E’ sempre più vicina la data del 15 settembre quando si disputerà la 69^ Coppa Nissena sul tradizionale percorso che dal ponte di Capodarso raggiunge il traguardo in prossimità del Villaggio Santa Barbara.
Questo tracciato ha avuto la sua consacrazione definitiva nella seconda metà degli anni ’50 del Novecento mentre per tre edizioni della prima metà di quel decennio ha visto un altro teatro di gara, con partenza dal Borgo Petilia e arrivo sul monte San Giuliano, ai piedi della statua del Cristo Redentore.
Negli anni del secondo dopoguerra, la nuova borghesia fatta di alti funzionari statali, molti già capi della locale sezione dell’ex PNF, è circondata da una nuova classe impiegatizia inizia a sostituirsi ai proprietari delle miniere e del piccolo latifondo che soffrono crisi economiche da loro singolarmente non avvertite.
Caltanissetta si mostra ancora come un luogo dove si celebrano eventi che cadenzano le stagioni. A febbraio c’è il Carnevale con feste e veglioni. Attira pure i giovani bene delle città vicine per il ballo che si tiene nei saloni del teatro intitolato alla Regina Margherita.
I giovani della piccola borghesia, adesso unita agli ultimi epigoni dei rampolli delle aristocrazie locali, desiderano nuove sfide sportive e l’automobilismo da corsa si presenta come una di esse.
La Coppa Nissena deve addentrarsi in città. Si vara un nuovo percorso di gara con transito per le vie di nuova espansione urbana (Ciccianera-Catusi-via Messina) unite ad arterie storiche (via Redentore).
Dalla quinta alla settima edizione la Coppa cambia quindi fisionomia. E’ il 7 ottobre 1951 e, a ribadire una tradizione di famiglia, vince un Pucci. Stavolta è Antonio, figlio del barone Giulio, ultimo vincitore nel 1924 delle tre edizioni sul circuito stradale.
Antonio Pucci, nisseno di adozione, con residenza estiva nella villa di via Messina, dotata alla madre dal nonno avvocato e deputato regionale Giulio Marchese Arduino, si afferma su una Ferrari 166 MM.
E’ un successo che bisserà quattro anni dopo. Saranno tre le edizioni che lo vedranno duellare con l’altro blasonato Luigi “Lulù” Bordonaro. Si alterneranno alla vittoria dal 1953 al 1955. Bordonaro si aggiudicherà la sesta edizione, quella del 1953.
Gli anni Cinquanta si chiudono con un altro mutamento di percorso. Il 14 settembre 1958, per l’ottava edizione, le partenze vengono ridate da Capodarso e il percorso è ridotto a otto chilometri.
L’ordine di arrivo vede l’agrigentino Tacci davanti al catanese Le Pira. L’anno dopo tocca a Todaro trionfare sulla sua Ferrari, ancora una volta su Le Pira. L’appuntamento sarà per il 1960.
Un’altra ripresa.
Le preziose immagini d’epoca gentilmente concesse dalla collezione privata dell’avv. Calogero Ariosto














