“Tra via di mezzo e terza via” una riflessione del prof. Claudio Vassallo

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Ieri, 16 giugno,  a San Cataldo si è tenuto l’incontro, organizzato dal “Centro Studi sulla Cooperazione Arcangelo Cammarata”, sul tema “Tra via di mezzo e terza via: riflessioni su una (im)possibilità politica”.

Le aspettative con le quali molti, io tra questi, si erano approcciati all’incontro, sono state pienamente soddisfatte, nonostante queste fossero molto elevate.

L’importanza del tema trattato, le difficoltà di approccio allo stesso, lo spessore dei relatori, la qualità degli interventi ed, infine, la saggia, nonché densa di contenuti, conduzione dei lavori ad opera di Don Massimo Naro, hanno reso l’avvenimento arricchente ed anche propizio alle riflessioni personali: uno stimolo per ognuno ad interrogare la propria coscienza civile e politica.

Non intendo entrare nel merito degli interventi di monsignor Francesco Savino (Vescovo di Cassano all’Jonio, nonché vicepresidente della CEI), del giornalista/saggista dott. Marco Damilano (conduttore su Rai 3 del programma “Il cavallo e la torre”) e dell’on.le Giuseppe De Mita (già vicepresidente della Regione Campania e parlamentare nazionale), poiché coinvolgenti, esaustivi e di altissimo livello, ma mi limiterò ad alcune considerazioni.

Esiste, così come parrebbe palesare un sondaggio realizzato per Demos da Ilvo Diamanti nell’aprile del 2024, un importante interesse verso il sorgere (o risorgere, se si preferisce) di un’area politica moderata, ispirata dai valori cattolici, capace di rivolgere lo sguardo, indirizzando l’agire, verso le grandi sacche di bisogno e difficoltà oggi esistenti; ma anche di parlare e proporre alle diverse componenti del Paese, attraverso gli irrinunciabili strumenti del confronto e del compromesso (ossia: di quell’arte, difficile che ricerca di soluzioni includenti e non divisive), un’idea o progetto di futuro, che coinvolga tutti e nel quale ognuno possa trovare spazi di partecipazione,  realizzazione, nonché speranza verso il futuro

Insomma, è il tempo in cui coloro che, in questi (tanti) anni, soffrendo della sindrome “da ultimo dei Mohicani”, hanno ritenuto di essere solo dei nostalgici, superati dalla storia, possono di ritornare a impegnarsi concretamente.

Certo, rimane da affrontare e risolvere la questione, più complicata, vale a dire capire come far costituire e far crescere un’area moderata, capace di ricercare punti di ricaduta utili per tutti e non convenienti solo alcuni o per spezzoni della società e ciò all’interno di un quadro politico, dotato di meccanismi di difesa dello “status quo”, che si connota sempre più come “bipolarismo intransigente”.

Oppure, per dirla diversamente, comprendere come agire per far sì che la domanda politica potenziale, rappresentata da quel 37% di cittadini di cui ci parla il sondaggio di Ilvo Diamanti, un’effettiva domanda, che si traduca concretamente in partecipazione e di consenso.

Certo non occorre essere esperti in economia, per sapere come una potenzialità di domanda non possa concretizzarsi, finché non incontra nel mercato una adeguata offerta; diventa facile intuire, ribaltando dal mercato alla politica, come la questione più correttamente si sostanzi nell’individuare i modi opportuni per predisporre una proposta che risponda adeguatamente alle istanze poste oggi (nell’attuale quadro politico e sociale) da quel 37%?

Bene, una proposta di tal genere, che tenga conto del difficile momento (anche internazionale), che sappia affrontare e governare i cambiamenti che l’innovazione tecnologica determinerà prestissimo sia sul piano economico che sociale e che miri a realizzare una società per gli uomini e a misura di ogni uomo, rivolgendo una particolare attenzione verso le nuove generazioni, implica soprattutto coraggio e generosità.

Coraggio perché, a dirla alla De Gasperi, imporrà, a chi vorrà accettare la sfida, di smettere i panni del politico, per indossare quelli molto più gravosi dello statista; generosa, poiché richiederà la capacità di mettere in gioco posizioni già acquisite, magari comode, se non addirittura il futuro politico. Ma in fondo, nella storia dell’uomo, nulla di veramente importante è mai accaduto senza coraggio e generosità

Prof. Claudio Vassallo.      

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