Dai gruppi consiliari di minoranza al Comune di S. Cataldo (Riprendiamoci la Città, PD, Le Spighe e Scruscio) riceviamo e pubblichiamo:
Per rispondere in maniera dettagliata e articolata alle dichiarazioni del Sindaco Comparato, è fondamentale analizzare ogni punto da lui sollevato, evidenziando anzitutto le legittime prerogative dei consiglieri comunali e le azioni intraprese a tutela della comunità. La normativa vigente, a partire dal Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000) e fino ad arrivare alla Statuto Comunale e al Regolamento del Consiglio, garantisce il diritto di controllo, accesso agli atti e trasparenza, strumenti chiave di ogni consigliere comunale.
Si rimanda al mittente l’accusa di opportunismo politico per ottenere vantaggi elettorali e “like” sui social. E, piuttosto, è legittimo sospettare che proprio tale finalità abbia il video da ultimo pubblicato sui social, inoltrato anche sul canale istituzionale WhatsApp creato di recente “per tenere informati i cittadini su avvisi, eventi e allerte (ci chiediamo, infatti, in quale di queste categorie rientra il grave attacco rivolto dal Sindaco al legittimo esercizio delle prerogative consiliari).
L’accusa del Sindaco secondo cui i consiglieri di minoranza stanno sfruttando la crisi idrica per ottenere vantaggi elettorali è priva di fondamento. La richiesta di accesso agli atti amministrativi, presentata formalmente l’8 ottobre 2024 e la relativa interrogazione consiliare sulle anomalie nella comunicazione dell’emergenza idrica è un diritto costituzionalmente garantito e un preciso dovere dei consiglieri, i quali agiscono per rappresentare i cittadini e garantire la trasparenza dell’azione amministrativa. L’accesso agli atti si basa su specifiche disposizioni legislative (L. 241/1990 e D.Lgs. 33/2013) che pongono al centro il diritto di informazione per evitare che l’amministrazione agisca in modo arbitrario o non conforme alle norme.
Non si può ridurre un’iniziativa legittima, tesa a tutelare la salute pubblica, a una mera ricerca di visibilità elettorale o “like” sui social. I consiglieri hanno richiesto chiarimenti sulle analisi dell’acqua e sui motivi del mancato aggiornamento della popolazione circa la sua potabilità, poiché tale situazione rappresenta un rischio concreto per la salute dei cittadini, che meritano di essere informati tempestivamente e adeguatamente.
Lo stesso vale per l’accusa di “sciacallaggio mediatico”, termine non consono al ruolo istituzionale e totalmente fuori luogo. La critica politica e la richiesta di trasparenza sono strumenti essenziali in una democrazia e non possono essere considerate sciacallaggio. I consiglieri di minoranza hanno sollevato interrogativi e dubbi legittimi sulla gestione della crisi idrica e sulla mancata comunicazione tempestiva ai cittadini, dando voce alle innumerevoli lamentele ricevute. L’ordinanza di non potabilità dell’acqua è stata emanata il 30 settembre 2024 e solo il 7 ottobre il Sindaco ha informato la popolazione, tramite un post sui social media, che l’acqua continuava a non essere potabile. Tuttavia, in questi sette giorni nessun aggiornamento ufficiale è stato reso noto né attraverso i canali istituzionali del Comune né con mezzi idonei a raggiungere tutti, compresi gli anziani e coloro che non utilizzano i social.
Nel delirio del suo intervento video il Sindaco prosegue con l’accusa di mancanza di proposte e soluzioni da parte dei consiglieri di minoranza, sostenendo che i consiglieri di minoranza non abbiano portato proposte concrete, limitandosi ad attacchi strumentali. Basterebbe, tuttavia, riguardare le registrazioni dei consigli comunali tenutisi negli ultimi 6 mesi per comprendere l’infondatezza di questa grave e gratuita esternazione, finalizzata esclusivamente a denigrare l’avversario politico. E su ciò siamo anche disposti ad un confronto pubblico con chiunque continuasse ad affermare il contrario, per ristabilire la verità.
Le numerose proposte pervenute da più parti dimostrano chiaramente la volontà di fornire soluzioni concrete per ridurre i disagi causati dalla crisi idrica. Inoltre, è stata avanzata l’idea di una comunicazione congiunta con frequenza almeno settimanale tra l’amministrazione comunale e i consiglieri, al fine di informare regolarmente la cittadinanza. Nonostante queste proposte, l’amministrazione non ha preso in considerazione alcun suggerimento. Nessuno!
Relativamente alla gestione della non comunicazione sulla mancata potabilità dell’acqua e il ritardo nella comunicazione, si rileva che il Sindaco ha comunicato che l’acqua sarebbe stata dichiarata non potabile fino a nuove analisi favorevoli da parte dell’ASP. Tuttavia, un problema centrale sollevato dalla minoranza è proprio la mancanza di trasparenza e comunicazione efficace con la cittadinanza durante il periodo di non potabilità dell’acqua. L’ordinanza n. 15 del 30 settembre 2024 ha imposto il divieto di consumo dell’acqua per uso alimentare, ma è stato solo il 7 ottobre che il Sindaco ha informato i cittadini sulla permanenza della non potabilità. Tra l’altro abbiamo sollevato il dubbio che in effetti l’ultima analisi eseguita dall’ASP sia datata 26 Settembre 2024.
Le preoccupazioni di noi consiglieri nascono dall’assenza di comunicazioni tra il Comune e l’ASP che chiariscano lo stato attuale della potabilità dell’acqua. La cittadinanza non ha più ricevuto notizie dettagliate, esponendosi a possibili rischi sanitari. Il ritardo nel fornire queste informazioni ha alimentato la sfiducia e il malcontento, il che ha giustificato ulteriori nostre richieste di chiarezza.
D’altra parte, non si può far finta di non vedere come altri comuni viciniori alla nostra Città di San Cataldo gestiscono l’emergenza idrica e di comprendere le linee di azione e le modalità di interfaccia che le amministrazioni mantengono con i loro concittadini.
Un aspetto particolarmente significativo, che il Sindaco non ha chiarito, riguarda il fatto che nella vicina città di Caltanissetta, che si approvvigiona dalla stessa fonte idrica (diga Ancipa), l’acqua è stata dichiarata potabile già il 2 ottobre 2024 revocando le precedenti ordinanze di non potabilità. A San Cataldo, invece, l’ordinanza di non potabilità è rimasta in vigore per oltre 13 giorni, sino all’odierna comunicazione di potabilità, basandosi su un’analisi delle acque eseguite dall’ASP di Caltanissetta in data 26 Settembre 2024, senza alcuna comunicazione sui motivi che giustificassero il ritardo di ben 3 giorni nell’emissione del provvedimento inibitorio (che, considerati i rischi per la salute connessi, non può certamente essere giustificato dalla coincidenza con il fine settimana).
Questo dato solleva interrogativi sulla gestione dell’emergenza a San Cataldo e sulla capacità del Comune di garantire i propri concittadini. A meno di altre analisi eseguite dopo il 26 settembre 2024 e di cui comunque i consiglieri comunali e la Città non sono a conoscenza.
Se poi si entra nel merito della gestione dell’emergenza idrica, non può non rilevarsi come di fatto vi stata l’assoluta concreta mancanza di attivazione del COC e confusione nei punti di contatto per l’emergenza. Infatti il COC ancorché formalmente costituito non è mai stato convocato, struttura che viceversa avrebbe dovuto essere il principale strumento di gestione dell’emergenza. Nonostante l’ordinanza di costituzione del COC, non sono state fornite indicazioni adeguate ai cittadini su come accedere ai servizi di assistenza, e persino il numero della polizia municipale, indicato per le comunicazioni d’emergenza, non era operativo in relazione all’emergenza idrica. Tutte mancanze che sono state puntualmente portate in discussione in Consiglio Comunale.
L’amministrazione non ha predisposto nessuna modalità di azione efficace per rispondere alle richieste dei cittadini, né ha definito delle priorità per la gestione della crisi. Inoltre, non è stato reso pubblico alcun dispositivo o atto di indirizzo che prevedesse gli orari di funzionamento del Centro Comunale di Emergenza, aggravando la percezione di disorganizzazione e mancata trasparenza.
È evidente che, in democrazia, il dissenso e la critica sono non solo legittimi, ma fondamentali per il funzionamento delle istituzioni. Ridurre le critiche della minoranza a “teatrini politici” o “sterili polemiche” significa non riconoscere il valore della pluralità e della diversità di opinioni, che sono il sale della democrazia. È dovere dei consiglieri sollevare questioni e dubbi, soprattutto quando si tratta della salute pubblica e della gestione di un’emergenza che colpisce l’intera comunità.
Per tali motivi, alla luce delle superiori riflessioni, risulta evidente che l’operato della minoranza è stato da sempre conforme ai propri doveri istituzionali e orientato alla tutela della salute pubblica e della trasparenza amministrativa.
L’amministrazione comunale, invece, è chiamata a rispondere delle sue mancanze, soprattutto in termini di comunicazione e gestione dell’emergenza idrica. Le proposte avanzate dai consiglieri di minoranza devono essere considerate seriamente, poiché rappresentano un contributo costruttivo per superare la crisi e riportare la fiducia tra i cittadini.