Un mondo a parte: l’insipienza dei politici che non ragionano!

Tonino Cala
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Un mondo a parte: l’insipienza dei politici che non ragionano!

Recentemente, anche nei nostri territori si è parlato di dimensionamento scolastico e sono state prese decisioni politiche che senza alcun rispetto “costituzionale” per le piccole comunità – per le loro culture, le loro sensibilità umane, le loro storie particolari, le loro identità autoctone – hanno tagliato, accorpato, fuso, ridotto, con l’eliminazione di classi, di plessi e di interi edifici scolastici. E con una stravagante espressione burocratica, degna di un capitolato di merci ammuffite e da buttare via, si è detto che era “tutto giusto ed inevitabile per colpa dei numeri! Per colpa della denatalità, perché non nascono più bambini e non ci possiamo fare nulla!”.

E con freddezza ragionieristica, lo Stato democratico, quello dell’uguaglianza delle opportunità, di memoria milaniana, dopo i disastri dell’ultima guerra mondiale e le belle speranze di una pedagogia progressista volta al rafforzamento dei presidi civili e democratici, ha operato nell’abbrutimento infingardo e strafottente, sterile e glaciale, tra la indifferenza generale dei tanti che dicevano: “in alto, hanno deciso così”.   

La stessa neve e lo stesso ghiaccio di una piccola comunità montana, dove assistiamo ad una diversa narrazione dell’umano a scuola (troppo umano), come quella che è possibile vedere nel film “Un mondo a parte” del regista Riccardo Milani, con uno straordinario Antonio Albanese nella parte di un maestro e una sorprendente Virginia Raffaele che fa la vice preside presso una scuola di Rupe, un paesino sperduto dell’alta Val di Sangro, nel cuore del Parco nazionale dell’Abruzzo, che conta 378 anime – anzi, 364 perché l’anno prima ci sono state “14 dipartite e nessuna nascita”.

Una piccola comunità da chiudere contro le ovvietà altisonanti del “chi apre una scuola chiude una prigione” o “se si chiude una scuola muore un paese!”. E già, la spudorata e inappellabile atrocità dei numeri, quella che non ha cuore, che non conosce cosa è la sensibilità umana, quella che non piange i migranti che muoiono nel nostro mare Mediterraneo perché vox populi: “l’hanno voluto loro, venire qui per annegare e morire!”. E ci sarebbe da chiedersi se i disperati sono i migranti che fuggono dalla fame, dalla povertà e da tutte le guerre continue o sono quelli che “fuori coscienza” ragionano seduti comodamente sul divano, come i burocrati.

Ma bravi sono Milani, Albanese e Raffaele – questi due attori comici, capaci di una grande e credibile recitazione drammaturgica – che ci fanno vedere e sentire quelle ragioni del cuore che sono la bellezza dei luoghi e delle persone, una struggente e toccante poesia, una corale sinfonia di voci singolari, una serie indimenticabile di volti veraci e concreti, per l’assenza di attori professionisti tra quelli che non sono i protagonisti principali e per questo tutti splendidi protagonisti di un piccolo capolavoro che è “Un mondo a parte”. Un film che bisognerebbe fare vedere nelle scuole per potere educare i nostri ragazzi all’affettività dell’appartenenza identitaria e culturale, un sentimento d’amore per la vita che con coraggio umano si oppone alla cancellazione delle presenze particolari e locali, segno di una piccola “dimensione umana” che resiste all’imbarbarimento folle della globalizzazione.     

Tonino Calà  

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