LE VIE DEI TESORI 2024 A CALTANISSETTA

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Presentato nella sala Gialla del Comune il progetto Le Vie dei tesori 2024, patrocinato dal Comune, assessorato alla Cultura, presente l’assessore Giovanna Candura, che ha condotto la conferenza stampa, insieme a Marcello Barbaro, vice-presidente della Fondazione Le Vie dei tesori

Le Vie dei Tesori èil Festival nato a Palermo nel 2006 che trasforma le città in grandi musei diffusi, aprendo contestualmente tesori in parte di solito chiusi, visitabili con un coupon unico. 

Attraverso una rete virtuosa pubblico-privato, il Festival mette a rete oltre trecento tra istituzioni, enti, associazioni, cooperative. Ad affiancare gli esperti nelle visite guidate, ci sono studenti universitari e liceali in alternanza scuola-lavoro.

“Le Vie dei Tesori di Caltanissetta” Edizione 2024 si terrà negli ultimi tre weekend di settembre: 14-15, 21-22, 28-29 settembre. 

Quest’anno ci si muoverà tra chiese, teatri, aree archeologiche, monasteri e palazzi, ma anche officine d’arte, borghi rurali fantasma, oasi naturalistiche e trekking nella natura.

Di seguito i luoghi da visitare e le esperienze proposte:

LUOGHI:


1. Abbazia di Santo Spirito


Tra tesori e opere d’arte lì dove nacque l’amaro Averna


Edificata nel XII secolo nel sito in cui probabilmente esisteva già un casale romano, l’abbazia di
Santo Spirito è una delle chiese più suggestive della città. Addossata al corpo di fabbrica di epoca
normanna, a navata unica con tre absidi, l’abbazia custodisce numerose opere d’arte: il Crocifisso
dello Staglio, in legno dipinto, un fonte battesimale circolare a immersione del X secolo, un’urna
romana dell’età dei Flavi reimpiegata per uso liturgico, due porzioni di affreschi del XIV-XV secolo,
e una scultura in legno della Madonna della Grazia. Al convento, prima degli Agostiniani e dal
XVIII secolo dei Cappuccini, è legata la nascita del celebre amaro Averna che ha reso Caltanissetta
celebre nel mondo. Furono proprio i frati a consegnare la ricetta segreta di un infuso di erbe a
Salvatore Averna ringraziandolo per la sua generosità. Ancora oggi, nel giardino dell’abbazia
(visitabile), sono presenti alcune essenze anticamente utilizzate per creare l’infuso.

Via di Santo Spirito, 57


Visite: sabato 14 e 28 e domenica 15, 22 e 29 settembre


Orari: sab. 14 10-13; sab. 28 10-13 e 15-18; dom. 15 10-11e 15-7,30, dom. 22 10-11 e 15-16, dom.29 15-17,30


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 25 persone


Accessibilità: parziale

2. Chiesa di San Pietro


Comunità e incontri d’arte secondo il Concilio Vaticano II


Adiacente al parco archeologico Palmintelli è la chiesa di San Pietro, inaugurata nel giugno del 2000,
ma attiva come parrocchia dal 1977, originariamente ospitata nella chiesetta rurale di Santa
Petronilla, non lontana dal sito della chiesa attuale. La nuova chiesa, progettata dall’ingegner
Vaccaro e dall’architetto Lo Porto, è uno spazio che valorizza l’incontro della comunità, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II; arredato, per volere dell’allora parroco don Salvatore
Tumminelli e di monsignor Giovanni Speciale, cercando temi iconografici che rispondessero allo
spirito della Costituzione Lumen Gentium. La visita sarà un percorso nella storia e nell’arte: dal
Crocifisso della fine del XV secolo alle sculture in travertino dell’artista nisseno Girolamo Ciulla,
recentemente scomparso, che ha realizzato l’altare, l’ambone e la custodia dell’Eucaristia. Poi un
organo proveniente da Mirandola e un crocifisso dei Matinati in legno proveniente da Calascibetta; e
un ciclo figurativo di pannelli e formelle in terracotta dell’artista slovacco Peter Porazik.

Via Paolo VI


Visite: sab 14-21-28 settembre


Ora: dalle 10 alle 12


Durata: 30 min


Gruppi di: 15 persone


Accessibilità: SI

3. Chiesa e cripta di San Domenico


Il mausoleo dei Moncada con la cripta settecentesca


Fondata nella seconda metà del XV secolo nel cuore antico della città, la chiesa già nel 1480 fu
scelta dal conte Antonio Moncada come mausoleo di famiglia. La ricostruzione di fine ‘700 le regalò
la facciata concava ai lati e convessa al centro. All’interno, tele della Madonna del Rosario di Filippo
Paladini e Vincenzo Roggeri che fu sepolto in questa chiesa. Della sua tomba e delle sepolture
moncadiane non resta più nulla, distrutte dopo l’Unità d’Italia, ma esiste ancora la suggestiva cripta
settecentesca accessibile solo dall’esterno. In questi ambienti, restaurati dalla Soprintendenza, ci
sono tre diverse tipologie di colatoi utilizzati per l’essiccazione dei cadaveri.

Via San Domenico


Visite: sabato e domenica.


Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18


Durata 20 minuti


Gruppi di: 20 persone


Accessibile: SI

4. Chiesa Madonna dell’Assunta


La chiesa voluta da donna Aloisa che qui volle essere sepolta


Gioiello della Caltanissetta secentesca, recentemente riaperta, la chiesa venne costruita per volontà della contessa Aloisa De Luna e Vega nel 1580 vicino al monastero dei Cappuccini terminato nel 1549. Sarà la stessa contessa che nel 1591 donerà un terreno limitrofo da destinare a selva del convento e che volle essere sepolta nella chiesa con il figlio Francesco II Moncada.

La chiesa ospitava le opere d’arte realizzate dai frati, che avevano anche una ricchissima biblioteca oggi trasferita alla “Scarabelli”.

Vuole la leggenda che nel 1625 san Michele Arcangelo apparve a fra’ Giarratana e tenne la peste lontana dalla città. Nel 1868 l’intero complesso – oggi dell’ASP – divenne ospedale. Dell’antico splendore, restano in chiesa i reliquiari lignei dei frati Cappuccini, il grande retablo dell’altare maggiore, il Crocifisso di Milante e una Dormitio Virginis in cera; le opere pittoriche sono invece custodite nelle sale del vicino Museo Diocesano. L’antica “selva” dei Cappuccini fu invece trasformata nei primi decenni dell’Ottocento in giardino comunale, Villa Amedeo, arricchito tra gli anni ’60 e ’70 da erme in marmo realizzate dagli scultori nisseni Tripisciano, Lo
Verme e Frattallone, recentemente restaurati.


Viale Margherita 36


Visite: sabato e domenica


Ora: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15 persone


Parzialmente accessibile ai disabili

5. Conservatorio statale di musica Vincenzo Bellini


Dai caratteri tipografici


alle note e agli strumenti


Tra fine Ottocento e primi del Novecento l’Istituto di beneficenza voluto da Ferdinando II di Borbone,
intitolato a re Umberto I di Savoia, si spostò negli ambienti dell’ex Collegio dei Gesuiti e dell’ex carcere femminile: su via Re d’Italia la facciata risente della ristrutturazione ottocentesca, su corso Umberto I invece si conservano ancora le balconate gesuitiche del Seicento. Dal 1996 il complesso ospita il Conservatorio di musica “Vincenzo Bellini”, attivo dal 1979, che qui ha le sue aule didattiche e una piccola ma interessante raccolta di strumenti musicali; e un’antica cappella riccamente affrescata.

All’attività dell’Istituto di beneficenza Umberto I si deve invece la collezione di macchine storiche, legata all’insegnamento di arti tipografiche che, insieme a ebanisteria, falegnameria, sartoria, calzoleria, meccanica e molti altri mestieri, veniva qui impartito. Fu il maestro Antonio Caglià Guittard nel XIX secolo a insegnare il mestiere di tipografo ai ragazzi del territorio.

Corso Umberto I, 84


Visite: sabato 14-21-28 settembre


Orari: dalle 9 alle 12.30


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15 persone


Accessibile: NO.


6. Istituto Testasecca e chiesa di Sant’Anna


L’istituto voluto dal ricco mecenate e l’inatteso presepe del Matera


Nel 1893 Ignazio Testasecca, ricco imprenditore minerario, fondò un istituto per ospitare i più
poveri; per tale gesto i Savoia lo nominarono conte. Testasecca ha arricchito il patrimonio
architettonico della città con altri edifici: a lui si devono il palazzo di famiglia in corso Vittorio
Emanuele, la villa fuori città e la neogotica cappella nel cimitero Angeli. L’Istituto Testasecca
affianca la chiesa di Sant’ Anna, consacrata nel 1899, a cui è unito tramite un campanile. La chiesa,
costituita da una navata unica riccamente decorata con stucchi e dorature, ospita una statua
dell’Addolorata donata nel 1903 da Ignazio Testasecca come ex voto per la guarigione del figlio
Vincenzo. Nell’edificio, ai piedi dello scalone monumentale, c’è una sala che ospita un presepe
settecentesco del trapanese Giovanni Antonio Matera. Le 83 statuine, realizzate in tila e codda, sono
suddivise in tre quadri figurativi: l’Annunciazione, la Natività e la Strage degli Innocenti.

Viale della Regione n.1


Visite: Sabato e Domenica


Ora: 10-13 e 15-18


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15 persone


Accessibilità: solo per il Presepe del Matera al piano terra


7. Officina degli artisti – Palazzo Lapadura


La casa degli artisti emergenti che sorge su un ex mulino


L Officina degli Artisti è un nuovo sito culturale nato all’interno della storica Villa Lapadura, in una
traversa della via Xiboli che portava alle miniere di zolfo vicino alla città. Creata e gestita da
un’associazione culturale, l’Officina promuove le arti visive e performative, e si propone di diventare
un punto di riferimento per artisti emergenti e affermati, oltre che per gli appassionati d’arte.
L’Officina occupa una parte di Villa Lapadura, sorta sull’ex mulino Fratelli Tortorici, o ex mulino
Stella – Sant’Elmo, da tempo trasformato in abitazione privata. Il resto della villa è ancora da
recuperare. Durante i tre fine settimana del festival, esporranno artisti emergenti esporranno le loro
opere.

Via Tortorici, 12


Visite: sabato e domenica


Ora: dalle 10 alle 18


Durata: 90 minuti


Gruppi di: 20 di persone


Accessibilità: SI

8. Palazzo del Carmine


L’antico convento e la chiesa trasformati in palazzo municipale


Il palazzo municipale sorge dove un tempo esisteva il trecentesco convento dei Carmelitani con la
chiesa di Maria Santissima dell’Annunziata: da qui giunge il nome di Palazzo del Carmine. Ospita
interessanti opere d’arte: a partire dall’affresco dell’artista nisseno Oscar Carnicelli sul soffitto della
Sala Gialla, elegante anticamera della sala consiliare e del gabinetto del sindaco. Dove è invece
visibile un prezioso dipinto del XVIII secolo, Quadro storico di Caltanissetta, che raffigura
l’allegoria della città. La sala consiliare conserva invece due interessanti lastre di marmo di Valerio
Villareale, celebre artista neoclassico siciliano, che provengono dai basamenti dei monumenti
dedicati ai sovrani borbonici distrutti durante i moti della prima metà dell’Ottocento.

Corso Umberto I


Visite: sabato e domenica 10-13 e 15-18


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15 persone


Accessibile ai disabili

9. Palazzo Moncada


La fastosa residenza secentesca che non fu mai completata


Palazzo Moncada è certamente l’edificio più interessante a Caltanissetta. La sua costruzione fu avviata nella seconda metà del Seicento ma si interruppe dopo un decennio per via della partenza del suo promotore, Luigi Guglielmo Moncada. Del palazzo a pianta quadrata con cortile centrale, fu edificata soltanto la parte posteriore, rivolta verso il giardino, in modo da poter continuare a utilizzare la dimora cinquecentesca allora affacciata sull’attuale corso Umberto I, sede di una ricca corte tra XVI e XVII secolo. Il palazzo è impreziosito su tre lati da una fastosa teoria di mensoloni, “gattoni”, antropomorfi e zoomorfi, posti su un ricco fregio decorativo oggi in parte perduto. All’interno ospita la galleria civica d’arte con le sculture dei nisseni Michele Tripisciano e Giuseppe Frattallone, oltre a esposizioni temporanee; nell’ex cortile, un cineteatro.

Largo Barile


Visite: 10-13 e 15-18


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15 persone


Accesso ai disabili consentito sia al museo che al piano nobile

10. Parco archeologico Palmitelli


L’area archeologica immersa nel verde con la tomba a grotticella


Nel pieno centro di Caltanissetta, nella zona che si sviluppò tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, sitrova l’area archeologica Palmintelli che, originariamente, ospitava un complesso funerario di tombea grotticella artificiale che risaliva all’età del Bronzo e doveva aprirsi sui fianchi dell’altura. Il sitovenne utilizzato anche durante la colonizzazione greca, come raccontano frammenti di ceramica adecorazione geometrica di produzione indigena conservate al museo archeologico di Caltanissetta.
Nel 1988 una breve campagna di scavi condotta sulla fascia di roccia sotto la grotta, portò all’individuazione di un’unica tomba di forma irregolare della quale si conservano soltanto le pareti
intagliate nella roccia: è stata recuperata e circondata dalla vegetazione mediterranea.

Via: Area archeologica demaniale Palmintelli


Visite: sabato 14-21-28 settembre


Ora: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18


Durata: 20 minuti


Gruppi di: 20


Non accessibile ai disabili


11. Prefettura e Provincia


Il sontuoso palazzo decorato dagli artisti


Nella seconda metà dell’Ottocento, quando la città visse il boom economico dovuto alle miniere di
zolfo, fu avviata la costruzione del Palazzo della Provincia nella collina del Tondo. Progettato
dall’ingegnere Agostino Tacchini, il grandioso edificio ospita sia la Provincia di Caltanissetta che la
Prefettura e l’alloggio del prefetto. Dal grande portone con lo stemma della città, si entra
nell’elegante cortile colonnato; dallo scalone principale (progetto dell’ingegner Luigi Greco) si
accede alla sala consiliare della Provincia che ospita una grande tela del pittore di Mussomeli,
Salvatore Frangiamore, Cicerone contro Verre; nelle altre sale si possono ammirare le opere di artisti
attivi a Caltanissetta tra XIX e XX secolo, Tripisciano, Asaro, Biangardi e Castrogiovanni; altri
ambienti, con vetrate dipinte, sono stati decorati dal catanese Pasquale Sozzi. Delizioso il piccolo
giardino prefettizio del 1892, con una fontana in ghisa della palermitana Fonderia Oretea.

Viale Regina Margherita n.28


Visite: Sabato 14, 21 e 28 Settembre


Ora: 10-13 e 15-18


Durata:45 minuti


Gruppi di: 15


Accessibilità: no, accessibile solo il Giardino Prefettizio


12. Teatro Margherita


La sala che intrigò Camilleri che raccontò le liti col prefetto


Nel 1371 Eleonora e Guglielmo Peralta fondano il convento dei Carmelitani con la chiesa di
Maria SS. dell’Annunziata. Nel 1866, dopo la soppressione degli ordini religiosi, il Comune
ottiene il convento come sede. E quattro anni dopo si inizia la costruzione del teatro, su progetto
di Alfonso Barbera, nell’area della chiesa di San Giacomo. Fu intitolato alla principessa
Margherita, consorte del futuro re Umberto I; inaugurato nel 1875 con il Macbeth di Verdi. Le
opere “meccaniche” furono realizzate dal francese Querieaux. Qui Camilleri ambientò il suo “Il
birraio di Preston”, ispirandosi a fatti accaduti all’esordio del teatro e ai difficili rapporti tra la
città e il Prefetto Fortuzzi. Il foyer presenta una ricca pavimentazione con lo stemma comunale,
rappresentazioni dell’artista di Niscemi, Giovanni Valenti, del grano e dello zolfo, antiche fonti di
ricchezza della città. A Valenti si devono anche le decorazioni ad affresco della sala teatrale.

Corso Vittorio Emanuele,73


Visite: Sabato e Domenica


Ora: 10-13 e 15-18


Durata: 30 minuti


Gruppi di: 15


Accessibilità: si

Passeggiate


1. Borgo Guttadauro


Uno dei “borghi del Duce” vera ghost town dimenticata


Uno dei cosiddetti “borghi fascisti”, abbandonato e dimenticato dagli anni Sessanta. Il comune di
Butera ha anche tentato di venderlo, ma l’asta è andata deserta: nessuno ha interesse per Borgo
Guttadauro, vera ghost town costruita negli anni ’40, non lontano dalla diga Disueri, sulla strada delle
zolfare. Il progetto del Duce puntava sulla nascita di borghi rurali per evitare lo spopolamento delle
campagne: anche questo Borgo – intitolato al capitano Emanuele Guttadauro, caduto in Spagna nel
1938 e insignito con la medaglia d’oro al valor militare – era dotato di una piazza centrale attorno a
cui si trovano tuttora, la chiesa con la canonica, le scuole materne e elementare, l’ex Casa del Fascio,
la caserma dei carabinieri, il Dispensario medico, un alimentari, una trattoria, il mercato coperto e le
botteghe. Ma nessuno volle mai abitare qui – è stato ospedale militare alleato, poi caserma, scuola,
colonia estiva, sede di una banda musicale giovanile; fu fatto un tentativo per affidarlo a una
associazione – e il Borgo fu dimenticato.

Via: 578J+PGM Butera, Libero consorzio comunale di Caltanissetta
(https://www.google.com/maps/place/37%C2%B010’00.7%22N+14%C2%B016’52.7%22E/@37.18
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Sabato 14 e 21, domenica 15 e 22 settembre


Orari: dalle 14.30 alle 17.30


Durata: 30 min.


n. persone:


Contributo: 8€


Esperienze


1. Riserva di Lago Sfondato


Il lago misterioso e la riserva di caccia dei Moncada


Siamo a pochi chilometri da Marianopoli, nella riserva naturale Lago Sfondato, in un luogo
incredibilmente bello e di grande fragilità che va tutelato. E’ uno spettacolare bacino, il lago è
letteralmente infilato tra le rocce calcaree, il suo letto è sprofondato nel 1907 per il collasso delle
rocce calcaree sottostanti. La particolare scenografia del luogo e il tenebroso colore delle acque lo
hanno da sempre reso un covo di leggende. A pochi chilometri dalla riserva si trova la masseria di
Mimiani, un tempo riserva di caccia della famiglia Moncada e oggi bene confiscato: nei suoi 300
ettari, un uliveto secolare impiantato nel XVI secolo e un querceto; è gestita dall’azienda agricola
Luca Cammarata.

Raduno e orario – Masseria Mimiani, lungo SP 42 Caltanissetta- Marianopoli
(https://maps.app.goo.gl/fa1G6Ams8axBVRa46)
Sabato 28 settembre


Orario: alle 9.30


Durata 4 ore


Partecipanti: 25


Contributo: 15€


Percorso di 9 km circa, con un dislivello di 150 m circa; difficoltà facile/media. Adatto a tutti.
Equipaggiamento: scarponi da escursionismo; 2 l di acqua; pranzo a sacco. Consigliati bastoncini
da trekking e una giacca o mantella impermeabile con cappuccio.


2. Monte Capodarso e Valle dell’Imera


Tra masserie, miniere di zolfo e antichi pozzi

Lungo il fiume Imera si estende una delle più belle aree naturalistiche della regione: tra masserie e
miniere di zolfo, tra monte Capodarso e Monte Sabucina, in un contesto archeologico e naturalistico
di eccezionale bellezza. Lasciate le auto vicino all’ingresso della Riserva, si camminerà lungo la
carrareccia verso la miniera di zolfo Giumentaro con i resti del vecchio pozzo Santa Barbara; poi si
salirà a Monte Capodarso tra argille, gesso ed eucalipti. Per poi imboccare il sentiero Natura, tra
greggi al pascolo, strutture archeologiche e rocce.


Percorso di 14 km circa, con un dislivello di 600 m circa; difficoltà media, adatto a chi cammina
nella natura. Equipaggiamento: scarponi da escursionismo; 2l di acqua; bastoncini da trekking e
una giacca o mantella impermeabile con cappuccio.


Punto di ritrovo: R.N.O. Monte Capodarso e Valle Dell’Imera Meridionale


Giorni: sabato 14 settembre


Orario: alle 9


Durata: 5 ore


Partecipanti: 25


Contributo: 15€


INFO POINT presso l’INFO POINT TURISTICO della Pro Loco di Caltanissetta.
La Pro Loco di Caltanissetta collaborerà sia all’info point delle Vie dei Tesori che a Palazzo Moncada.

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