La politica dei “valvassori” e l’insediamento del Consiglio provinciale

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Proprio non ci riesce, l’on. Michele Mancuso, a non marcare stretto Walter Tesauro nei momenti cruciali della sua presenza nelle istituzioni.

Seduto alla destra del neo-presidente, invadendo vistosamente la presidenza dell’aula consiliare nella seduta di insediamento del Consiglio provinciale e del Presidente neo-eletti, è persino intervenuto per ribadire che “finalmente è tornata la politica in questo palazzo, che mi vide ultimo Presidente del Consiglio, e per dare risposte al territorio”.

Ci ha lavorato con tutte le sue forze, l’on. Mancuso, per fare eleggere Tesauro, anche contro il centro-destra che, a parte Forza Italia, aveva indicato un altro candidato, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti. Ha dovuto attivare una capillare “campagna acquisti” sul territorio e contrattare con “Grande Sicilia” di Lombardo-Lagalla-Miccichè la nascita di un nuovo gruppo, pescato tra le opposizioni “civiche” del capoluogo, per salvarsi la vita.

Perché a quel punto era chiaro che la posta in gioco non era tanto la Presidenza della Provincia ma la leadership del centro-destra in una provincia che ormai è una roccaforte, la provincia che aveva dato a Mancuso più consensi di qualunque altro deputato regionale di Forza Italia in Sicilia, ma non era bastato per entrare nel Governo, by-passato due volte da assessori-tecnici, donne manager, e allora ha dovuto accontentarsi, almeno per il momento, di pilotare le istituzioni locali, e gli interessi che ruotano intorno.

Ma fino ad oggi di “risposte al territorio”, per citare le sue parole, non se ne sono viste molte. Parliamo di cose serie, non di concerti o spettacoli per cui ogni tanto piovono a casaccio i soldi della Regione sul territorio del centro-destra: l’Università, il Policlinico, la soluzione del problema dell’acqua, le strade e le comunicazioni, i progetti reali di sviluppo economico.

Sono queste le risposte che la politica deve essere capace di costruire, di realizzare, senza perdere altro tempo, senza giochi di palazzo, superando il neo-feudalesimo dei notabili valvassori che “controllano il territorio” per farlo rimanere sempre un passo indietro rispetto alla storia, mentre i giovani se ne vanno, le famiglie emigrano, la società si desertifica fino al punto di non-ritorno.

Altrimenti dopo un valvassore ce ne sarà un altro, altrettanto inutile, probabilmente più scadente, eletto da sempre meno elettori, delegittimato ma tenacemente attaccato al potere. Sarà il potere l’ultimo a scomparire, insieme alla democrazia. Speriamo di no

Foto da Caltanissetta401.it

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