CAMPOFRANCO FESTEGGIA SAN CALOGERO EREMITA

Gandolfo Maria Pepe
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Sono entrati nel vivo a Campofranco i festeggiamenti per il Santo Patrono San Calogero Eremita. Un mese esatto di festeggiamenti, dal 30 giugno al 31 luglio, per il luglio calogeriano.

Soltanto chi non ha mai visto la festa di San Calogero non può capire cosa rappresenta San Calogero per ogni campofranchese, anche per chi è emigrato da anni. Un santo assai venerato che richiama tutti i cittadini locali ed anche i tanti che rientrano appositamente da fuori. Un santo che Andrea Camilleri aveva definito “il più popolare e popolano della Sicilia”, venerato in decine di comuni della Sicilia occidentale, il cui nome resiste ancora nell’anagrafica dei nostri territori.

Un legame e una fede particolare quella dei campofranchesi verso San Calogero, fin dall’11 gennaio del 1693, il giorno di uno dei più tremendi terremoti in Sicilia, quando Campofranco venne preservata dal santo.

Tutti a Campofranco, almeno una volta nella vita compiono a piedi scalzi il viaggio dalla propria dimora alla chiesa di San Francesco, per il festino di San Calogero “ricco”. Il simulacro del Santo patrono, raffigurato con una veste candida e un mantello nero e con in mano un bastone d’argento, viene trasportato a spalla dai devoti per le vie del paese in memoria della liberazione dalla siccità e dalla carestia del ‘700.

La “Sagra dei Pupi di Pane” è l’altra grande tradizione, durante la quale vengono distribuite quintali di grosse forme di pane, da mangiare caldo con olio, pepe e formaggio fresco, che riproducono gambe, braccia o altre parti dei corpo guarite per intercessione del santo.

La Sagra è caratterizzata da diversi stand in cui sono esposte queste forme di pane, le cui dimensioni variano dalle più piccole di circa 50 centimetri alle più grandi che possono raggiungere anche più di 2 metri.

Campofranco festeggia il suo Protettore e Compatrono San Calogero due volte all’anno, con la tradizionale devozione di sempre. Le due date importanti, segnate in rosso da tutti i campofranchesi sono l’ultima domenica di luglio con la festa di San Calogero “ricco” e quella dell’11 gennaio che celebra San Calogero “povero”.

Nell’ultima settimana di luglio dal 1620 si celebra la festa patronale di Campofranco, periodo dell’anno più propizio, quando, terminata la stagione della raccolta nelle campagne, il popolo poteva contribuire alla festa non solo con il denaro, ma anche in natura.

La festa di San Calogero “povero” risale invece all’11 gennaio del 1693, uno dei giorni più tremendi per la Sicilia e Campofranco per il devastante terremoto. Campofranco da allora ringrazia San Calogero per aver preservato il paese dalla rovina del terremoto, che non risparmiò nemmeno la piccola comunità campofranchese, dove gli impauriti cittadini abbandonarono le loro abitazioni, riversandosi nelle campagne.

Molti fedeli si raccolsero in preghiera nell’allora piccola chiesetta di San Francesco, portando in processione la statua di San Calogero con la richiesta di liberarli dal terremoto.

Si narra che non appena i fedeli adagiarono la statua del Santo, la terra smise di tremare ed il paese uscì quasi indenne dal fortissimo sisma.

I campofranchesi riconoscenti del prodigio, istituirono una seconda festa in onore del Santo.

Intense e partecipate sono le processioni del santo all’insegna di una giornata di pietà popolare, di fede, di tradizione e, forse, con qualche motivo in più dettato dal profondo dell’animo.

Nonostante la “povertà” dei festeggiamenti, attorno al santo dei Miracoli, ogni anno è alta la sua invocazione, assai cara ai campofranchesi che seguono come sempre il simulacro per tutto il tragitto anche a piedi scalzi, massima “promessa” fatta con il cuore.

Il programma dei giorni conclusivi prevede per venerdì 26 luglio l’apertura della festa con lo sparo di 21 colpi a cannone. Sabato 27, il giorno della vigilia, la benedizione del pane e offerta equestre delle “prumisioni” di frumento. Alle 9 e alle 17.30 performances musicali per le strade cittadine.

Alle 19.30 il gruppo folkloristico “Sicilia nu cori” si esibirà con musiche e balli della tradizione siciliana in piazza San Francesco, dove, dalle 22 sarà rappresentata la storia di San Calogero Eremita dal Teatro di opera dei pupi siciliani della compagnia teatrale Thalia di Paternò.

Domenica 28 luglio, giornata clou della festa, il programma comincerà all’alba, con lo sparo di alborate alle 4,30, rullo di tamburi per le vie cittadine e l’accoglienza dei pellegrini, ricco programma religioso e in serata alle 21.30 la Sagra dei pupi di pane. Alle 22.30 il concerto del corpo bandistico “Michele Saia” e a mezzanotte lo spettacolo pirotecnico.

Dopo la grande festa di domenica, i festeggiamenti si concluderanno lunedì 29 luglio con l’evento musicale “Celebration my Kings” di Daria Biancardi.

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