COPPA NISSENA: LA STORIA DI UN’AVVENTURA SECOLARE

Calogero Ariosto
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Inizia con questo articolo la collaborazione con il nostro giornale dell’avv. Calogero Ariosto, massimo esperto di automobilismo storico e non solo.

“Una gara automobilistica nel nostro territorio avrebbe incontrato le risa di un Lèon Blum e le maledizioni di qualche saggio che, attraverso la dura esperienza materialistica del secolo delle invenzioni, non si è tuttavia rifatto della vecchia mentalità reazionaria che concepisce la macchina come incarnazione del diavolo…”.  

E’ questo l’incipit, apparso il 24 maggio 1922 sul numero unico della prima edizione della Coppa Nissena.

Nasce così la tradizione automobilistica della città di Caltanissetta. Da quel “1° Circuito Automobilistico” tratteggiato da un manipolo di appassionati capeggiati da Augusto Rigoletti, un ingegnere di origine veneta, venuto in città al seguito delle imprese impegnate nella grande opera di modernizzazione del territorio nisseno, necessaria ai giacimenti minerari di zolfo, è trascorso oltre un secolo.

Si partiva “sotto il costone di Sant’Anna” (oggi via Xiboli) per scendere verso il Salso, risalire per la Castrogiovanni (oggi Enna) e ridiscendere dal versante di Villarosa, proseguire per Barriera Noce, lambendo Santa Caterina Villaermosa e tornare al traguardo di Sant’Anna. Due i giri da percorrere, per un totale di 166 km e 600 metri.

La “Coppa Nissena” è l’ambito trofeo per il vincitore, messo in palio addirittura da Sua Maestà il Re d’Italia.

In quel secondo decennio del Ventesimo secolo Caltanissetta è la capitale dello zolfo e vuole affacciarsi nel “bel mondo”. Il sogno di una grande corsa, sulla scia di quella “Targa” ideata da Vincenzo Florio sulle strade madònite, si trasforma in realtà.

L’evento coincide con le celebrazioni del fatidico 24 maggio 1915, quando l’Italia entra in guerra al fianco delle potenze alleate anglofrancesi contro l’Impero Austro-Ungarico. In ricordo della Vittoria, consacrata nel bollettino del 4 novembre 1918, firmato dal generale Armando Diaz,  Caltanissetta si vuole un monumento ai caduti di quel conflitto, da posare in cima al viale delle rimembranze realizzato sul viale Regina Margherita, a ricordo dei 289 militari nisseni caduti.

Si impone una serie di festeggiamenti e fra questi la grande corsa su strada, disputata dai grandi nomi della aristocrazia siciliana. Un evento mondano, oggi non comprensibile, né comparabile con la realtà odierna.

All’appello del comitato organizzatore presieduto da S.E. il Principe Pietro di Scalea, Ministro della Guerra nel primo Ministero Facta, rispondono alcuni dei più affascinanti nomi dell’aristocrazia e della più ricca borghesia siciliana del tempo.

Al recinto delle partenze si presentano quattro Fiat, due Ceirano, una Mercedes, una Darracq, due Alfa Romeo, una Nazzaro e due Itala. E’ il meglio che l’industria motoristica offre.

I concorrenti, che vestono i non agevoli panni di pilota, sono il conte Emilio Milio, il cavaliere Carlo Gasperin, il barone nisseno Giovanni Barile, il marchese di Montemaggiore, il commendatore Mario Zabban, il barone Giulio Pucci, il commendatore Costantino Trombetta, il cavaliere Luigi Lopez, il cavaliere Martino Modò, i possidenti Alfredo Pellegrino, Giuseppe Piro, il nisseno Giuseppe Giordano, nonché il duca di Caccamo.

E’ l’inizio di una avventura che “seduce e avvince, trascinando nell’entusiasmo migliaia di nisseni e di eccitati appassionati del nuovo sport motoristico : i nuovi spettatori di un nuovo spettacolo”.

Alla Tribune sono presenti il Prefetto, la deputazione provinciale e la giunta comunale, oltre a “grandissimo numero di notabilità”, accompagnate dalle loro gentildonne che sfoggiano abiti fatti arrivare da Napoli, Firenze e Parigi, all’epoca capitali della moda.

La corsa si rivelerà dura e aspra, registrando panne e ritiri.

La prima edizione della Coppa Nissena è vinta da Luigi Lopez su Itala in 2h.59’.39”, secondo è Giordano in 3h.10’, terzo è Trombetta in 3h.15’.18”.

Al termine della gara si fa ritorno in città. La sera, a Villa Amedeo, avviene la premiazione, tra le verdi e profumate essenze che la primavera nissena rilascia nel giardino nei pressi del Palazzo della Prefettura, consegnando alla cronaca una Caltanissetta “felix” (quantomeno nelle sue èlite), come una qualsiasi capitale culturale europea, dove la tensione agonistica viene vissuta con ampia partecipazione e consacrata con i riti propri della mondanità, con adeguato tributo di elogio ai protagonisti e agli spettatori.

Altri tempi.

Calogero Ariosto

Le immagini d’epoca sono state gentilmente concesse dall’avv. Calogero Ariosto dalla sua collezione privata

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