Note a margine di una mesta manifestazione e la “democrazia recitativa”

redazione
redazione 157 Views
3 Min Leggere

UNA RIFLESSIONE DEL PROF. LEANDRO JANNI

Un esiguo manipolo di studentesse e studenti nisseni ha partecipato alla manifestazione di

domenica 6 ottobre 2024 a Caltanissetta, con lo slogan «Insieme per un obiettivo

comune!» Manifestazione organizzata e indetta dagli stessi ragazzi e ragazze come

reazione alla siccità che da mesi sta colpendo, sempre più drammaticamente, la città e il

suo territorio.

Premetto e metto subito in chiaro che non ho potuto partecipare all’evento per problemi di

salute; problemi che mi affliggono da diversi giorni. Ho comunque acquisito le informazioni

necessarie attraverso video, immagini fotografiche, comunicati, testimonianze dirette.

Ma andiamo al dunque: il primo elemento che emerge è la scarsa, scarsissima presenza

di studentesse e studenti. Spiace dirlo, ma diciamolo, diciamolo chiaramente: una

delusione, un fallimento! In compenso, folto è stato il numero di politici e amministratori

locali presenti. Politici e amministratori che hanno abilmente preso possesso della prima

fila del corteo portandosi appresso due bianchi lenzuoli con le scritte «Siamo a secco» e

«Ci siamo seccati!» Il corteo è partito da Piazza del Marinaio e si è concluso con i previsti

interventi, da un grande palco, in Corso Umberto I.

Che dire? C’è davvero poco da dire, se non sottolineare il fatto che forse sarebbe meglio

se politici e amministratori locali andassero a reclamare e a manifestare a Palermo e a

Roma. Insomma: a me pare che questa mesta manifestazione, piuttosto che tra le

iniziative civili e politiche, sia da annoverare tra le performance teatrali, nell’ambito di

quella che i politologi chiamano “democrazia recitativa”. In una democrazia recitativa quasi

non ci accorgiamo che stiamo facendo parte di una recita, che siamo protagonisti di una

recita, e questo ci porta a vivere senza democrazia pur facendo la parte degli

spettatori/attori di una democrazia.

Si scivola nella democrazia recitativa senza rendersene conto perché non si ha una

informazione autentica, un’informazione critica di ciò che accade e di ciò che ci accade. Si

scivola nella democrazia recitativa perché non si possiede un’adeguata formazione e

dunque un’adeguata consapevolezza civile e politica. In tale contesto prevale, si impone

un esiziale, fatale, ecumenico populismo.

Leandro Janni

Condividi Questo Articolo