La Regione siciliana ha individuato in “ArcheoExperienxe nell’isola dei Tesori” 14 aree archeologiche siciliane da valorizzare: non c’è traccia di Sabucina e Gibil Gabib, tra le più antiche e rilevanti della Sicilia.
DA ITALIA NOSTRA E SICILIA ANTICA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“ArcheoExperience” ad Agrigento: Italia Nostra e SiciliAntica grandi assenti perché non invitate
Si è concluso ieri, ad Agrigento, l’evento “ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori”. Promosso e organizzato dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana, ha avuto luogo da giovedì 26 a domenica 29 settembre 2024, presso il Parco della Valle dei Templi, il Teatro Pirandello con l’Atrio del Comune e in dodici siti ecclesiastici e storici di Agrigento, con l’obiettivo di “valorizzare” le 14 aree dei Parchi Archeologici diffuse nell’intero territorio regionale: Catania e Valle dell’Aci; Gela; Himera, Solunto e Iato; Isole Eolie; Kamarina e Cava d’Ispica; Leontinoi e Megara; Lilibeo-Marsala; Morgantina e Villa Romana del Casale di Piazza Armerina; Naxos e Taormina; Segesta; Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria; Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai; Tindari; Valle dei Templi.
Nello sconfinato elenco degli invitati alla manifestazione agrigentina risultano assenti Italia Nostra e SiciliAntica, due importanti associazioni culturali che da anni concorrono autorevolmente e generosamente al processo di conoscenza, “tutela” e valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Risultano assenti perché non invitate. Sottolineiamo, evidenziamo quale valore, obiettivo fondamentale dell’evento relativo ai Parchi Archeologici Siciliani la “valorizzazione”. Emblematico in tal senso, l’allestimento “Texere”, imposto al magnifico Tempio dorico di Segesta. Intervento di “valorizzazione” – appunto – da cui dissentiamo.
“Tutela”: parola invisa al potere politico. «La “tutela” ha bisogno di attenzione e risorse costanti e adeguate, ha bisogno di un forte sostegno sociale», diceva Giorgio Bassani. E ai militanti impegnati nella salvaguardia del patrimonio culturale proponeva il compito di suscitare la partecipazione democratica alla responsabilità della “tutela”, di farsi strumento di questa diffusa coscienza. E’ un compito che le nostre associazioni, Italia Nostra e SiciliAntica, malgrado l’isolamento, malgrado le difficoltà e le insidie hanno sempre saputo perseguire. E continuano a perseguire.
Probabilmente le nostre associazioni non sono state invitate perché noi non siamo organici, compiacenti con questo potere politico che non sa riconoscere e tutelare i valori; perché noi abbiamo un atteggiamento mentale libero, dialettico, critico; perché noi abbiamo una diversa concezione del bene culturale, della gestione del paesaggio e del territorio.
Noi siamo consapevoli – e qui lo ribadiamo – della necessità che autenticamente si riconosca la funzione fondamentale dei beni culturali per la crescita culturale continua e la qualità della vita dei residenti, per l’offerta culturale più adeguata e moderna per i visitatori, per la tutela di uno straordinario patrimonio, anche nell’interesse delle future generazioni. Le politiche culturali, gli atti, i rozzi provvedimenti legislativi di questi ultimi anni in Sicilia, dimostrano esattamente, inesorabilmente una diversa volontà.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
Prof. Simona Modeo, vicepresidente regionale di SiciliAntica
