ENORME GIACIMENTO DI ACQUA FOSSILE NEL SOTTOSUOLO RAGUSANO

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Acqua nel sottosuolo siciliano come il petrolio! Proprio scavando per la ricerca di idrocarburi, in territorio ragusano è stata individuata una riserva di 17 kilometri cubi di acqua, che potrebbe durare per diversi anni.

Lo documenta uno studio dell’Università di Malta, dell’INGV e dell’università Roma 3, scandagliando il sottosuolo tra i 700 e i 2.500 metri di profondità: si tratterebbe di un giacimento di acqua fossile, solo in parte debolmente salmastra, che potrebbe essere impiegata per usi irrigui, per gli allevamenti, e, con opportuni trattamenti, anche per usi idropotabili.

Nello Dipasquale, deputato regionale di Ragusa su questo argomento, di grandissima attualità in queste settimane di drammatica crisi idrica, ha rivolto una interrogazione al Presidente della Regione: «Con l’interpellanza ho chiesto al governo della Regione se è a conoscenza di questo studio e quindi dell’esistenza di questo enorme bacino d’acqua nel Ragusano. Vogliamo sapere se intende avviare immediatamente un serio progetto per allacciare questo polmone d’acqua alla rete idrica e utilizzarlo quando, come accade ormai da diverse settimane, le altre risorse non sono sufficienti».

La ricerca di tutte le possibili fonti di approvvigionamento dovrebbe essere una priorità assoluta delle istituzioni competenti per fronteggiare la crisi. Ma ancora si parla, nei tavoli tecnici, di “avviare nei Comuni il censimento dei pozzi”, e si rimane nella fase della enunciazione delle intenzioni, mentre l’acqua che manca da settimane non permette più alle popolazioni e alle attività economiche di sopravvivere dignitosamente.

La drammaticità della crisi, ormai strutturale e non emergenziale, richiederebbe un coordinamento
operativo tra tutte le istituzioni interessate, gli Enti, le imprese e iprofessionisti che si occupano di ricerche idriche, la requisizione di tutte le autobotti esistenti nel territorio (naturalmente risarcendo i proprietari ma con un prezzo politico unico per tutti) per contrastare le speculazioni che in queste settimane imperversano, approfittando dello stato di necessità.

Se ne parlerà nel prossimo Consiglio comunale “aperto” del 29 luglio a Caltanissetta?

 

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