La pace che inizia dalle nostre periferie: Marco Tarquinio a “Conta e cammina”

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Una villetta alla periferia di San Cataldo abitata da centinaia di cittadini in movimento per partecipare alla prima serata di “Conta e cammina”, (come i cento passi di Peppino Impastato), promossa dal PD e dal movimento Controcorrente, dove si è parlato della politica del mondo e della nostra vita quotidiana: “A passo di pace”, la questione fondamentale che finalmente passa tra le persone in carne ed ossa delle periferie del mondo globale in cui noi viviamo, esce dagli schermi del media, dove tutto sembra virtuale, e si confronta con la nostra personale responsabilità.

Lo ricorda don Massimo Naro, nella sua introduzione all’incontro, riportando alla misura umana del passo la questione della pace, smontando lo stereotipo che su questa grande questione si decida dall’alto e nessuno di noi possa fare niente per intervenire. Richiama la necessità di un’alleanza tra le generazioni, dell’assunzione dell’habitus della pace nella quotidianità delle nostre relazioni.

Il contesto è parte del ragionamento politico: la villetta dedicata a padre Alfano nel cuore del quartiere Cristo Re, nato come quartiere-dormitorio, come tante periferie delle nostre città, che esprime in questo spazio un grande potenziale di sociabilità, di senso di appartenenza alla comunità. Un potenziale mortificato dalla non-cura in cui questo spazio è tenuto, nonostante il patrimonio di alberi e gli spazi ben distribuiti per l’accoglienza e per l’ascolto reciproco, e che l’incontro del 27 agosto ha dimostrato possa diventare un luogo vissuto comunitariamente, ospitando ragionamenti condivisi su temi importanti, secondo un’idea di città come struttura di democrazia.

Ospite d’onore Marco Tarquinio, eurodeputato (eletto da indipendente nelle liste del PD), già direttore di Avvenire, uno dei pochi giornali in Europa a tenere sulle questioni delle guerre e della pace una posizione “non allineata” con le versioni ufficiali, rigorosamente coerente con il magistero pontificio e protagonista di inchieste che hanno scoperchiato le verità più scomode degli scenari della “terza guerra mondiale a pezzi”.

Intervistato da Francesca Cammarata, giovane consigliera comunale di San Cataldo, ha risposto con la forza dei fatti e dei dati alle domande che ciascuno si pone ma che non trovano risposte adeguate nella narrazione mediatica e politica dei nostri anni.

A cominciare dal genocidio che sta massacrando i palestinesi a Gaza, rispetto al quale non si sente la voce di nessun organismo internazionale e la strategia degli aggressori israeliani è concentrata anche sulla negazione di quello che sta accadendo, a cominciare dal divieto di entrare nella striscia di Gaza per i giornalisti occidentali: dal 7 ottobre più di 250 giornalisti palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano. Così come nella guerra in Ucraina, che ha già causato più di un milione di morti, tra soldati e civili, che sembrano essere secondari nella narrazione ufficiale.

Il ruolo dell’Europa, della difesa comune europea, e non del riarmo dei singoli Stati, la sua capacità effettiva di promozione della pace, a cominciare dal riconoscimento da parte di tutti gli Stati dello Stato di Palestina, è fondamentale per la sua stessa esistenza nel contesto internazionale, è stato sottolineato con forza da Tarquinio, che ha promosso un gruppo informale di parlamentari per la pace e che rivelato come il Parlamento europeo non abbia mai potuto esprimere un voto sulle questioni del riarmo e delle posizioni in politica estera della UE, decisioni tutte avocate dalla Commissione europea e dagli Stati, svuotando così l’istituzione democratica, eletta dai cittadini. L’Europa simbolo della democrazia, della tutela dei diritti umani e patria del diritto internazionale, rischia di rassegnarsi ad un ruolo ancillare, sottomesso agli Stati Uniti e agli interessi delle grandi lobbies., prima tra tutte quella delle armi.

Ma a poco a poco, con fatica, la voce della base delle società sta mettendo in movimento anche le posizioni ufficiali di molti governi, per non parlare del dissenso sempre più esteso che si manifesta in Israele contro il governo genocida di Netanyahu.

È la strada da percorrere, subito, sottolinea Tarquinio, perché la democrazia si costruisce dal basso, là dove si difende anche la libertà. A partire dalle nostre periferie

foto di Chiara Milazzo

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