L’Altra Storia: la trasmissione orale della religiosità popolare

Tonino Cala
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Quando Dio veniva al mondo”, già nel titolo azzeccato del libro si coglie il suo significato come poesia e musica popolare, la tradizione di un cuntu musicato che fa esistere la credenza collettiva che ricorda il rito sacro della natività divina, l’inciso ermeneutico di una novena devozionale.

Sabato 14 dicembre 2024, nel salone di San Francesco a Mussomeli, affollatissimo di giovani e di meno giovani, è stato presentato “Quannu Diu vinni a lu munnu” della prof. Gabriella Barba. Un grande successo di pubblico che ha tributato all’autrice e a suo padre, il prof. Angelo Barba, un riconoscimento dovuto all’opera svolta dallo storico locale sulle tradizioni musicali e le pratiche devozionali del Natale a Mussomeli. Indubbiamente, una meritoria opera per la tutela della nostra memoria collettiva, contro l’usura e l’amnesia del tempo che scorre.

Noi siamo la memoria e l’eredità di chi ci ha preceduti. Esiste un continuum spazio-temporale che è in noi, nella nostra memoria. Chiaramente, una Storia vissuta nella sua complessità, con le sue luci e le sue ombre, il bianco e il nero, il giorno e la notte, tra storia ufficiale scritta delle classi egemoniche e l’Altra storia orale delle classi subalterne, di memoria gramsciana.

L’Altra storia dei vinti, degli umili, dei contadini, dei proletari, di un popolo che “pensa e sente”, ben più viva e più nobile di quella narrata dalla storia ufficiale, prodromo indubbio di un riscatto sociale che anche nelle manifestazioni della pietà e religiosità popolare esprime e manifesta il sentimento comune della propria identità e appartenenza. Un’Altra storia che ha umanizzato con le sue testimonianze “altre”, e sovversive, la società e ne ha favorito il progresso.

E nel rispetto dell’Altra storia, le tradizioni popolari e la cultura orale tramandata, i professori Sergio Bonanzinga e Giuseppe Giordano, etnomusicologi dell’università di Palermo, hanno voluto riflettere e argomentare sulla preziosità di alcuni testi e documenti di produzioni e narrazioni autoctone, lascito ereditato “di canti dialettali eseguiti nelle chiese e nelle abitazioni dei devoti”.

Come scrive nella sua presentazione del libro il prof. Sergio Bonanzinga: “A partire dal recupero della novena di Natale effettuato da Angelo Barba negli anni Ottanta del secolo scorso, che si era basato su un testo poetico tramandato in forma scritta e sulla memoria dei più anziani riguardo alle modalità esecutive, Gabriella opera oggi una più ampia revisione critica, ponendo in evidenza l’incidenza del modello offerto nel Settecento dal canonico monrealese Diliberto sul testo cantato a Mussomeli, fino a proporne una versione riveduta alla luce del confronto (il testo di Annuleru appare integralmente riprodotto in Appendice)”.

foto di Salvo Catalano

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