassegna culturale di storia, arte, turismo e attualità. La copertina era stata realizzata dall’artista Pino Petruzzella, mentre la prefazione e i sommari erano stati curati da Giuseppe Burgio.
In seguito, l’editore decise di pubblicare l’opera integralmente in tre volumi, Inferno, Purgatorio e Paradiso, raccolti in un cofanetto e reperibile ancora oggi dagli appassionati di tradizioni e della cultura siciliana.
Roberto Mistretta