S. Cataldo: “Il viaggio del meschino” di Gesualdo Bufalino al Teatro d’essai La Condotta

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L’attrice Miriam Palma per la prima volta a San Cataldo, Venerdì 6 dicembre alle 21, per “Il viaggio del meschino“, spettacolo di Gesualdo Bufalino nell’esclusivo Teatro d’essai La Condotta, la cui direzione artistica è affidata a Michele Celeste.

Una serata d’eccezione con Miriam Palma, l’attrice che da decenni elabora una personalissima ricerca vocale, coniugando tradizione, contemporaneità, lirica, studio delle triplofonie, canto armonico. Tecniche affinate e finalizzate alla ricerca di un linguaggio sonoro che possa rispecchiare le varie sfaccettature dell’animo.

Il viaggio del meschino” è tratto da “Il Guerrin Meschino” di Gesualdo Bufalino, con Nino Giannotta, chitarra classica, e Miriam Palma, canto e recitazione.

E’ un lavoro che riflette sulla condizione della vecchiaia – si legge nella sinossi dello spettacolo – il lamento del vecchio puparo, appena il puparo comincia a raccontare, viene preso dal fuoco dell’arte e rinvigorito, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle “sue” parole. La non voce altra, essere assoggettato essere posseduto dalla sua voce. La voce dell’altro dall’alto.

“Cantatrice” e “ricercatrice”, Miriam Palma, siciliana di Palermo, non smette mai di ascoltare e registrare il coté mediorientale dell’isola a tre punte e dai mille volti e lo fa attraverso quella vocalità oscillante che sa di sabbia e preghiera, a metà tra profetica e muezzin acutamente, bizzarramente assimilato dalla “Sicilia bionda del mieli e purpurea della lava” e con cui, non a caso, l’artista sceglie d’imprimere i primi passi sul palcoscenico, in apertura, complici i suoi quattro “officianti”.

Ed è, quel tremolio ricchissimo di toni e tonalità, talmente capace di narrare che racconta quasi più dei momenti riservati alla parola parlata con cui Miriam Palma precede o commenta il canto. E, nella performance lei scuce e ricuce i pezzi più noti e dunque più compromettenti di un grande – ideale e reale- Canzoniere siciliano: autentici, insidiosi banchi di prova che se hanno per fortuna evitato, nel tempo, i “tònchitirichitònchiti” di certo orribilmente ottimisti folk da ristorazione all’aperto, hanno spesso rischiato d’appiattirsi in esecuzioni tutte uguali, troppo uguali, dopo il grande, necessario revival post-sessantottino e diventate, alla lunga figlie degeneri di padri e madri indimenticati, in testa Roberto Leydi e Giovanna Marini.

Ecco dunque sgranare, come in un rosario laico e mitico, la leggendaria Mi votu e mi rivotu e La virrinedda,  Amuri e L’amuri ca v’aju, A la vò e ‘Ntra viddi e vaddi, Li pirati a Palermu, ecc. Poi Miriam Palma fa un cuntu quasi immaginifico in cui elimina scientemente e temporaneamente il verso liturgico di Sicilia, chianci! […] (Carmelita Celi)

Prima dello spettacolo la direzione artistica offrirà agli intervenuti un aperitivo al lume di candela.
Dopo lo spettacolo i soci avranno modo di intrattenersi in un conviviale con degustazione di un primo piatto della cucina tradizionale e la crema della nonna.

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