PER UN PUGNO DI TERRA

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Festival dell’intelligenza generativa

Un casale di campagna al centro della costellazione di borghi rurali intorno a Caltanissetta: non poteva esserci luogo più iconico per il Festival “Per un pugno di terra. Oltre i confini e le macerie” che Prima Quinta sta realizzando nel cuore della Sicilia e che ha avuto il suo incontro di riflessione “Oltre i luoghi comuni” il 5 luglio, in contrada Cozzo di Naro, nella sede del Centro di Educazione Ambientale “Lina e Francesco Librizzi” curato da Legambiente.

Gea, il mito della Terra madre è stato il filo conduttore dell’incontro, introdotto da Marisa Falzone, che ha rievocato dalla Teogonia di Esiodo e dalla mitologia classica gli archetipi fondativi della civiltà occidentale, con la Terra-Gea generatrice primaria della vita e dell’ordine dell’universo e con i partner antagonisti maschili, Urano, Crono, Zeus, concentrati ossessivamente sul monopolio del potere, protagonisti del conflitto antropologico di sempre sulle modalità esistenziali, pace contro guerra, accoglienza generativa contro dominio esclusivista.

Nella cornice di questi archetipi si è sviluppata l’intervista con il prof. Francesco Sottile, docente di biodiversità nel Dipartimento di Architettura del paesaggio agrario dell’Università di Palermo e dirigente nazionale di Slow Food, autore di “Dalla parte della natura. Capire gli ecosistemi per salvare il nostro futuro”, che ha fatto emergere l’assoluta contemporaneità delle questioni rappresentate dal Mito e la bruciante centralità di una politica alimentare, ambientale, di rispetto della natura e delle sue risorse, che mette in discussione i nostri stili di vita, la nostra quotidianità, le scelte dei governi e degli organismi internazionali,

Non c’è più molto tempo per riparare i danni di una devastazione delle risorse naturali che negli ultimi 150 anni ha distrutto più che nei diecimila anni che ci hanno preceduto, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della specie umana sul pianeta, una devastazione predatoria, gestita da un pugno di grandi multinazionali che monopolizzano investimenti e risorse per mantenere un apparato produttivo che genera spreco, inquinamento, cattiva qualità del cibo, in una logica violenta di competizione generatrice di conflitti e matrice di una guerra multiforme, che dalla nostra tavola si estende fino agli armamenti nucleari.

Significativo l’intervento di un pubblico plurale, di operatori della campagna e di intellettuali ambientalisti, che hanno evidenziato con dati concreti, di esperienza, quanto le questioni ambientali non siano raffinatezze ideologiche ma dall’acqua al clima, dalla desertificazione del nostro territorio alla difesa della biodiversità investono quotidianamente la nostra economia, comprimendone le potenzialità, la nostra mentalità e gli equilibri internazionali, segnalando come le scelte di investimento egemoni nel mondo vadano nella direzione opposta rispetto alla democrazia ed alla progettazione comunitaria degli interventi.

La musica sullo sfondo di un tramonto spettacolare sulla campagna siciliana ha concluso l’incontro, con la voce suggestiva di Giuseppe Rapè e le note di Giovanni Vitale, nella condivisione del vino e del cibo semplice della nostra terra.

Cultura e condivisione di esperienze e riflessioni stanno accompagnando i diversi momenti del Festival: la due giorni con “La Tempesta” di Shakespeare messa in scena a cura di Aldo Rapè, mente e anima del progetto, tra le corti campestri della Masseria S. Barbara, la riflessione “Oltre i luoghi comuni” nella Casa Museo Spazio Pitta, con il reporter Maurizio Pagliassotti e l’attrice franco-algerina Nadia Kibout, che ha condotto anche un laboratorio di recitazione cinematografica presso l’associazione Colibrì.

Il Festival proseguirà la sua sessione siciliana nella cornice suggestiva e inedita del castello arabo-normanno di Delia, il 7 luglio, all’alba con la performance di danza “In volo Oltre i confini del corpo” a cura di Alba Bifarella e Fly Dance, nel pomeriggio con l’incontro “Oltre i confini dell’amore o l’amore oltre i confini?” con lo psicoterapeuta Piero Cavaleri e la scrittrice Nunzia Caricchio e in serata con “Simposio Il cunto d’amore dei cattivi maestri” dal dialogo di Platone, ricontestualizzato in Sicilia da Gaspare Balsamo.

Il Festival si sposterà a Bronte (11-13 luglio) con spettacoli, performance di teatro, musica, officina di scrittura creativa, per approdare poi in settembre in Campania e in Umbria, con tappa ad Assisi, città di S. Francesco, il primo, grande testimone della spiritualità della natura e nella natura.

“La Pace” di Aristofane” concluderà il percorso il 27 ottobre a Caltanissetta nel teatro Rosso di San Secondo.

Attraverso la cultura temi complessi dell’economia, della politica, degli equilibri internazionali, entrano nella mente e nel cuore con la forza di una condivisione profonda, emozionale e razionale insieme, attraverso i linguaggi dell’arte le questioni epocali si fanno esperienza quotidiana, perdono l’astrattezza che le allontana dalla comprensione e dall’interesse di chi ne subisce inconsapevolmente le conseguenze e può diventare invece protagonista di una conoscenza autentica che motiva un impegno responsabile e intransigente per la nostra casa comune, vissuta finalmente come la nostra casa.

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