Enna-Nissa senza i tifosi nisseni: un DASPO per tutta la città

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Alla fine è finita in pareggio, con una rimonta spettacolare nel secondo tempo, tra Nissa ed Enna, giocata sul campo di casa degli ennesi senza il pubblico nisseno, a cui è stato impedito l’acquisto dei biglietti.

Era stato così per i tifosi ennesi al Tomaselli in Coppa Italia, è stato così a Favara in campionato. Sempre per ragioni di prevenzione di eventuali disordini e turbative dell’ordine pubblico.

È come un DASPO comminato ad un’intera città, senza tenere conto delle responsabilità personali, penalizzando soprattutto i tifosi corretti, che seguono la squadra senza programmare violenze, trattati alla stregua dei teppisti simil-hooligans, che è giusto siano tenuti fuori dagli stadi per impedirne le azioni violente.

Andrebbe rivisitata anche la normativa, tenuto conto che la responsabilità penale è personale, e che soltanto per l’associazione mafiosa e per le bande armate terroristiche si prescinde da questo principio giuridico fondamentale.

Certamente, per le forze dell’ordine è meno impegnativo presidiare campi di calcio in cui il rischio di disordini sia stato disinnescato a monte, specialmente di domenica, quando gli organici sono ridotti. Me se lo scopo di queste misure non è soltanto repressivo (e non potrebbe esserlo prima ancora che i reati si siano verificati) ma vuole essere anche educativo, il meccanismo andrebbe rimodulato, magari caricando sanzioni alle squadre i cui tifosi si siano resi protagonisti di comportamenti scorretti, o responsabilizzando più direttamente le società calcistiche.

Non è penalizzando i tifosi corretti che si contrasta la violenza negli stadi

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