L’acqua nei silos: perché non dai rubinetti?

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La soluzione proposta per fare fronte, temporaneamente, all’emergenza idrica in alcune zone della città di Caltanissetta, 12 silos da 10.000 litri ciascuno a cui i cittadini potranno attingere acqua con i bidoni per non più di 100 litri ciascuno, ha il sapore della beffa e dell’umiliazione.

Facendo un calcolo facile, 12 silos per 10.000 litri d’acqua fanno 120.000 litri d’acqua al giorno. È così impossibile immetterla nelle tubature cittadine, e farla arrivare nelle case, anche solo per poche ore, garantendo nell’emergenza un minimo di dignità agli utenti, che andrebbero informati capillarmente su orari e tempi di erogazione per organizzare la propria vita?

Al netto di tutte le buone intenzioni che possono essere state alla base del provvedimento (Ordinanza contingibile e urgente del Sindaco Walter Tesauro), si chiede ai nisseni, già provati da un’emergenza che si prolunga da troppi mesi e che si annuncia presto ancora più dura, di tornare al medioevo dei bidoni, con la postilla del razionamento, per cui ognuno deve portarsi poi a casa i bidoni, su scale spesso senza ascensore, e distribuire, a mano, tra bagni e cucina, come neppure nelle più remote regioni dell’Africa equatoriale ancora, forse, avviene.

Non è più sopportabile rispondere alle emergenza con soluzioni che mortificano il più elementare diritto di cittadinanza, senza riuscire a utilizzare le stesse risorse con provvedimenti più razionali, che mettano al primo posto il diritto dei cittadini e la dignità delle persone.

Si provveda con l’intervento dell’esercito, se occorrerà, a riempire i serbatoi comunali e a distribuire l’acqua dai rubinetti, senza umiliare ulteriormente chi non può, per età, per salute, per disabilità, per inagibilità dei luoghi, caricarsi la soma dei bidoni e trascinarli fino a casa propria. Perché i silos non saranno sotto casa e alcune centinaia di metri a piedi si dovranno pur percorrere, con i bidoni.

100 litri d’acqua sono cinque bidoni da 20 litri, o 10 bidoni da 10 litri. Si ha l’idea, ai piani alti del Palazzo, di cosa può significare per un anziano, per un disabile, per una mamma di famiglia, un calvario del genere?

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