“Quis ut Deus?” sono dedicate a S. Michele le nuove sale espositive in Cattedrale, ricche di preziosi oggetti liturgici antichi, arredi sacri e opere d’arte dedicate al Santo patrono della città. Le ha inaugurate il Vescovo, mons. Mario Russotto, al termine del pontificale dell’Immacolata, spiegando come le nuove sale siano una articolazione del Museo Diocesano, diretto dall’arch. Giuseppe Di Vita, che sta costruendo una nuova struttura diffusa nel territorio, dopo le esperienze delle mostre temporanee organizzate in passato, l’ultima, dedicata al pittore Vincenzo Ruggeri, quando la prof. Francesca Fiandaca era Direttrice del Museo Diocesano.
L’entrata è aperta sulla piazza, accanto agli ingressi della Cattedrale, l’esposizione, curata dall’architetto Filippo Ciancimino, in questa fase iniziale è articolata in due sale, una, più in alto, con le vetrine ricche di ostensori, calici, pissidi, artisticamente cesellati e paramenti riccamente ricamati, a testimoniare una storia secolare del tempio principale della città a partire dal XVII secolo.
La seconda sala, al piano della navata della cattedrale, nella sala dedicata a mons. Garsia, ospita i pannelli bronzei scolpiti da Ennio Tesei alla fine degli anni ’80, che dovevano essere destinati a rivestire il fercolo di S. Michele in processione. I portatori di S. Michele non vollero rinunciare a portare il Santo sulle proprie spalle e a piedi scalzi, e i pannelli ad altorilievo, offerti all’epoca dall’amministrazione comunale, furono collocati nella cripta.
Oggi rivestono le pareti della seconda sala del museo, dominata da una statua lignea di S. Michele scolpita da Conrad Moroder, offerta dalla Banca di Credito Cooperativo “G. Toniolo e S. Michele” di S. Cataldo, che per un secolo è stata esposta nella sala di rappresentanza della Banca, nel palazzo Calefati-Canalotti di Caltanissetta, affrescata da Luigi Borremans.
La città si arricchisce così di un nuovo scrigno di bellezza, che impreziosisce con le opere d’arte la centralità geografica di Caltanissetta, come ha sottolineato il Vescovo nella sua introduzione, valorizzando le risorse che il territorio esprime in un disegno di promozione dello sviluppo.
Le testimonianze della storia e dell’arte sono risorse preziose sulle quali costruire economia sana e lavoro di qualità. La domanda esiste, come dimostrano anche il successo delle giornate di scoperta dei luoghi d’arte in cui gli studenti delle scuole hanno fatto da guida per i visitatori e i numerosi B&B cittadini, sempre pieni senza che ci sia nessuna azione particolare di promozione turistica organizzata.
Mettere a sistema queste risorse potrebbe rappresentare una linea di sviluppo concreta e interessante, e, se l’iniziativa economica deve essere dei privati, il sistema dei servizi e la promozione del territorio competono alle istituzioni. E hanno necessità di una visione







