“E’ l’amore che ci fa santi!” aperto dal vescovo il Giubileo “Pellegrini di speranza”

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Una diocesi che si mette in pellegrinaggio: questo il messaggio del Vescovo Mario nell’omelia della celebrazione che aperto solennemente il Giubileo il 29 dicembre.

Un fiume di popolo che ha invaso il centro storico e ha accompagnato in processione il piccolo Crocifisso della cattedrale, da S. Agata fino alla porta santa che si è aperta al tocco del pastorale del Vescovo: “questo fiume da S. Agata è confluito nella nostra chiesa cattedrale – ha sottolineato – e nel segno della testimonianza del martirio di una donna di Sicilia siamo venuti, attraversando il Cristo crocifisso, ai piedi di Maria Santissima Immacolata, madre della Chiesa, icona stessa della Chiesa, anima femminile della Chiesa”.

Una cattedrale gremita come mai, con centinaia di persone sulla soglia e sul sagrato a seguire la celebrazione e a ricevere l’Eucarestia, un popolo in cammino, perché “Icona importante del Giubileo è il pellegrinaggio, e noi abbiamo voluto rappresentare, insieme, come popolo di Dio della Chiesa che è in Caltanissetta, questo pellegrinaggio per dire che ciascuno di noi e tutti noi insieme, siamo viatores, siamo camminatori nelle strade dell’esistenza.

Siamo pellegrini e il Papa vuole che siamo pellegrini di speranza, perché, come scrive nella Bolla di indizione del Giubileo, il pellegrinaggio rappresenta la ricerca del senso della vita”.

“Questo Giubileo è nel segno della speranza. – ha proseguito il Vescovo – La speranza è sorella della fede, anzi, è figlia della fede, perché è dalla fede che viene generata la speranza. La speranza di poter finalmente, con coraggio, entrare ciascuno nel suo cuore, rivisitarlo in compagnia di Dio, perché il Giubileo è l’anno santo del ravvedimento, della conversione, del cambiamento di mentalità e di cuore. dobbiamo sperare: di convertirci, di riconciliarci, di cancellare i debiti gli uni con gli altri, avendo il coraggio, nella verità dell’umiltà, di chiedere perdono, di saperci riaccogliere, di fare famiglia”.

Una speranza che è fondata sull’amore, come ha sottolineato il Vescovo: “È l’amore che ci radica nella speranza, che ci rende credibili, che ci fa santi! Apriamo la porta del nostro cuore, come questa sera, al semplice tocco del pastorale del Vescovo, è stata spalancata la porta della cattedrale, così Gesù è un mendicante d’amore che bussa alla porta del nostro cuore e ci chiede di aprirlo, perché Lui vuole fare famiglia con noi, vuole dividere il pane d’amore che Lui è, con ciascuno di noi.

Perché  c’è bisogno d’amore, c’è sete d’amore, come c’è tanta sete di speranza in un mondo sempre più smarrito. Questo mondo ha bisogno di speranza, questa Chiesa ha bisogno di speranza! E noi dobbiamo essere i portatori, i testimoni di speranza, testimoniando la bellezza dell’amore: dell’amore più grande, che non tiene rancore, dell’amore più grande che dà la vita, dell’amore più grande che si fa perdono e riconciliazione”.

La cattedrale sarà l’unica chiesa giubilare della diocesi, come ha spiegato il Vescovo nella conclusione: ogni parrocchia che vorrà andare in pellegrinaggio si radunerà “prima al Santuario del Signore della Città, lì dove è nata la grande opera del Venerabile Padre Angelico Lipani” per risalire verso la cattedrale: “dal Crocifisso alla madre del Crocifisso, così tutta la nostra Diocesi si mette in pellegrinaggio. Dal Crocifisso a Maria nostra madre, per arrivare davvero, tutti insieme, in paradiso”.

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