Landini a Caltanissetta: con il Sì ai 5 referendum più dignità e libertà a chi lavora

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Maurizio Landini, Segretario nazionale della CGIL, a Caltanissetta per incontrare i cittadini e promuovere la partecipazione ai 5 referendum dell’8 e 9 giugno sul lavoro e la cittadinanza. Primo obiettivo raggiungere il quorum per rendere valida la consultazione e votare cinque Sì per avere meno precarietà, meno morti sul lavoro, meno subappalti e affermare la libertà e la dignità di chi lavora

Va fermata la strage dei morti sul lavoro, ormai tre al giorno nel nostro Paese, due nell’ultima settimana in provincia di Caltanissetta, e lo si può fare soltanto investendo sulla sicurezza. “Finché al centro rimane il profitto la gente continuerà a morire. – ha sottolineato Landini – Investire sulla salute e sulla sicurezza vuol dire mettere al centro la persona. Con il referendum, tra le altre cose, diciamo di smetterla con i subappalti a cascata e diciamo che la responsabilità della salute e della sicurezza deve essere in carico all’impresa. E diciamo anche che bisogna smetterla di pensare che si tratta di infortuni o che sono incidenti casuali, perché siamo di fronte in molti casi a veri e propri omicidi, e quindi è necessario anche agire sul piano legale in modo più diretto di quanto si sta facendo fino ad ora”.

“Noi diciamo di ripristinare per tutti – ha continuato Landini il diritto che di fronte al licenziamento ingiusto, anziché ricevere due lire torni a lavorare nel tuo posto di lavoro. Questo vuol dire mettere al centro la dignità di chi lavora e non che le persone diventano una merce che può essere comprata e venduta”.

Vincere il referendum significherà per milioni di persone avere dei diritti in più che oggi non hanno; ed in secondo luogo significherà aprire una fase nuova, per il futuro dei giovani, per il futuro del lavoro, perché vuol dire politicamente e culturalmente mettere al centro la dignità e i bisogni delle persone, e soprattutto vuol dire affermare la libertà delle persone nel lavoro. Non si è liberi quando si è precari, non si è liberi quando lavorando non arrivi alla fine del mese, non si è liberi quando muori sul lavoro” ha concluso il segretario della CGIL.

I referendum hanno avuto il merito di rimettere i temi del lavoro e dei diritti dei lavoratori al centro dell’agenda politica come da anni non avveniva, di portare i soggetti politici a discutere di questioni concrete, che investono la vita quotidiana di milioni di persone, uscendo dalla vetrina mediatica della politica-propaganda e della politica comunicazione ad effetto che spara slogan e non si misura con la capacità di risolvere i problemi e cambiare la vita di chi, lavorando, porta sulle spalle l’economia del Paese e le sue prospettive di sviluppo.

Foto di Ivana Baiunco

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