Daniela Vullo, architetta, storica, Soprintendente ai Beni Culturali della provincia di Caltanissetta, è stata insignita del Premio Honos, un riconoscimento di rilievo nazionale, promosso dalla galeria EtnosAntropologica in partenariato con il Comune di Noto e i Comuni del “Circuito Honos”.
L’arch. Daniela Vullo è stata premiata nell’ambito della sezione Costantia, dedicata a chi si impegna a favore della collettività prevalentemente nel mondo della cultura.
Nella targa di conferimento del premio si legge la motivazione:
“Per l’alta professionalità ed operatività nello svolgimento delle funzioni di tutela del patrimonio culturale siciliano. La sua competenza provvede all’individuazione, allo studio, alla ricerca, alla conservazione, alla salvaguardia dei beni di interesse culturale e alla diffusione della conoscenza dell’identità storica della Sicilia, fondamentale per la formazione di una società civile e rispettosa delle proprie radici.”
Daniela Vullo è indubbiamente una personalità di notevole rilievo, culturalmente e professionalmente, a nostra memoria la migliore Soprintendente tra quelli che si sono succeduti a Caltanissetta, animata da sempre dalla passione per la ricerca, dal rigore nella documentazione storica che sta alla base dei lavori di restauro e ristrutturazione di importantissimi beni culturali del territorio: il complesso di S. Maria degli Angeli, la chiesa di S. Sebastiano a Caltanissetta, l’area dell’Acropoli dell’antica Gela, la chiesa della Madonna del Mazzaro a Mazzarino, il completamento del Museo Diocesano, il restauro di Palazzo Moncada a Caltanissetta, il restauro della nave greca di Gela, per citarne soltanto alcuni.
Ha al suo attivo oltre venti pubblicazioni specialistiche e articoli di argomento storico-artistico, relatrice in innumerevoli convegni di studio a carattere scientifico, curatrice di decine di mostre di grande rilevanza.
Alle sue solide competenze scientifiche si unisce una nobiltà nel tratto umano che la porta a relazionarsi in maniera cordiale con tutti gli interlocutori e a ricercare la condivisione negli indirizzi degli interventi, senza mai imporsi con autoritarismo burocratico ma costruendo percorsi e interlocuzioni che fanno diventare patrimonio comune i risultati dei suoi studi e le ragioni delle sue scelte.