Inizia l’Università senza età 2024/2025 Prolusione venerdì 25 ottobre Parrocchia S. Pietro

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Inizia la IX edizione dell’Università senza età, dalla Parrocchia S. Pietro, dove è nata per volontà del prof. Sergio Mangiavillano e del Parroco don Rino Dello Spedale Alongi, aperta alla partecipazione dei cittadini di tutta la Città, proponendo percorsi sempre nuovi di ricerca storica, letteraria, scientifica, oltre ai gettonatissimi corsi di lingua inglese, danze popolari, scacchi, ping pong e ginnastica dolce. Da quest’anno anche un corso di lingua tedesca, richiesto da molti, tenuto dal Vicario generale mons. Onofrio Castelli, di madrelingua tedesca, essendo nato e cresciuto in Germania, da famiglia siciliana.

I corsi si tengono il martedì, mercoledì e venerdì (secondo il calendario della locandina), nel pomeriggio con orari variabili dalle 17,30 alle 19. Il corso di ginnastica dolce, particolarmente indicato per i soggetti diversamente giovani, si tiene il mercoledì mattina, dalle 10 alle 11.

La prolusione che quest’anno inaugurerà ufficialmente i corsi, venerdì 25 ottobre alle 17,30 nell’auditorium “Mons. Cataldo Naro” della parrocchia S. Pietro, sarà dedicata al tema “Zolfare e zolfatai in Sicilia dal 1900 ad oggi” argomento della tesi di laurea di padre Arcangelo Infuso (1942/2011), indimenticato parroco di Regina Pacis, che prima di diventare sacerdote si era laureato in Lettere con questa tesi, che è stata riscoperta e pubblicata nella collana “Tu sei Pietro”, che raccoglie studi, ricerche e i testi delle relazioni dei docenti nei diversi anni di attività dell’Università.

Alla prolusione interverranno padre Rino dello Spedale Alongi, Fiorella Falci, Laura Zurli (che ha curato l’introduzione al volume) ed Elisa Di Dio, co-fondatrice della Compagnia dell’Arpa, che offrirà suggestivi spunti di lettura e di musica per accompagnare la presentazione dello studio di padre Infuso, particolarmente interessante perchè realizzato in una fase storica, i primi anni ’60 del ‘900, in cui il destino della civiltà dello zolfo veniva definitivamente segnato dal passaggio alla gestione regionale, mentre la Chiesa siciliana stava superando con grandi difficoltà la distanza e la diffidenza nei confronti di quel mondo difficile di sfruttamento feroce.

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