Mons. Onofrio Castelli al sit-in per il diritto all’acqua: “Bisogna sfondare tutte le resistenze e tutte le porte perché si trovino le strategie”
La Chiesa nissena si schiera con i cittadini che soffrono per il diritto all’acqua negato e denuncia le speculazioni sul mercato delle autobotti.
Il Vicario generale della diocesi, mons. Onofrio Castelli, ha partecipato all’incontro sit-in organizzato da un gruppo di cittadini, a cui hanno aderito 27 associazioni, sindacati, partiti e gruppi spontanei, mentre cresce la preoccupazione per le notizie sul prossimo esaurimento del bacino dell’Ancipa, l’ultima diga rimasta ad alimentare (si fa per dire) l’approvvigionamento idrico del nisseno e i turni di erogazione ogni sei giorni non sempre vengono rispettati.
Ieri sera 17 ottobre, davanti alla sede dell’ATI (Ambito Territoriale idrico), centinaia di cittadini si sono riuniti per sostenere con la loro protesta pacifica ma determinata, la delegazione che ha incontrato il Presidente dell’ATI (Assemblea Territoriale Idrica) Massimiliano Conti e numerosi sindaci della provincia.
Abbracciato dall’applauso dei manifestanti, mons. Castelli, che ha portato il saluto del vescovo, mons. Mario Russotto, reduce da un intervento coronarico, ha sottolineato come il compito importante dei politici, in queste situazioni di estremo disagio, sia anche quello di “non fare promesse che non possono mantenere”.
”A volte – ha detto monsignor Castelli – è meglio tacere che dire una parola falsa”. Il vicario ha denunciato l’abusivismo delle autobotti con parole inequivocabili: “Ancora oggi -ha affermato – nel 2024 mi duole vedere che c’è chi batte moneta sulla mancanza di acqua. Esiste un mercato nero dell’acqua a Caltanissetta e in un momento come questo bisogna aiutarsi non sfruttarsi”.
“La Chiesa – ha detto monsignor Castelli – scende in campo per un problema che riguarda tutti. Il solo pensiero di aprire il rubinetto e non vedere l’acqua, e stare nell’incertezza, ci spinge a rivolgerci a chi ha la possibilità di intervenire.
Chi è stato eletto per organizzare e ordinare la cosa pubblica e ha la possibilità di muovere qualche passo in questa causa lo faccia. Non deve essere questa la causa che deve amareggiare le nostre notti insonni. E dico insonni perché mi risulta di tantissimi che devono fare nottate per approvvigionare in una maniera o nell’altra quell’acqua che serve per la vita quotidiana. Per cui bisogna sfondare tutte le resistenze e tutte le porte perché si trovino le strategie”.
Numerosi consiglieri comunali presenti. Carlo Vagginelli, del PD, ha sottolineato: “Noi vogliamo l’acqua ma anche la chiarezza, perché di prese per i fondelli mi sono stancato. Ancora assistiamo a un rimpallo delle responsabilità. L’ATI è l’ente pubblico che deve governare il servizio idrico. E a loro chiediamo che ‘prendano per le orecchie’ il presidente della Regione Schifani, lo convochino. Noi Schifani lo abbiamo invitato ai Consigli comunali ma non si è mai presentato. A questo punto glielo chiedano i sindaci”.
“La situazione folle che abbiamo – ha dichiarato Roberto Gambino – delle dighe senza potabilizzatori e dei potabilizzatori senza dighe si commenta da sola. Investimenti ingenti buttati sul Blufi per una diga che non dà un centilitro d’acqua e che si commentano da soli. Abbiamo necessità di infrastrutture efficienti. E di fare presto”.
Nel corso dell’incontro nella sede dell’ATI il sindaco Walter Tesauro ha annunciato che nella legge finanziaria regionale sono stati stanziati 4 milioni di euro per il rifacimento delle rete idrica interna della città di Caltanissetta, dove attualmente si perde circa il 30% dell’acqua che circola per la fatiscenza delle tubature. Ma non è una soluzione immediata.