Personaggi della nostra storia: Gerolamo Longhena

Lillo Ariosto
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Caltanissettese di nascita. Di nobile famiglia lombarda. Eccelso giurista. Insigne cattedratico a Catania e Messina. Politico ed eminenza velata del Ventennio.

In questi giorni abbiamo avuto modo di ascoltare alcune interviste di Magnifici Rettori di Università Statali siciliane dove si lamenta un calo del numero degli iscritti, soprattutto nell’ambito delle scienze umanistiche e di quelle giuridiche. In quest’ultimo campo Caltanissetta, in passato e anche in tempi recenti, ha fornito grandi personalità che hanno conseguito ampi riconoscimenti, sia in campo dottrinario, che cattedratico e diplomatico.

Uno di questi caltanissettesi volati via dal luogo natìo alla volta del successo è stato Gerolamo Longhena, nato a Caltanissetta il 13 aprile del 1881. Esponente di una delle più blasonate famiglie aristocratiche di origini bresciane venuta a stabilirsi in Sicilia per ragioni di alto Ufficio. Il suo nome completo è Girolamo Francesco anche se si firmerà sempre come Gerolamo.

Figlio di Concettina Benenati e di Costanzo III Longhena Briggia, illustre avvocato lombardo, chiamato per i suoi meriti a rivestire nel nuovo Regno d’Italia il ruolo di Consigliere Delegato della Prefettura di Caltanissetta. Medesimo ruolo rivestirà presso la Prefettura di Catania, città che sarà tanto importante per Gerolamo. Avrà un illustre fratello, medico in Caltanissetta, grande filatelico in campo nazionale.

Avviato agli studi mostra grande intelligenza e forte capacità di apprendimento. Abbraccia gli studi giuridici. Nel 1918 viene ammessa la sua iscrizione nell’allora esclusivo Albo Speciale degli Avvocati Italiani. Vive il suo tempo ed è uomo del suo tempo.

Diviene uno degli esponenti più in vista nel campo culturale e accademico degli anni del Regime, di cui diverrà un alto rappresentante e autorevole eminenza in Sicilia. Viene chiamato all’insegnamento presso l’Università di Catania. Da qui in poi la sua vita avrà un altro corso. Assume il ruolo di professore incaricato di Diritto Marittimo presso l’ateneo catanese. Si rivela una delle maggiori autorità accademiche del settore, stendendo uno dei testi sacri nel campo, ancora in uso sino a qualche decennio orsono, il celebre “Langhena-Corso di Diritto Marittimo”.

La sua fama di grande esperto gli apre le porte presso l’Università di Messina, dove reggerà la cattedra, avviando una generazione di nuovi e rinomati professori in materia. E’ stimato dal Regime che lo vuole all’Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Catania, per portare a termine il progetto di creazione della Facoltà di Economia e Commercio presso l’Ateneo etneo.

Gerolamo Longhena è ormai una delle personalità politiche e culturali più ambite in Sicilia, con una dote in più tutta nissena: la discrezione. Sposa la nobile Teodolinda Gravina Cruyllas, da cui avrà un figlio che verrà chiamato Costanzo IV, anch’esso sin dall’età giovanile inserito nei gangli del Regime, tanto da dare vita al primo nucleo di giovani della Sezione Fascista di Catania.

Continua a tenere cattedra per l’insegnamento del Diritto Commerciale e del Diritto Ecclesiastico nella Regia Università di Messina. Il Regime gli affida, nel quadro della politica di crescita delle classi popolari, l’insegnamento libero e gratuito di Diritto Rurale e di Scienze Economiche ed Industriali nella Regia Scuola di enologia e viticoltura, che diverrà poi l’importante Istituto per la Vite della Regione Siciliana.

E’ sempre più ammirato dall’entourage politico del momento, anche se non tiene a darlo a vedere. Nel 1933 viene nominato Podestà di Catania per poi esserne Presidente della Provincia. Diventa uno dei massimi dirigenti dell’Opera Nazionale Balilla. Istituisce il famoso “premio-tessera” per gli alunni meno abbienti che si distinguono a scuola per puntualità, disciplina e profitto. Durante la sua permanenza nell’Ateneo catanese festeggerà la ricorrenza del V centenario della fondazione (1444-1934) dell’Università di Catania, per il quale ottiene le esclusive riprese dell’Istituto Luce-

Il 20 ottobre 1934, volutamente nella data successiva al giorno del dodicesimo anniversario della Marcia su Roma, inaugura il Museo Comunale del Castello Ursino, suggellato dalla visita del Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Longhena riuscirà ad avere per l’occasione la presenza dei massimi vertici dello Stato Fascista come Francesco Ercole, Ministro dell’Educazione Nazionale, Costanzo Ciano, Presidente della Camera, Luigi Federzoni, Presidente del Senato. Il Quadrumviro Emilio De Bono, Ministro delle Colonie e altissime altre personalità, dal Ministro della Real Casa Alessandro Mattioli Pasqualini ai vertici del Regio Esercito come il Generale Demetrio Asinari di Bernezzo.

Tutti a conferma dell’alto grado di prestigio raggiunto da questo caltanissettese spesosi, come tanti altri suoi concittadini, fuori dalle mura natìe. Per tutto il Ventennio rimarrà all’ingresso del Castello Ursino una lapide a suggello del successo raggiunto da Gerolamo Longhena, oggi in parte alterata nelle righe finali cancellate nel secondo dopoguerra.

Muore a Catania il 5 aprile del 1947. In pochi a Caltanissetta lo ricordano.

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