LA SOPRINTENDENZA DEL MARE HA COORDINATO LE OPERAZIONI IN COLLABORAZIONE CON LA CAPITANERIA DI PORTO DI GELA
Emerge dal mare di Gela il relitto di una nave, datata presumibilmente al V secolo a.C., che era stata già individuata nel 1990 a circa 800 metri dalla costa, in contrada Bulala, nell’area marina di tutela archeologica..
Dopo la prima nave, protagonista di una mostra straordinaria lo scorso anno “Ulisse in Sicilia. I luoghi del Mito”, considerata la nave più antica del mondo, che dovrebbe essere definitivamente esposta in uno specifico Museo del Mare a Bosco Littorio, anche il secondo relitto viene alla luce e si prepara ad essere restaurato e preparato all’esposizione museale.
Il relitto, denominato Gela 2, è stato stimato con dimensioni di circa 11 metri di lunghezza e 4 di larghezza, e dovrebbe far parte di una piccola flotta di tre navi greche, individuate nel 1988 da due sub gelesi, nei fondali a 4 metri circa di profondità, che con grandi difficoltà vengono recuperate e restaurate. Finora con ritmi ventennali.
Le operazioni di recupero di questi giorni sono state realizzate da una società specializzata nei recuperi di beni archeologici, con il puntuale coordinamento e la direzione del personale della Soprintendenza del Mare di Palermo. La Capitaneria di porto di Gela ha assicurato costantemente la sicurezza necessaria, con l’impiego di proprio personale e delle proprie unità navali.
Un terzo relitto greco arcaico è stato individuato alla foce del fiume Dirillo che segna il confine tra le province di Caltanissetta e Ragusa (e tra i comuni di Gela ed Acate), durante i lavori di scavo per la posa del gasdotto libico.
Il mare del golfo di Gela, in cui, in epoca romana, si è combattuta la battaglia tra Cartaginesi e Romani guidati da Attilio Regolo, si conferma come uno scrigno di tesori storici e archeologici, e probabilmente conserva altri relitti di epoche diverse (greca, romana e bizantina) ancora tutti da scoprire.
